Laboratorio Alte Valli - Cuore innovativo
Inizieranno nella tarda estate del 2023 le riprese di “Nobel, un premio esplosivo”, il nuovo docufilm del regista valsusino Luigi Cantore prodotto dal Valsusa Filmfest in collaborazione con il Comune di Avigliana e l'associazione Moon Live.
A documenti e filmati d’epoca si affiancherà una storia di finzione, come nello stile che il regista ha dimostrato di maneggiare bene nei film precedenti “Profumo di resina”, “Noi siamo i figli della Monce”, “L’acqua e la fabbrica” fino all'ultimo “La partigiana Fasulin”.
Il Dinamitificio fu per quasi un secolo luogo di lavoro per aviglianesi, valsusini e valsangonesi, contribuendo al benessere materiale e allo sviluppo sociale, ma fu anche sempre un luogo temuto per la pericolosità delle lavorazioni.
Dal 1873, anno della costruzione, alla metà degli anni ’60 quando la produzione fu spostata a Orbetello, impiegò migliaia di persone, anche tante giovani donne, che avevano in particolare la mansione di cartuccere, ovvero grazie alle loro mani piccole riempivano le cartucce. Alcune famiglie di Avigliana emigrarono alla fine dell’Ottocento in Sudafrica per insegnare alla manovalanza di quel luogo come organizzare e condurre la fabbrica: infatti, l’insediamento ai piedi delle Alpi era considerato un modello.
Museo del Dinamitificio, un pannello documenta il lavoro delle donne.
Qui c'era l'impastratrice del materiale esplosivo.
Galleria interna.
Si indagherà anche sulla storia personale di Alfred Nobel, un uomo ricchissimo ma non per questo felice, che istituì il Premio che porta il suo nome per fare “la pace” con il fatto di aver costruito per anni armi mortali.
Oltre ad Avigliana, location del film sarà Sanremo, in cui l’inventore e imprenditore morì nel 1896.
Ad Avigliana, nei locali attigui al Dinamitificio e in particolare presso la fabbrica di vernici Duco, lavorò anche il chimico Primo Levi, appena tornato dal campo di concentramento. Proprio nella città dei laghi scrisse i primi appunti di “Se questo è un uomo”.
Una storia quindi che abbraccia quasi un secolo. Oltre a questi personaggi, si parlerà anche del medico torinese Ascanio Sobrero, il vero inventore della nitroglicerina (che Nobel stabilizzò e brevettò) e del primo direttore della fabbrica, Adriano Galinié.
Andrea Archinà, Luigi Cantore e Chiara Sasso.
Il progetto è stato presentato mercoledì 21 giugno presso l’area dell’ex Dinamitificio, in questa occasione il Sindaco di Avigliana, Andrea Archinà ha spiegato che il Museo Nobel è oggetto di riqualificazione tramite finanziamenti da appositi bandi. “Alcuni credono che il Museo sia chiuso, e nemmeno a Torino è così conosciuto: è necessario per noi farne una nuova narrazione – dice il primo cittadino – E il film può essere un buon mezzo, a partire dal coinvolgimento della popolazione nel casting per trovare gli attori, che sarà il 15 luglio. Il progetto cinematografico si inserisce quindi nella più ampia programmazione intrapresa per la valorizzazione dell’archeologia industriale e memoria culturale della Valle di Susa”.
“Il film – dichiara il regista Luigi Cantore – vuole raccontare vari periodi, partendo dalla vita di Alfred Nobel, attraverso la vita quotidiana di operai e maestranze dalla fine del 1800 fino al 1965 circa. Si prendono in considerazione episodi vissuti realmente e altri di invenzione e fantasia come in tutti i film, ma tracciando e incrociando la quotidianità, le abitudini, la paura, le difficoltà che comporta questo tipo di lavoro, i miglioramenti che ci sono stati, ma non sufficienti a mettere in sicurezza i lavoratori che per fare il loro mestiere usavano la dinamite e la nitroglicerina”.
Il film prevedrà anche alcune parti in animazione, e sono già state realizzate diverse interviste a testimoni indiretti del tempo e agli “Amici di Avigliana” che ne curano l’apertura e le visite guidate.
La sceneggiatura è scritta da Elisa Bevilacqua e Paola Comolli insieme allo stesso Cantore, con cui hanno già collaborato per “L’acqua e la fabbrica”.
Il direttore della fotografia sarà l’aviglianese Gerardo Fornari, un professionista del settore, che ha realizzato spot, videoclip, documentari e film.
“Si tratta di un film di comunità, che vuol fare memoria”, conclude la Vicepresidente del Valsusa FilmFest, Chiara Sasso.