Laboratorio Alte Valli - Cuore innovativo
C’è anche la mappa, per chi non è pratico dei luoghi. Nel catalogo recentemente pubblicato grazie alla collaborazione della Città di Giaveno, Luigi Stoisa ci conduce alla ricerca delle sue opere disseminate in Val Sangone, nella natìa Selvaggio così come sulla cima del monte Robinet.
Sculture, dipinti, fontane, un mosaico: sono diverse le forme di espressione che l’artista, noto a livello internazionale, ha lasciato nella sua Valle, donandole generosamente. Opere fruibili da tutti, che ci interrogano e ci conducono nella sua personalissima visione del mondo. Un regalo ai concittadini e ai turisti.
Nel catalogo sono raccolti anche bozzetti e lavori preparatori. Non tutti gli artisti acconsentono di buon grado a rivelare come sono giunti all’esecuzione della loro opera, Stoisa invece ci conduce per mano, non lasciando segreti, proprio perché la sua arte è fatta per essere con-vissuta dall’utente/spettatore.
Questo è evidentissimo nelle fontane, in cui ognuno di noi può godere della funzionalità oltre che della bellezza. Un rapporto particolare quello di Stoisa con l’acqua, particolarmente evidente nella sua ultima realizzazione, “Il gioco dell’acqua”, presso il parco comunale Maria Teresa Marchini di Giaveno.
Riprendendo la forma originale del pesce di primo Ottocento, Stoisa l’ha arricchita di altri animali, più o meno nascosti, invitando i bambini a giocare con lui nella loro ricerca, oltre ad aggiungere due splendidi putti dalle cui mani sgorga l’acqua.
“Il gioco dell’acqua”, bozzetto e opera realizzata.
L’opera di Stoisa, dalle grandi mostre internazionali alle Luci d’artista a Torino (è il creatore di “Noi”, due figure umane stilizzate in rosso che si avvicinano in fusione richiamando anche – come una trabeazione – la forma della capanna in cui è nato il Bambino) passando per i segni lasciati in valle, è poliedrica ed eclettica: diversi i materiali e le tecniche in una sperimentazione continua, che passa dalle sculture molto concrete e consistenti all’eterea leggerezza dei disegni a carboncino.
All’inizio della carriera divenne noto per dipingere sopra il catrame, una materia in continua evoluzione che con il tempo si sarebbe “mangiata” l’opera fino a farla svanire.
“Stoisa ha sviluppato la sua visione creativa attraverso pitture, sculture e installazioni di grande energia espressiva e visionaria, dove le figure umane cariche di tensioni vitali hanno molto spesso un ruolo di cruciale importanza – scrive il critico d’arte Francesco Poli – Nella sua figurazione ci sono echi e suggestioni che derivano dalla storia dell’arte, ma a prevalere sempre è una dimensione stilistica molto personale”.
Immergiamoci allora nelle opere disseminate in valle.
A Giaveno
"Contro ogni forma di terrorismo".
In piazza Maritano il Monumento “Contro ogni forma di terrorismo”, pensato nel 2001 dopo l’attacco alle Torri Gemelle e ultimato nel 2002, insieme ai suo allievi della scuola media Gonin. Una mano si eleva da una sfera che rappresenta la Terra, ferita e sporca. Dalla mano fuoriesce l’acqua che ha il compito di purificare dal male. Simbolicamente l’opera è posta in piazza Maritano, dedicata al Maresciallo Maggiore Felice Maritano, originario di Giaveno/Valgioie, ucciso in uno scontro a fuoco con un brigatista nel 1974.
In via Don Pogolotto 45 “Omaggio a Gonin”, sulla facciata della scuola omonima. Questa è la scuola in cui per decenni Stoisa ha insegnato l’arte e la bellezza, coinvolgendo i suoi alunni nella sua smania creativa.
È dedicata a Francesco Gonin, che illustrò l’edizione Quarantana (del 1840) de I Promessi Sposi, e che visse a Giaveno l’ultima parte della sua vita. Realizzata nel 2008 in occasione dei duecento anni dalla nascita del pittore, rappresenta un libro, una tavolozza con pennelli e una maschera: tre modi di esprimere la propria creatività, propri degli artisti, ma anche degli allievi di un istituto di formazione.
"Abbraccio infinito".
In piazza San Lorenzo “Abbraccio infinito”, nota in forma popolare come “Fontana del ciclista”. Fusione in bronzo a cera persa del 1998, è pensata per interagire con l’utente: infatti le parti più “toccate” da chi beve sono più lucide rispetto alle altre, e vi è posto per poggiare i piedi e non bagnarsi. Le bellissime figure non smetteranno mai di abbracciarsi, e noi di ammirarle.
In Sala Consiglio in via Francesco Marchini 2 “Le quattro stagioni”. Quattro grandi tavole a carboncino e terre di Siena su carta da spolvero rappresentano le stagioni con i prodotti del territorio: pane, funghi, castagne, cibo che deriva dall’agricoltura.
Negli sfondi, i monumenti giavenesi e gli scorci di paesaggio, tra cui il Mascherone e pesino il ponte moderno cosiddetto “di Brooklyn” verso Cumiana. Le opere sono state donate nel 2022 in occasione della ristrutturazione della sala consiliare e sono un omaggio alla bellezza di Giaveno.
A Selvaggio
"Ai Selvaggesi costruttori".
Presso il Santuario della frazione giavenese l’altorilievo “Ai selvaggesi costruttori” (2006) , il bassorilievo “In omaggio a Suor Maria Maselli” e nel pulpito l’olio su tavola “Spirito Santo”, mentre presso la scuola elementare il Mosaico in omaggio a Don Ugo Saroglia” (2015).
A Coazze
Presso il cimitero del capoluogo, la Cappella dei parroci.
Sul sentiero per arrivare al Robinet la “Fontana del lupo”, e sulla cima del monte, nella cappella dedicata alla Madonna della Neve, dipinti e bassorilievi. Queste due opere sono state realizzate sul posto.
Angelo alla Cappella del Robinet.
Nel 2009 il Cai di Coazze gli commissionò la scultura della pietra da porre sulla fontana realizzata dai volontari: un omaggio al lupo, uno degli animali più iconici di sempre, simbolo di coraggio e di spirito di gruppo.
I lavori alla cappella in cima al Monte Robinet (2679 metri) sono stati eseguiti in diverse riprese, dal 2000 al 2008. Dapprima gli angeli raffigurati all’esterno, in occasione del restauro della cappella nel 2000: angeli guerrieri dalle sembianze femminili – bellissime – che suscitarono qualche perplessità e critica, subito dimenticate. Poiché con le intemperie si erano rovinati, nel 2022 sono stati sostituiti da due bassorilievi in terracotta che ne riprendono le forme.
All’interno, nel 2008, Stoisa dipinse la Madonna del Latte e San Michele Arcangelo. Qui i colori “sono vivaci e puliti. Riflettono la luce brillante e forte che trovai quando salii la prima volta sul monte e l’ispirazione avvenne in quel momento. Non ci fu un progetto pensato, maturato prima. Ispirazione pura”, racconta l’artista.
Il catalogo si trova presso la Biblioteca comunale di Giaveno. Le fotografie, tratte dal catalogo, sono del fotografo Marco Rosa Marin.
Per maggiori informazioni www.stoisa.it