Laboratorio Alte Valli - Cuore innovativo
La sezione Anpi di Avigliana organizza la presentazione del libro “Un prete in galera” su don Marabotto alla Biblioteca civica Primo Levi (via IV Novembre 19, la Fabrica) sabato 21 ottobre alle 17,30 con il patrocinio del Comune.
Interverranno Giuseppe Marabotto, nipote del prete partigiano, Carlo Daghino, suo ex alunno, Roberto Micali e Renato Sibille della sezione Anpi Chiomonte, la compagnia Artemuda e Daniela Molinero, presidente dell’Anpi Avigliana, con letture di parti del libro.
Don Giuseppe Marabotto racconta in maniera autobiografica la propria storia nel volume pubblicato per la prima volta da Gribaudo nel 1953 e ristampato da tipografia Baima Ronchetti & C.
Il libro ripercorre alcune fasi cruciali della vita del sacerdote durante il conflitto. Prima del 1943 don Marabotto dichiara di non essersi mai interessato attivamente alla politica. Ma dopo l’8 settembre, e in particolare dopo i tragici avvenimenti di Boves, il sacerdote inizòa la propria attività contro il governo fascista. Entrò a far parte della Resistenza col nome di “Tevere 3” e si spostò in montagna, nella zona tra il Sestriere e il Monginevro, dove iniziò a dirigere un servizio segreto di controspionaggio.
A Thures, dopo l’8 settembre del 1943, alcune caserme di confine erano state abbandonate dall’esercito italiano che lasciava sul posto anche una discreta quantità di armi. Don Marabotto, a poco a poco, raccolse personalmente queste armi e le fece giungere ai partigiani della Val Sangone. Lo aiutò Ines Barone, maestra a Cesana, che, tornando ogni settimana alla sua abitazione al Mollar dei Franchi, sopra Giaveno, fece da staffetta.
Il 26 giugno 1944, a Cesana, venne arrestato dai fascisti e torturato; poco dopo fu trasferito in via Asti a Torino, dove subì lunghi e provanti interrogatori. Don Marabotto ricorda come sia stata la preghiera ad aiutarlo a sopportare l’enorme tensione psicologica e a non tradire i suoi compagni. Poco dopo, venne condannato a morte e trasferito nel Buco, la cella di punizione destinata alla sua ultima notte. Ma la fucilazione venne rinviata, e Marabotto trascorse altri dieci mesi di prigionia. Durante questo lasso di tempo cambiò nome di battaglia in “Ramon” e ricominciò a svolgere la sua attività antifascista dall’interno grazie all’aiuto del fedele luogotenente Bill, che faceva giungere i suoi messaggi ai partigiani.
Nel 1945, miracolosamente scampato all’esecuzione capitale, uscì dal carcere e si unì alla Liberazione di Torino. Qualche anno dopo iniziò la stesura di questo volume, preziosa testimonianza dell’impegno di parte del clero nella Resistenza italiana.
Indirizzo
- Via IV novembre, 19 Avigliana
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