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La processionaria (Thaumetopoea pityocampa) è un pericoloso insetto appartenente all'ordine dei lepidotteri, che deve il suo nome alla disposizione che assume muovendosi sul terreno, disponendosi in fila e formando appunto una sorta di processione. Provoca gravi danni alla flora, ma è pericolosa sia per gli animali che per gli esseri umani. Purtroppo, ogni tentativo di arginare la sua presenza non ha finora dato i risultati sperati.
È una vera e propria piaga che distrugge vasti tratti di pinete. La pianta più colpita è infatti il pino (in particolare il pino nero e quello silvestre), ma spesso viene ospitata anche da larici e cedri e ne esistono specie che intaccano le querce.
Durante l'estate la processionaria si rintana nel bozzolo: ad agosto iniziano ad uscire le falene, che vanno alla ricerca di piante sulle quali deporre le uova, che vengono fissate ad un ago dell'albero. Ogni ammasso può contenere fino a 300 uova, dalle quali si schiudono, dopo 4 settimane, le larve.
Larve di processionaria escono dal nido (Maria Rita Brun).
Le larve possiedono mandibole molto forti e subito dopo essere venute al mondo sono in grado di fagocitare gli aghi del ramo e, dopo averlo completamente predato, si spostano cercando altro nutrimento. Verso il mese di ottobre i bruchi costruiscono il caratteristico nido riconoscibile anche a distanza, di colore bianco brillante e localizzato soprattutto sulle cime e agli apici dei rami laterali.
Trascorso l'inverno riprendono a cibarsi delle foglie della pianta e, in primavera, scendono dall'albero per trovare un luogo adatto per il nido. Si interrano ad una profondità di circa 15 cm e si trasformano in crisalide, per poi uscire dal bozzolo sotto forma di falena. Il ciclo di vita della falena è di un paio di giorni, nei quali viene fecondata dal maschio e poi provvede a deporre le uova, reinnescando il ciclo vitale.
Processionaria adulta
Le larve sono molto pericolose, in quanto ricoperte da peli urticanti che, se vengono a contatto con la pelle umana o sono inalati da un cane durante una passeggiata, possono provocare gravi danni dermatologici e non solo. Gli effetti sugli esseri viventi sono devastanti: i peli urticanti delle larve sono velenosi e, nei casi più gravi, per fortuna circoscritti, possono scatenare una grave reazione allergica.
Nel caso di contatto, o per effetto del vento, i peli urticanti si separano dal dorso della larva. La loro estremità è munita di minuscoli ganci, che si attaccano alla pelle ed alle mucose, rilasciando istamina. Ripetuti contatti possono aggravare la situazione, fino a portare allo shock anafilattico. Il primo sintomo, dopo il contatto con la pelle, è una dolorosa eruzione cutanea con prurito insistente. Si diffonde sulla pelle scoperta, ma si estende, tramite sudore e sfregamento degli abiti, anche al resto del corpo, provocando un eritema pruriginoso.
Gruppi di larve (o bruchi) di processionaria in movimento nella classica fila indiana. Sono ben evidenti i peli irritanti.
Se i peli urticanti vengono a contatto con gli occhi, si sviluppa una sorta di congiuntivite, con rossore e dolore agli occhi. Se il pelo si addentra in profondità, il rischio di una grave infiammazione è palese e, sebbene raramente, può condurre alla cecità. Inalati dalle vie respiratorie, i peli provocano starnuti, mal di gola, difficoltà a deglutire e broncospasmo. Qualora ingeriti, invece, causano irritazione delle mucose orali ed intestinali, scatenando salivazione, vomito e dolore addominale.
La processionaria è inoltre pericolosissima per cavalli e cani che, brucando l'erba od annusando a terra, possono ingerire i peli, con sintomi molto gravi che si manifestano con improvvisa ed intensa salivazione dovuta al processo infiammatorio. Nel caso dei cani, la lingua subisce un rapido ingrossamento e può soffocare l'animale, oltre a distruggere il tessuto cellulare, provocando necrosi e perdita di porzione della stessa. La bestiola perde vivacità, diventa febbricitante, non si alimenta e manifesta vomito e diarrea, quest'ultima anche emorragica.
Un altro esempio di nido di processionaria
Nella stagione della processionaria le passeggiate con i cani lungo i versanti montani esposti al sole vanno effettuate con grande attenzione e tenendo l'animale sotto controllo. Anche in pianura però sono ormai presenti molti pini, per cui zone non toccate da questa invasione sono comunque difficili da individuare.
Gli inverni sempre meno freddi hanno inoltre favorito la sua diffusione: la sopravvivenza della specie sarebbe messa a dura prova se per almeno 10 giorni consecutivi le temperature scendessero sotto zero. Al contrario, le temperature miti, proprio quelle che ci invogliano ad uscire, favoriscono la sua espansione. L'unico consiglio per minimizzare il rischio è quindi quello di fare attenzione al terreno e, qualora si avvisti la sgradita processione di bruchi, tenere il cane al guinzaglio corto ed allontanarsi più in fretta possibile dalla zona.
Nidi di processionaria su un pino