Laboratorio Alte Valli - Cuore innovativo
Arriva la bella stagione e con le passeggiate ritorna, per noi e per i nostri amici animali, il rischio di incappare nel morso di una zecca. Non vogliamo certo rovinare le vostre escursioni nè fare allarmismo ma stare all'aria aperta, andare per prati, camminare lungo un sentiero di montagna sono situazioni che possono favorire il contatto con questo fastidioso animale, appartenente alla famiglia degli artropodi ematofagi (quindi che si nutre di sangue), piuttosto diffuso anche nei parchi gioco cittadini.
Le specie più note sono la zecca del bosco e la zecca del cane, lunghe più o meno 1–2 mm negli stadi giovanili ma anche più di un centimetro nello stadio adulto. Le zecche vivono per gran parte della loro esistenza nel terreno: il loro habitat ottimale è rappresentato da aree ricche di vegetazione, dove individuano l'animale o l'uomo da colpire grazie all'anidride carbonica ed al calore corporeo che questi emettono. Le zecche infatti non volano, non saltano e non si lasciano trasportare dal vento: sono degli aracnidi, ma a differenza dei ragni sono piuttosto lente nei loro movimenti.
In compenso sono in grado di individuare la loro preda ed attenderne il passaggio, appostate sull'estremità di una pianta, su un rametto, un mucchietto di legna o detriti: hanno degli organi sensoriali particolarmente sofisticati capaci di individuare tracce di gas come l'anidride carbonica, presente negli animali a sangue caldo, anche a lunghe distanze.
Durante la loro intera esistenza si nutrono solo tre volte: quando sono allo stadio di larva, di ninfa e di adulto. Muoiono dopo essersi riprodotte e la femmina depone un centinaio di uova.
Se il morso il più delle volte al momento non viene avvertito, in quanto la loro saliva contiene delle sostanze anestetiche, è dopo qualche ora che ci si rende conto dell'accaduto. Sulla zona interessata può talvolta comparire un lieve arrossamento, ma il problema serio può presentarsi anche a distanza di mesi.
Per questo gli esperti consigliano, se possibile, di conservare la zecca sotto alcool oppure di riporla in freezer tra due pezzi di scotch, onde avere l'insetto da mostrare se comparissero problemi, anche a distanza di mesi. La zecca può infatti trasmettere malattie anche molto serie: l'encefalite da zecca, le meningoencefaliti, la babeiosi, la rickettiosi e la malattia di Lyme.
Non tutte le zecche sono infette, quindi non è automatica l'abbinata morso-malattia, ma senz'altro non si deve minimizzare. Tra gli accorgimenti da adottare a titolo preventivo, non c'è certamente quello di rinunciare alle uscite. È opportuno invece indossare abiti chiari, che permettono una facile individuazione del parassita, chiudere gli accessi alla cute, per esempio indossando le calze sui pantaloni lunghi, posare un telo protettivo prima di sedersi a terra, spruzzare prodotti repellenti sugli abiti durante le escursioni, ispezionare abiti e corpo una volta rientrati a casa.
Se abbiamo animali domestici è opportuno applicare su di loro regolarmente del repellente e degli antiparassitari, ed esaminarli attentamente al ritorno dalle passeggiate nella natura. Anche per loro infatti le zecche potrebbero essere veicolo di malattie anche molto gravi.
Se queste precauzioni non bastassero, è bene evitare, una volta individuata una zecca sulla pelle, di stuzzicarla con olio, petrolio, alcool. In tal caso, infatti, l'animaletto può rigurgitare gli agenti patogeni che provocano le malattie. È sufficiente invece utilizzare una pinzetta di quelle adoperate per le sopracciglia ed estrarla con delicatezza afferrandola nel punto più vicino alla cute per evitare la rottura del rostro, ovverosia l'apparato boccale. È opportuno non afferrare la zecca per il corpo per evitare il cosiddetto "effetto siringa". In farmacia sono disponibili pinzette specifiche o penne con un laccio per agevolare la rimozione.
Una volta che ci si è liberati dell'animale, bisogna prestare attenzione alla zona dalla quale si è rimossa la zecca. Se ci fossero gonfiori, arrossamenti, dolori muscolari od agli arti, rash cutaneo, ricorrere subito al medico, evitando la somministrazione fai da te di antibiotici, che non sono sempre necessari. Sperando di non avervi troppo preoccupati, vi auguriamo un piacevole relax all'aria aperta. Tenendo presente che essere accorti non vuol dire essere angosciati, ma nemmeno essere incoscienti del rischio che si potrebbe correre.