Laboratorio Alte Valli - Cuore innovativo
Che animale è il Bufo Bufo? Probabilmente pochi conosceranno la risposta, perchè questo è il nome scientifico di un anfibio terrestre comunemente chiamato rospo (e in piemontese Babi), caratterizzato da una pelle verrucosa, pupille orizzontali, muso appiattito e zampe posteriori corte e tozze.
Il rospo preferisce la terra all'acqua: durante la sua vita si avvicina alle zone umide solo durante il periodo riproduttivo mentre per il resto del tempo ama starsene anche parecchio lontano. Le sue abitudini sono notturne: esce al crepuscolo per girovagare tutta la notte, anche se nelle giornate umide e piovose è possibile incontrarlo anche durante la giornata.
Il suo colore è variabile: da giallo-grigio a bruno-verdastro, muta secondo la stagione, il sesso e l'età. Negli esemplari giovani e immaturi tende al rossastro, scurendosi man mano che l'età avanza, fino a raggiungere sfumature nerastre.
Diffuso in tutta Europa, ma non in Scandinavia e nelle isole, il rospo vive fino ai 1500 metri d'altitudine, mentre nelle fasce superiori, fino ai 2200 metri, la sua presenza è piuttosto sporadica.
I soggetti adulti possono raggiungere una lunghezza di 15 cm e solitamente vivono una decina d'anni: i maschi sono abitualmente di dimensioni inferiori rispetto alle femmine e, nel periodo dell'accoppiamento, sviluppano sulle tre dita interne delle zampe anteriori quelli che vengono chiamati cuscinetti nuziali, che sono degli ispessimenti della pelle che permettono loro di "ancorarsi" meglio alla femmina durante l'accoppiamento.
La maturità sessuale viene raggiunta abitualmente a 3-5 anni, ma molte femmine si riproducono una volta sola, mentre invece i maschi sono soliti tornare più volte nel luogo preposto alla riproduzione.
Il rospo segue una dieta carnivora che include prevalentemente animali di piccola taglia, in genere insetti, coleotteri e gasteropodi, ma non disdegna piccoli vertebrati quali topolini, serpentelli e e lucertole. Il suo continuo gracidare è una sorta di richiamo notturno emesso dal maschio, in quanto la femmina è muta. Ogni femmina è in grado di produrre migliaia di uova, che dispone raggruppate in cordoni gelatinosi lungo i corsi d'acqua a flusso lento o negli stagni.
Caratteristici filamenti di uova di rospo al lago Borello di Oulx
Quando si sente in pericolo il rospo si gonfia, assume una posizione minacciosa e, attraverso due ghiandole sopra gli occhi, secerne una sostanza tossica che rende sgradevole il "gusto" quando qualche animale, come gatti o volpi, tenta di metterlo in bocca. Per l'uomo questa sostanza non è pericolosa, a patto di lavarsi le mani e non toccarsi occhi e bocca.
Quando l'inverno volge al termine, i rospi tendono a lasciare i loro rifugi boschivi risvegliandosi dal letargo nel quale sono piombati ai primi freddi. In special modo nelle notti di pioggia, si dirigono verso i laghi e gli stagni dove si riprodurranno.
Questa migrazione notturna di massa è messa a serio rischio dal passaggio dei mezzi a motore; per questo in alcune zone si costruiscono i rospodotti, sistemi di protezione basati su reti anti-attraversamento e piccoli tunnel creati sotto la carreggiata, per consentire agli anfibi di attraversare le strade senza correre il rischio di venire schiacciati.
È il caso del Comune di Avigliana che ogni anno, in primavera, di concerto con il Parco Alpi Cozie chiude al traffico veicolare la strada che costeggia l'area umida dei Mareschi ed organizza "la notte dei rospi". Un appuntamento durante il quale dei volontari, dopo aver illustrato ai partecipanti le peculiarità di questi animali, indirizzano i rospi verso il "rospodotto", che li condurrà in sicurezza dal bosco alle zone umide dove andranno a riprodursi.
Se il percorso di avvicinamento alla zona umida è lungo, l'accoppiamento inizia già strada facendo: i maschi, che sono sempre in numero superiore, si aggrappano alle femmine, iniziando la fase riproduttiva che verrà ultimata raggiunta la destinazione finale. Dopo un periodo di permanenza in acqua variabile, che va dai 5 ai 14 giorni, la femmina inizia la deposizione delle uova, che, data la quantità, può protrarsi anche per una settimana.
Le uova sono di colore nero, contenute in due cordoni gelatinosi che il maschio si appresta a fecondare e che, grazie ai movimenti della coppia, restano impigliate nella vegetazione del fondale. Dalla loro schiusura nascerano piccole larve nerastre che compiranno la metamorfosi in 2-3 mesi.
A giugno i girini, trasformatisi in piccoli rospetti lunghi appena 1 cm, iniziano a dirigersi dal corso d'acqua al bosco. Resteranno comunque sempre legati al luogo riproduttivo prescelto, dove torneranno sempre, anche se l'ambiente fosse diventato inospitale.
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Pur essendosi già riscontata una notevole riduzione di esemplari, il rospo comune non è ancora in pericolo di estinzione, benchè sia necessario prestare molta attenzione a quelle strade che si trovano nei pressi di laghi, acquitrini, corsi d'acqua dove la sua presenza è maggiore.
Piuttosto abitudinario, il rospo si abitua con lentezza alla colonizzazione di nuovi ambienti: possono addirittura trascorrere decenni prima di assistere a nuovi insediamenti. A minacciarlo sono le bisce, i mezzi a motore, gli scarichi industriali, i concimi chimici e l'inquinamento.
Un vero peccato, in quanto, sebbene l'aspetto non sia troppo gradevole, il rospo è molto utile all'ecosistema: stermina gli insetti nocivi e le lumache, come ben sanno gli agricoltori e gli ortolani. Che, infatti, lo hanno sempre trattato con un occhio di riguardo, lasciando che si aggirasse nelle loro coltivazioni per ripulirle dalle specie infestanti con metodi naturali.