Laboratorio Alte Valli - Cuore innovativo
Volteggiano nottetempo sulle nostre teste, ma difficilmente qualcuno estasiato si ferma ad osservarli. Eppure i pipistrelli non sono animali da temere, bensì c’è da rallegrarsi quando li si avvista nei pressi di casa.
Appartenenti all’ordine dei chirotteri, sono il secondo gruppo di mammiferi più numeroso dopo i roditori. Con i roditori hanno in comune la conformazione fisica (c'è chi li definisce topi volanti) ma in più hanno le dita unite tra di loro da una membrana (denominata patagio) che prosegue lungo i fianchi e gli arti inferiori. È proprio la membrana, vascolarizzata, a consentire all’animale di effettuare il volo, con velocità variabili a seconda della specie di appartenenza.
Gran parte dei pipistrelli sono ricoperti da fitta pelliccia, ma possono assumere dimensioni molto differenti. Si va dai due grammi di peso del pipistrello calabrone ad alcune specie che possono raggiungere un peso di oltre un kg e mezzo ed un’apertura alare di circa 180 centimetri. Non sono comunque diffuse in Italia, dove ne sono state individuate 35, tutte di piccola taglia. Trenta di queste sono diffuse nelle Alpi, e quindi anche nel nostro territorio: Rinofolo, Vespertilio, Pipistrello, Nottola, Serotino, Orecchione...
I pipistrelli diffusi sul nostro territorio sono microchirotteri, diffusi in tutte le regioni del pianeta con esclusione dei Poli e di alcune isole oceaniche. Particolarità comune a tutte le specie è l’ecolocalizzazione, che permette loro di percepire l’ambiente circostante emettendo segnali acustici, in prevalenza ultrasuoni, valutando la riflessione delle onde sonore usando come ricettori le orecchie, con lo stesso principio dei radar.
I pipistrelli si nutrono di insetti, ma talvolta anche di piccoli vertebrati quali pesciolini, avannotti e uccelli. Sono soliti rifugiarsi in anfratti, grotte, cavità di alberi, edifici e grandi alberi privi di foglie. Abitualmente sono localizzati in grandi colonie, ma alcune specie sono più solitarie o limitano i lori gruppi ai membri della famiglia.
Quando riposano sono appesi a testa in giù, posizione che agevola la fase iniziale del volo, consentendo di prendere velocità in modo agevole. Sono tante, tuttavia, le informazioni, spesso errate ed allarmanti, che circolano tra le popolazioni. Il pipistrello, fin dall’antichità, è infatti visto come una specie demoniaca.
Per saperne di più abbiamo chiesto ragguagli a Paolo Debernardi, funzionario e guardaparco dell’Ente di gestione delle aree protette Parchi Reali, nonché chirotterologo, ovvero studioso del genere.
Quale rischio possiamo correre se entriamo in un antro buio ed abbandonato che i pipistrelli hanno colonizzato? È vero che ci possono strappare i capelli?
“Si tratta di una leggenda metropolitana – spiega Debernardi – priva di alcun fondamento. Il pipistrello non arreca nessun danno all’uomo, anzi è un ottimo termometro dell’ambiente. Nutrendosi di insetti, infatti, ha un ruolo decisamente importante nell’ecosistema. Un pipistrello, in una sola notte, può arrivare a nutrirsi di una quantità di cibo pari ad un terzo del suo peso: in tal modo fa piazza pulita di insetti che potrebbero arrecare danni alle coltivazioni e rappresenta una fonte di risparmio per i fitofarmaci, a beneficio della salute del pianeta. Proprio nutrendosi di insetti, spesso i pipistrelli accumulano nel loro corpo sostanze chimiche diffuse nell’ambiente ed il loro studio permette di avere utili indicatori della salute del territorio.
Tuttavia, a partire dagli anni ‘60, il loro numero si è notevolmente ridotto, a causa di una serie di fattori che incidono sulla loro sopravvivenza. In primis lo stress ambientale provocato dal disboscamento, dal degrado dell’ambiente e dalla distruzione dei rifugi".
Quindi Paolo Debernardi ci consiglia di collocare una batbox in giardino?
“Le batbox, che altro non sono che case per pipistrelli – spiega l’esperto – hanno ricoperto un’importante funzione nel campo della divulgazione, ed ora la gente accetta questi animali. Tuttavia collocare una casetta per i pipistrelli è utile per difendersi dalle zanzare, ma dal punto di vista della conservazione della specie non ha valenza.
Il pipistrello vive benissimo anche in città, dove trova anfratti o cassonetti delle tapparelle che per lui rappresentano una sorta di tronco orizzontale. Certo l’ideale sarebbe offrirgli un habitat ricco di alberi. Le querce possono vivere 900 anni. In Europa spesso le si taglia intorno ai 120, in Italia non andiamo oltre i 60/90 anni. Servirebbe un ciclo completo dell’albero, in grado di offrire all’animale funghi, insetti, insomma di garantire la sua sussistenza.
È raro che nell’ambiente il pipistrello trovi una grotta calda, un sottotetto od uno scantinato, un castello od un’abbazia buia dove nessuno vada a disturbarlo. La batbox non è una soluzione definitiva, ma ben venga se serve a far prendere coscienza alla popolazione dell’importanza della tutela della specie”.
Batboxes (Case per pipistrelli)
Ad occuparsi dei piccoli sono le femmine, che danno vita a vere e proprie colonie, le cosiddette nursery, nelle quali partoriscono, allattano ed allevano i loro cuccioli (di solito uno per femmina). È molto importante non disturbarle in questa fase. L’allattamento dura quattro settimane ed il latte è molto ricco di proteine, grasso ma digeribile. “Dopo questo periodo – precisa Debernardi – i cuccioli sono già in grado di svolazzare via da soli. I pipistrelli non si spostano tantissimo, ma alcune specie riescono a coprire una distanza pari a 1900 km, ovverosia dal Nord Europa arrivano fino in Toscana”.
La convivenza tra uomo e animale è quindi possibilissima. Se un pipistrello dovesse per caso avventurarsi in casa nostra, non sarà il caso di spaventarlo. Basterà chiudere la porta della stanza e lasciare aperta la finestra. Si allontanerà da solo.
Inoltre, non ci si deve preoccupare di eventuali deiezioni che si dovessero rinvenire, spesso confuse con escrementi di altri animali. Il guano del pipistrello non è pericoloso, né ricettacolo di chissà quali malattie: “Non vi è alcun disagio – rassicura Debernardi – lo si può raccogliere con uno spazzolino e sbriciolare per concimare un vaso di gerani, ad esempio. È un ottimo fertilizzante e non ha alcuna conseguenza igienico sanitaria”.
E se qualcuno venisse a dirvi che i pipistrelli trasmettono la rabbia, sappiate che il virus è appannaggio di alcune specie di pipistrello in America, e che la malattia viene trasmessa tramite morso. Nessuno l’ha mai contratta in Italia da un pipistrello, ma nel dubbio non è comunque il caso di manipolare l’animale. Meglio invece rivolgersi a personale specializzato.
Per tutte le curiosità su questo mammifero, che pur se non grazioso è comunque utilissimo, è un valido riferimento il sito www.centroregionalechirotteri.org. Dove sono reperibili le linee guida per una convivenza pacifica, buffe storielle e curiosità ed anche un simpatico attestato di certificazione di dimora doc, rilasciato da un sorridente pipistrello. Perchè siamo sicuri che, dopo questa lettura, anche voi sarete impazienti di dargli ospitalità.