Laboratorio Alte Valli - Cuore innovativo
"Mi piacerebbe riuscire a dormire come un ghiro!", si dice... Già, perchè questo buffo roditore dagli occhi vispi, uno dei più antichi esemplari esistenti sulla terra, è per antonomasia un animale che attraversa un lungo periodo di letargo.
Appartenente alla famiglia dei Gliridi, molto simile ad uno scoiattolo, è di dimensioni ridotte: non supera infatti i 30 cm di lunghezza. Il suo muso allungato ha occhi vispi, sporgenti, orecchie tonde e le vibrisse come i gatti (nella foto di copertina lo vediamo curioso appoggiato ad una grondaia). Dotato di incisivi molto affilati, rosicchia senza problemi il legno.
È ricoperto da una pelliccia grigia e marrone, che si schiarisce sul ventre fino a divenire quasi bianca, ed ha una coda lunga e folta, che può raggiungere metà delle sue dimensioni. Pesa poco, tra i 70 ed i 180 grammi, e dopo 10 mesi dalla nascita ha raggiunto l'età adulta. In genere non supera i 6 anni di vita.
Si accoppia alla fine del letargo, in primavera; la gravidanza dura un mese ed il parto avviene d'estate, con un cucciolata variabile da 2 a 8 esemplari. I ghiri neonati nascono ciechi e glabri: resteranno con la mamma nella loro tana fino a tre settimane di vita, quando saranno pronti per fare il loro ingresso nel mondo esterno. Per difenderli dagli attacchi dei predatori, la tana viene costruita in cima agli alberi.
Diffuso un po' ovunque sul territorio italiano, isole comprese, vive nelle cavità degli alberi o nelle fessure di una vecchia baita, dove allestisce la propria dimora impiegando foglie, corteccia, muschio.
Quando non è in letargo il ghiro abbandona la sua residenza al calare del sole e trascorre le nottate alla ricerca di cibo, ed a volte lo si vede saltare di albero in albero: ama stare in piccoli gruppi e scorrazzare rincorrendo i suoi simili. Quando si installa in abitazioni abitate rovina il sonno degli inquilini con le sue rumorose scorribande notturne, di corsa sulle tegole o nei sottotetti.
Si alimenta di frutti di bosco, nocciole, castagne, ghiande, bacche ed uova di animali. Si ciba anche di fiori e raramente si nutre di insetti. Quando sono numerosi i ghiri arrecano gravi danni ai frutteti vicini al bosco: hanno infatti l'abitudine di rosicchiare una grande quantità di frutti senza consumarli completamente. Sono particolarmente temuti dai coltivatori di nocciole.
L'habitat del ghiro e la sua tipica posizione in letargo (disegni di Elio Giuliano da "Nel Parco con gli Acquarelli", ed. Parco Orsiera Rocciavré)
Durante il letargo il ghiro si ripara avvolgendosi circolarmente su se stesso, per mantenere la temperatura corporea costante e ridurre il metabolismo. Il letargo dura tra i 6 ed i 7 mesi, ma non è continuo: ogni tanto il ghiro si sveglia per mangiare, attingendo dalle provviste che ha prudentemente accumulato nella tana.
Appartenente alle specie protette (in Italia ciò è avvenuto nel 2006, molto più tardi rispetto ad altre nazioni), il ghiro è stato a lungo cacciato per la prelibatezza della sua carne, che pare spopolasse tra gli antichi romani. Ne viene fatta menzione nella Cena di Trimalcione di Petronio: gli animali all'epoca erano erano allevati con altre bestiole in vivari, per essere poi degustati come antipasto.
Benchè sia un animale riservato ed abituato a trascorrere molto tempo nella tana, non è assolutamente silenzioso. Tutte le sue attività, incluso il sonno, sono infatti contraddistnte da squittii continui. Quando è minacciato, il ghiro si posiziona in un assetto da difesa. In piedi, batte le zampe quasi come stesse applaudendo, emettendo un suono simile ad un ronzio. Inoltre, per non farsi afferrare dai predatori, ha la capacità di perdere una parte della coda.
Potete anche invidiarlo perchè si concede lunghi periodi di riposo, ma se pensavate che passasse l'intera giornata a dormire vi stavate dunque sbagliando...
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