Laboratorio Alte Valli - Cuore innovativo
Il rapporto tra cinghiali ed essere umani non è dei più idilliaci, tant'è che la specie è stata inserita tra le cento più dannose del pianeta: l'animale, come documentano le cronache, è un flagello per le colture e può rappresentare un rischio per gli automobilisti in transito.
La massiccia presenza del cinghiale (in copertina in una bella immagine di Dante Alpe) nelle nostre valli si intuisce osservando il terreno rivoltato dei pascoli e dei boschi, particolarmente evidente sul finire dell'estate quando gli animali si concentrano sui terreni dove hanno pascolato le mucche. Qui, sotto ai molli escrementi lasciati dai bovini, si annidano grasse larve di scarabeo e di altri insetti, di cui sono ghiotti questi animali.
Mammifero artilodattilo della famiglia dei Suidi, ha un mantello grigio nerastro che muta secondo la stagione ed il suo peso oscilla tra i 100 ed i 200 kg. Massiccio, dal corpo squadrato, ha zampe corte e sottili che terminano con quattro zoccoli: i due anteriori poggiano sul terreno, mentre i due laterali, più corti, permettono una miglior distribuzione del peso su terreni soffici o fangosi.Il cinghiale è rapido e si muove veloce, abitualmente seguendo traiettorie rettilinee. La coda, che agita se irritato, è completamente ricoperta di setole e può raggiungere i 40 cm di lunghezza.
Oltre al corpo, anche la testa è massiccia. Ha un muso conico che termina nel grugno, fortemente innervato, che gli consente grande sensibilità tattile ed olfattiva. Gli occhi sono obliqui, piccoli e laterali, e consentono una visione molto ampia, anche se la vista è piuttosto debole. La dentatura è caratterizzata da 44 denti: i canini, detti anche zanne, sono in crescita continua, ma solo nel maschio fuoriescono dalla bocca. Il cinghiale è un animale potenzialmente pericoloso proprio perché i canini inferiori (chiamati difese), più grandi, sfregano costantemente con quelli superiori (coti) e si mantengono affilati come lame.
Si nutre principalmente di vegetali (ghiande, frutti, bacche, tuberi, radici e funghi), ma talvolta integra la dieta con generi animali (insetti, invertebrati, uova, carne, pesce, rane, serpenti...). La pelle è quasi completamente ricoperta da setole. La loro caratteristica è di essere molto rigide, il che le ha rese idonee alla produzione di spazzole e pennelli. Il cinghiale emette un verso che si chiama grugnito, ma sbuffa anche dalle narici e, se impaurito, lancia un acuto gemito.
È un animale essenzialmente notturno e trascorre la giornata al riparo della vegetazione, riposando disteso in buche che scava con il muso e gli zoccoli. Gli avvistamenti non sono frequenti, e il più delle volte si riducono ad una massa scura che corre sbuffando tra i cespugli. Le femmine vivono in gruppi di una ventina di esemplari con i loro cuccioli, alla cui guida è la scrofa più anziana. I maschi più anziani, invece, conducono vita solitaria per gran parte dell’anno, i giovani non ancora accoppiati si riuniscono in gruppetti.
Cinghiale in Alta Valle (Federico Milesi).
Ogni gruppo di cinghiali occupa un territorio dell’ampiezza di circa 20 km quadrati, delimitato da secrezioni odorose delle zone labiali ed anali. Lo abbandona solo nel periodo degli amori: a seconda del clima e dell’abbondanza di cibo, la femmina di cinghiale può andare in estro da una a tre volte l’anno. In questo periodo i maschi seguono le piste odorose lasciate dalle femmine e percorrono grandi distanze alla loro ricerca. Raggiunto il gruppo femminile, minacciano gli avversari con faccia a faccia, spruzzi di urina, raspamento del terreno, schiumando saliva.
Se l’avvertimento non basta, danno avvio al combattimento vero e proprio, che si risolve con la supremazia di uno dei corteggiatori. Questi provvede ad accoppiarsi ripetutamente con le varie femmine (fino ad otto per il maschio più vigoroso). Concluso l’estro femminile, il maschio torna alla vita solitaria, fino alla successiva stagione amorosa. La gravidanza del cinghiale dura circa 115 giorni e si conclude con la nascita di un numero variabile di cuccioli, da tre a dodici per parto, che restano abitualmente con la madre fino all’anno di vita. In natura c'è una forte selezione, per cui solo una parte dei nuovi nati sopravvive: nella foto in alto si vede una femmina con l'unico giovane sopravvissuto. La femmina in questo periodo può essere aggressiva: nel caso di un incontro è importante lasciare loro sempre una via di fuga.
A differenza di ciò che si crede, il cinghiale ha molta cura della sua igiene: pratica l’insoglio, ovverosia il rotolamento nel fango, per rinfrescare il corpo nei mesi caldi, favorire la cicatrizzazione delle ferite e liberarsi dai parassiti. Terminato il bagno si sfrega contro alberi resinosi (pini, abeti, larici) a cui incide la corteccia a colpi di zanna.Originario dell'Eurasia e del Nordafrica, l'animale ha subito nel corso dei millenni continue decimazioni e reintroduzioni, ma si è sempre adattato. Nelle nostre zone il suo principale predatore è proprio l'uomo, seguito dal lupo.
La sua carne è ambita, anche se soppiantata dal consumo di quella di maiale. Ma un piatto a base di carne di cinghiale (si pensi alle pappardelle al ragù) continua a rappresentare, per gli estimatori del genere, una vera prelibatezza. L'aspettativa di vita dei cinghiali in natura è di circa 10 anni, mentre in cattività possono raggiungere anche i 30 anni.
Per ovviare alla diffusione incontrollata della specie, ogni anno vengono predisposti dei piani di prelievo selettivo, suddivisi sulla base del distretto/settore gestionale, i cui numeri ben sintetizzano la larga diffusione dell'animale nelle nostre zone: la statistica 2018 (aggiornata a fine dicembre) del CATO3, comprensorio alpino che raggruppa valle di Susa e val Sangone parla di 728 esemplari abbattuti (552 in valle di Susa e 176 in val Sangone).