Laboratorio Alte Valli - Cuore innovativo
Maestoso, imponente, affascinante: chi ha la fortuna di trovarsi dinnanzi un cervo rimane colpito dalla bellezza dell'animale (nella foto di copertina i cervi sono stati immortalati di Maria Laura Verdoia all'alba a Chateau Beaulard).
Il cervo è un mammifero diffuso in quasi tutta l'Europa, nell'intera Asia, in Oceania (grazie all’introduzione da parte dell'uomo) e nelle due Americhe, mentre è invece completamente estinto in Africa. Nelle nostre zone è presente il cervo reale (detto anche cervo rosso, cervo nobile o più semplicemente cervo europeo), che raggiunge dimensioni considerevoli: può infatti avere un’altezza media al garrese di un metro e 30 centimetri, una lunghezza di circa 2 metri ed un peso che oscilla tra gli 80 ed i 200 kg. Leggermente inferiori, invece, le dimensioni delle femmine.
Nonostante l’ingombrante figura, il cervo si muove agile e rapido (in piena corsa può raggiungere e superare i 60 km/h), con un’eleganza innata. Il suo mantello cambia colore in base alle stagioni: bruno-rossastro d’estate, tende al grigio durante l’inverno. I piccoli invece nei primi mesi di vita hanno una splendida pelliccia maculata.
Cervo sguazza nel fango (Dante Alpe)
Il suo aspetto imponente è in gran parte dato dal palco di corna, una struttura ossea che ogni anno viene rinnovata e che, non di rado, capita di rinvenire nei boschi, abbandonato dall’animale durante la sua fase di muta.
Il palco, che può arrivare addirittura a pesare 15 kg, si stacca in inverno, alla fine della stagione degli amori (nella quale viene usato per i combattimenti tra pretendenti). Costituito da un tessuto osseo che cresce in base ad età ed alimentazione, lascerà il posto al nuovo palco, che spunterà tra febbraio e marzo. Quello nuovo avrà una ramificazione aggiuntiva, che starà ad indicare un nuovo anno di vita.
Questo cambiamento, per l’animale, è fastidioso: durante la crescita del nuovo palco, il cervo accusa dolore e quindi, essendo particolarmente nervoso, tende a sfogare la sua sofferenza intensificando la sua alimentazione.
Cervo con corna in crescita, ancora ricoperte di "velluto" (Maria Rita Brun)
Il cervo predilige boschi e foreste di conifere o latifoglie, privilegiando quelli che si trovano lungo i corsi d’acqua. In autunno resta a valle, ma durante l’estate raggiunge pascoli a quote maggiori. È un animale estremamente timido e diffidente e, nonostante la sua mole, in caso di pericolo scompare rapidamente nella foresta. Le sue abitudini sono crepuscolari o notturne, per cui le possibilità di vederlo allo scoperto aumentano alle prime luci dell’alba o all’imbrunire.
Questo animale è ammantato di un alone simbolico: il ciclo del palco viene paragonato al continuo rinnovarsi della vita e la sua figura fa capolino da quasi tutte le religioni e mitologie, assumendo di volta in volta vari significati.
Diffusissimo nell’iconografia cristiana, il cervo è un simbolo di innocenza e purezza. La mitologia celtica lo considera un animale soprannaturale, e con le sue corna i celti realizzavano amuleti e talismani. Il dio Cernunnos, a capo di tutti gli animali della foresta, aveva le sembianze di un cervo che irraggiava una luce divina dal suo palco.
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Erbivoro e molto adattabile all'ambiente che lo ospita, il cervo varia la sua dieta sulla base della disponibilità alimentare di stagione. Così, in autunno e d’inverno si nutre di frutti selvatici, bacche ed erba secca, ripiegando sulla corteccia degli alberi quando il resto inizia a scarseggiare. In primavera e d'estate, invece, apprezza parecchio il foraggio, i frutti selvatici e le gemme.
I maschi, a livello riproduttivo, sono più precoci delle femmine, raggiungendo la maturità sessuale tra il primo ed il secondo anno di vita. Le cerve, invece, si riproducono a partire dal terzo anno, con una gestazione (abitualmente di un solo cucciolo a gravidanza), variabile tra i 7 mesi e mezzo e gli 8 mesi scarsi.
Il parto avviene in genere a maggio e giugno e, nelle prime settimane, i cuccioli vivono nascosti tra i cespugli, dove le madri tornano per allattarli. Faranno il loro ingresso nel branco più tardi, una volta sufficientemente indipendenti.
Il bramito del cervo
Particolarmente affascinante è la stagione degli amori, quando l’animale emette il bramito, una sorta di richiamo pre-accoppiamento che si può sentire anche a distanza di chilometri, oltre che un segnale per dissuadere altri pretendenti. In questi casi infatti gli scontri tra i maschi possono essere anche molto cruenti, e portare a volte alla morte di uno dei due rivali.
I branchi sono composti dalle femmine e dai loro cuccioli: a capo di ognuno di essi è una cerva adulta. Solo durante la stagione degli amori, da settembre ad ottobre, il maschio vi si avvicina ed entra a farne parte, per poi lasciarlo al termine di questo periodo.
Video di Ezio Giuliano Filmmaker