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L’arrivo delle rondini mette subito di buon umore perché, benché sia noto il detto “una rondine non fa primavera”, l’avvistamento di questi uccelli migratori, appartenenti all’ordine dei passeriformi, annuncia l’imminente risveglio stagionale dopo il lungo periodo invernale.
Le rondini nidificano nell’emisfero settentrionale del globo e si trasferiscono a svernare in quello meridionale. La rondine comune (Hirundo rustica), diffusa in Europa, Asia, Africa e Americhe, si contraddistingue per un corpo esile e aerodinamico, evolutosi per permettere la caccia agli insetti durante il volo, con un notevole risparmio di fatica rispetto agli altri passeriformi con stessa massa corporea.
Le rondini possono raggiungere velocità comprese tra i 50 e i 65 km orari, ma si nutrono in genere mentre stanno volando a 30/40 km all’ora. Hanno corpo snello, lunghezza di una ventina di centimetri, con lunghe ali appuntite ed un peso che oscilla tra i 10 e i 60 grammi. La coda, lunga e biforcuta, permette una grande manovrabilità in volo, oltre a fungere da ornamento sessuale.
Rondine (Maria Rita Brun).
Il becco è corto, di colore grigio; la sottospecie europea ha dorso blu scuro, quasi nero, ventre grigiastro, separato con una fascia blu da gola e fronte che sono di colore rosso.
La rondine comune non presenta dimorfismo sessuale, pertanto è molto difficile riconoscere i sessi; in altre sottospecie invece la coda è decisamente più lunga nei maschi e riveste un ruolo importante nella scelta del partner ad opera della femmina.
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Più che per il camminamento, le zampe delle rondini, con le dita anteriori parzialmente unite alla base, sono idonee per l’appollaiamento. Basta osservare una rondine durante il movimento a terra, infatti, per verificare come la sua andatura sul suolo sia piuttosto ondeggiante.
Lunghi voli, da nord a sud, in cerca del caldo
Già dal nome scientifico, quel “rustica” che sta ad indicare la campagna, si intuisce la diffusione della rondine nelle aree agricole, ove è facile vederla impegnata a cacciare in volo, singolarmente o raggruppata in stormi, spesso sovrapposti a quelli di rondoni.
Prevalentemente insettivore, le rondini si nutrono anche di frutta e piante e nidificano sotto le sporgenze degli edifici. I nidi, costruiti con fango e sterpaglie che l’uccello trasporta con il becco, vengono realizzati sotto tetti di case, fienili e stalle ed hanno la forma di una coppa aperta.
Rondine e nido (Maria Rita Brun).
La deposizione avviene un paio di volte l’anno, eccezionalmente anche tre, con 4/5 uova, covate alternativamente dai genitori per poco più di quindici giorni. I piccoli, dopo la schiusa, restano nel nido per una ventina di giorni, al termine dei quali sono pronti a spiccare il volo.
In Italia la legge tutela i nidi di rondine, che è vietato distruggere, ma nelle aree di svernamento l’uccello viene spesso scacciato dalle abitazioni perché la presenza di un nido può essere fonte di imbrattamento di muri e abitazioni (cosa che, con qualche accorgimento, è però possibile evitare).
La sua presenza si è quindi sensibilmente ridotta, e ciò rappresenta un problema, poiché la rondine durante l’estate contribuisce sensibilmente a contenere la diffusione delle zanzare.
È affascinante scoprire il lungo percorso che le rondini coprono con l’arrivo della brutta stagione. Alle soglie dell’autunno, infatti, gli esemplari europei spiccano il volo verso il sud Africa, coprendo distanze fino a 11 mila km. Le rondini che provengono dal nord Europa transitano dalla Spagna e attraversano le aree desertiche dell’Africa per raggiungere il Congo, mentre le rondini italiane arrivano in sud Africa dopo aver attraversato il Mediterraneo ed essere transitate per la valle del Nilo.
Un simbolo di buon auspicio, da tutelare
La rondine da sempre esercita sull’uomo un fascino potente, in virtù del suo puntuale ritorno dai luoghi di svernamento. Spesso protagonista di proverbi regionali, favole e poesie, è in genere vista in ottica positiva e, come si diceva, con chiara connotazione temporale. Un tempo si diceva “A San Benedetto la rondine sotto il tetto”, per indicare il ritorno della primavera nella giornata del 21 marzo, un tempo dedicata a San Benedetto (che oggi invece è ricordato l'11 luglio).
Per gli estoni, la rondine simboleggia la libertà e felicità eterna, tanto che la credenza popolare induce a pensare che la sua uccisione venga punita con la cecità. Nella cultura islamica la rondine simboleggia la buona compagnia, in quella cristiana la Resurrezione e la passione di Cristo e, da sempre, il nido della rondine viene associato alla casa dell’uomo e alla familiarità.
Anche Pascoli, con il componimento intitolato “X agosto”, paragona il rientro della rondine che tornava al nido, uccisa e caduta tra le spine, a quella del padre che non fa rientro a casa dalle sue bambine cui portava in dono delle bambole.
Rondinelle (Anna Gelmetti).
All’entusiasmo per la vista di questo grazioso uccello non corrisponde tuttavia, da parte umana, sufficiente attenzione alla sua sopravvivenza. Le rondini, un tempo molto più diffuse, oggi sono minacciate dall’aggressività nei confronti dell’ambiente e dalla trasformazione dei territori. L’agricoltura intensiva e l’impiego di insetticidi hanno ridotto la presenza di insetti, principale fonte del loro sostentamento.
Se vogliamo godere ancora della loro vista, emozionandoci dinnanzi al pigolìo dei piccoli rondinotti che aspettano a becco aperto con voracità il rientro dei genitori con il nutrimento, dovremmo a preoccuparci di tutelare la biodiversità territoriale.