Laboratorio Alte Valli - Cuore innovativo
Vorace e rapida, l'aquila reale (in copertina in una splendida foto di Luca Giunti, scattata al Frais) è un rapace che si distingue per la notevole prestanza fisica e la sua robustezza. È infatti dotata di una grande testa, di un becco potente ed uncinato, di zampe fornite di artigli ricurvi acuminati. Le sue ali sono molto ampie e ricoperte di piume fino agli artigli. L’aquila reale raggiunge una lunghezza variabile tra i 70 ed i 120 cm, coda inclusa, con un peso che può oscillare tra i 3 ed i 7 kg. Mentre gli esemplari giovani sono contraddistinti da piumaggio bianco, man mano che l’età avanza le penne assumono un colore fulvo.
Piuttosto comune sulle nostre montagne, come sui rilievi di tutta Europa, è invece assente in Islanda ed Irlanda, dove dal 2001 è iniziato un tentativo di ripopolamento. Nella nostra penisola è presente, oltre che sull’arco alpino, sull’appennino e sui rilievi sardi e siciliani. L’aquila caccia in duplice modo: all’agguato ed in volo, abitualmente in coppia. Un esemplare spaventa la preda e vola più basso, l’altro dall’alto la ghermisce.
Aquila in volo su Cels - Dante Alpe
Il rapace possiede una vista incredibile (circa 8 volte quella umana) con la quale individua dall’alto le sue vittime e, dopo averle immobilizzate, inizia a divorarle ancora vive. Se si tratta di volatili, abitualmente fagocita tutto, salvo poi rigurgitare ossa e piume che non riesce a digerire. Si nutre di animali di varie specie: preda infatti fagianidi, corvidi, piccioni, ma non si limita esclusivamente agli uccelli, catturando anche marmotte, lepri, tartarughe, volpi, conigli, giovani cerbiatti e serpenti.
Fin dall’antichità, è sempre stata vista come animale invincibile. I Sumeri, che l’avevano assurta a sovrana del cielo e della terra, la rappresentavano come animale con corpo d’aquila e testa di leone.
L’aquila, simbolo di nobiltà, fierezza ed orgoglio, viene citata anche da Dante Alighieri nella Divina Commedia, ma è stata spesso raffigurata anche su stemmi araldici e bandiere, oltre che presa a prestito per rappresentare squadre sportive.
Le credenze popolari le attribuiscono la capacità di poter fissare il sole senza che i suoi occhi subiscano alcun danno, ma sono molteplici i miti tramandati nel tempo. Per gli sciamani asiatici l’aquila è il simbolo di Dio, che trasporta l’anima dello sciamano durante la sua fase di iniziazione.
Per la mitologia greca l’aquila è la trasformazione di Zeus, ma anche un uccello aruspice, ovvero portatore dei presagi divini agli uomini. Per i greco-romani l’aquila, spesso raffigurata con i fulmini tra gli artigli, è la portatrice delle saette di Giove, ma al contempo protegge anche dagli strali, tant’è che i greci usavano inchiodare sulle loro abitazioni raffigurazioni del rapace. Indiscussa è la sua maestosità, che fece sì che, oltre che dal Sacro Romano Impero, venisse utilizzata come simbolo da tutte le nazioni e condottieri intenzionati ad emulare la grandezza dell’antica Roma. Anche la chiesa cattolica la valorizzò, essendo l’aquila simbolo dell’evangelista Giovanni e quindi della spiritualità.
L’aquila è un animale fedele per la vita: dopo aver occupato un territorio resta stanziale per molti anni, disseminando anche una decina di nidi e scegliendo via via il più idoneo al momento. Si accoppia nel mese di marzo, a terra, dopo aver dato vita ad un rituale spettacolare, denominato danza del cielo, che vede maschio e femmina protagonisti di singolari evoluzioni aeree. Dopo circa un mese e mezzo di cova, le uova si schiudono ed il maschio, che fino a quel momento era stato poco presente, ricompare per nutrire la madre ed i piccoli.
Aquila Reale - Batti Gai
Abitualmente i pulcini spiccano il primo volo a due mesi e mezzo, e dopo 5 mesi e mezzo dalla nascita diventano indipendenti. È allora che vengono accompagnati dai genitori fuori dal territorio ove sono nati, per iniziare la loro vita nomade. Vita che abitualmente prosegue in cattività fino a 15/20 anni, anche se la sopravvivenza della specie è falcidiata da disboscamento, bracconaggio e cattura dei nidiacei.