Laboratorio Alte Valli - Cuore innovativo
Il Nebbiolo è un vitigno piemontese di alta qualità a bacca nera, adatto per vini da invecchiamento. Il termine sembra derivare da "nebbia", ma non è chiaro se per definire l'aspetto dell'acino, scuro ma appannato da abbondante pruina, oppure se dovuto alla maturazione tardiva delle uve, che porta spesso a vendemmiare nel periodo delle nebbie autunnali.
Questo vitigno produce uve che hanno un ottimo equilibrio tra colore, corpo, acidità, aromi persistenti e volatili, robustezza alcolica. È quindi uva adatta ad essere vinificata in purezza o con minimi apporti, a produrre vini definibili "nobili" di gran corpo e durata, previa adeguata maturazione.
Columella, scrittore romano del I secolo d.C., aveva definito il Nebbiolo come un vitigno "dai grappoli di uva nera che danno vino da località fredde", identificandolo quindi come proveniente da zone caratterizzate da inverni rigidi.
Oggi è coltivato soprattutto nelle colline di Langhe-Roero ed in alcune zone di Monferrato, Canavese e Astigiano, ma da qualche tempo la sua coltivazione è ritornata anche sulle colline rivolesi, dove il nebbiolo trova una tra le testimonianze più antiche della sua coltivazione.
Vigna Raffaele, il primo reimpianto di uve Nebbiolo a Rivoli (Azienda Vinicola Pierro).
Un rotolo di pergamena riguardante i resoconti della Castellania di Rivoli, oggi conservato nell’archivio storico di Torino, dà infatti conto della produzione vinicola del 1266 con questa dicitura: “De exitu vinearum de nibiol hoc anno (1266) ccc sexstari”, e cioè “la produzione di Nebbiolo dell’anno 1266 è di 125 Hl”.
È quindi evidente che la coltivazione di questo vino sulla collina morenica di Rivoli era presente già nel XIII secolo, come confermano sia Stanislao Cordero di Pamparato, nel testo "Documenti per la storia del Piemonte (1265-1300)", che lo storico Luigi Cibrario.
Una delle 700 barbatelle di Nebbiolo messe a dimora dall'azienda agricola di Giuliano Bosio ad Almese.