Laboratorio Alte Valli - Cuore innovativo
La denominazione di origine controllata “Valsusa", regolata da un Disciplinare approvato con DM 31.10.1997, è riservata al vino rosso proveniente da vigneti Avanà, Barbera, Becuet, Dolcetto e Neretta cuneese, da soli o congiuntamente.
La denominazione “Valsusa” con la specificazione di uno dei vitigni Baratuciat, Avanà e Becuet è riservata ai vini ottenuti da uve provenienti da questi vigneti (per almeno l'85%).
L'area viticola comprende 19 Comuni in Bassa e Alta Valle di Susa: Almese, Borgone di Susa, Bruzolo, Bussoleno, Caprie, Chianocco, Chiomonte, Condove, Exilles, Giaglione, Gravere, Mattie, Meana di Susa, Mompantero, Rubiana, San Didero, San Giorio di Susa, Susa, Villar Focchiardo.
PRODUZIONE ATTUALE DOC
Sono 15 ettari quelli vitati con vigneti a DOC - per un totale di 16 aziende. Solo 9 aziende però hanno rivendicato nel 2021 la produzione a DOC, per un totale di circa 98.000 bottiglie, tenuto conto che è stata un’annata con resa bassa, pari a circa 15% in meno rispetto alla media. Oltre ai vini DOC, in Valle di Susa si producono diverse varietà di vini rossi e bianchi “da tavola”, blend rossi, bianchi e rosé e anche bollicine sia da autoctoni che da vitigni internazionali come lo chardonnay, e in purezza anche Barbera e Dolcetto di montagna.
Una citazione merita il “Vino del Ghiaccio”, eiswine passito, prodotto in piccolissime quantità da spremitura tardiva invernale di uve nere lasciate in pianta. Protette da reti, e vendemmiate all’alba quando le temperature notturne medie scendono intorno agli 8/9 gradi sotto zero.
Fra le altre uve allevate si segnalano quindi Barbera, Dolcetto, Neretta cuneese, Chatus e Carcairun ‘d Fransa (Gamay) e piccole quantità di Moacato, Grisa Rousa e Grisa Nera
Complessivamente la produzione in area DOC e sino alla Collina Morenica di Rivoli, geograficamente il terminale della Valle di Susa ammonta a circa 230.000 bottiglie, per un totale di una ventina di aziende, con un trend positivo in lenta ma costante crescita.
NOTE STORICHE
La Valle di Susa gode di un prezioso microclima, al riparo dai venti freddi del Nord, dimostrato anche dalla presenza di alcune varietà vegetali tipiche del clima mediterraneo fra cui l’ulivo.
L’ambiente è particolarmente favorevole alla coltura della vite avendo solo il 20% delle precipitazioni annue in estate. Questa caratteristica, unita alla ventosità elevata e al buon soleggiamento, creano le condizioni ottimali per permettere la coltivazione della vite anche oltre gli 850 metri di altezza, una condizione unica nel Piemonte.
Di grande importanza per la diffusione della vitivinicoltura fu il monastero benedettino della Novalesa. In un documento del 739 il fondatore dell’abbazia – Abbone – nominando come erede universale il monastero citò nell’elenco dei beni diverse località con vigneti. Più recenti sono le testimonianze storiche della viticoltura in Valsusa e, in particolare, nel comune di Chiomonte dove già intorno all' anno mille vi erano terreni coltivati dalla Prevostura di Oulx in regione “Segneur” col vitigno “Avanà”.
Alla fine del XII secolo testimonianze storiche riportano che i vigneti venivano sottratti ai signorotti locali e nessun tipo di tassa ostacolava il commercio del vino. Dello stesso periodo storico sono le prime misure di carattere protezionistico nei confronti del vino come il divieto di introdurre vini da altre zone per poter consolidare il commercio e gli scambi che le popolazioni locali avevano con la Francia.
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Sino alla fine del XIX secolo l’area compresa fra Exilles e Chiomonte e la Conca di Susa furono caratterizzate da una produzione di rinomata fama e di grandi volumi. La viticoltura poi era diffusa sono alla Colina Morenica di Rivoli (dove si attesta al 1266 a prima testimonianza documentale della produzione di vino nebbiolo) ed alla bassa Val Sangone, dove recentemente è tornata a ad essere presente.
Fu proprio la via Francigena che collegava la i due versanti delle Alpi che aiutò lo sviluppo della coltivazione della vite grazie alle locande e alle taverne poste lungo il percorso che proponevano esclusivamente vino locale.
Politicamente divisa tra Delfinato e Savoia sino al 1713 - il confine era tra Chiomonte e Gravere - ma travagliata da continue guerre la popolazione della Valle colinizzà e coltivò internsamente i versanti nelle fasce montane. Questo spostamento portò alla costruzione di infiniti muretti di pietra a secco e terrazzamenti che sostenevano la vite.
Nel XIX secolo si raggiunse il periodo di massima espansione della viticoltura – con migliaia di ettari vitati – 120 solo a Chiomonte - che poi con l'arrivo tragico della fillossera, qui giunta in ritardo rispetto al resto d'Italia (a fine anni ‘20), sono in gran parte stati abbandonati, sia per lo spopolamento agricolo, che per le difficoltà di produzione ei costi di reimpianti, mantenendo in produzione e per uso familiare e autoconsumo solo più le vigne più agevoli da curare.
Le Etichette
Valsusa Rosso (Vino Rosso)
Vino rosso dal colore rosso rubino più o meno intenso, talvolta con riflessi aranciati, odore intenso, caratteristico, fruttato e sapore asciutto, armonico, acidulo, moderatamente tannico.
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60% Avanà, Barbera, Becuet, Dolcetto e Neretta Cuneese, da soli o congiuntamente;
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40% Vitigni a bacca nera idonei alla coltivazione in Piemonte.
Valsusa Baratuciat (Vino Bianco)
Vino bianco dal colore giallo paglierino più o meno intenso, talvolta con riflessi verdognoli, odore intenso con note floreali e fruttate e sapore armonico, sapido, talvolta acidulo, asciutto.
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85% Vitigno Baratuciat
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15% Vitigni a bacca bianca idonei alla coltivazione nella regione Piemonte.
Valsusa Avanà (Vino Rosso)
Vino rosso dal colore rosso rubino piu' o meno intenso, talvolta con riflessi aranciati, odore fruttato, talvolta con note vegetali e sapore asciutto, armonico, acidulo, moderatamente tannico.
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85% Vitigno Avanà
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15% Vitigni a bacca nera idonei alla coltivazione nella regione Piemonte.
Valsusa Becuet (Vino Rosso)
Vino Rosso dal colore rosso rubino intenso, talvolta con riflessi violacei, odore intenso, fruttato, fine e sapore asciutto, armonico, sapido, talvolta moderatamente tannico.
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85% Vitigno Becuet
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15% Vitigni a bacca nera idonei alla coltivazione nella regione Piemonte.
CARATTERI, VITIGNI IN PUREZZA E BLEND
Il vino Valsusa Doc è generalmente intenso, caratteristico, vinoso, con evidenti note fruttate; il sapore è asciutto, armonico, acidulo, moderatamente tannico, talvolta con lieve sentore di legno.
Le tipologie attualmente più caratteristiche sono:
Avanà in purezza: vinificando le uve provenienti da questo antico vitigno autoctono, introvabile in altre zone, si ottiene un vino rosso rubino chiaro, dal profumo fresco di fiori e frutta, di media struttura con retrogusto che ricorda la mandorla selvatica. Si tratta di un vino di pronta beva non adatto all’invecchiamento.
Avanà e Barbera: i due vitigni in abbinamento danno generalmente un vino di colore rosso rubino intenso, con caratteristici riflessi violacei; il profumo è pieno, avvolgente, ricco di sensazioni fruttate e vanigliate. Il sapore è armonico e vellutato. Vino da tutto pasto, trova però la sua massima espressione con secondi a base di selvaggina o di carni rosse. Ottimo anche in abbinamento ai formaggi di montagna. Va servito in calici ad una temperatura tra i 18-20°C.
Avanà e Becuét: il vino è di colore rosso rubino intenso con riflessi violaci molto intensi. Profumo intenso e molto complesso con un finale etereo, con sentori che ricordano la violetta e la marasca. Il sapore è di grande struttura e pienezza con notevole intensità gustativa che permette di abbinarlo ai più importanti piatti della cucina valsusina. Va servito a 18°C.
I VITIGNI AUTOCTONI
Avanà
Il grappolo a maturità è generalmente medio-grande e allungato, cilindrico oppure piramidale. La maturazione è medio-precoce. L’acino è medio-grande, di forma variabile con la buccia spessa, molto pruinosa, di colore irregolarmente distribuito, blu-nero-violetto.
È un vitigno con buona vigoria che si traduce anche nel rigoglioso sviluppo dei germogli anticipati, spesso produttivi.
Per ottenere una buona fruttificazione è utile eseguire una potatura lunga. I grappoli sono poco sensibili agli attacchi della muffa e del marciume, ma è opportuno tuttavia esporli bene alla luce poiché si possono riscontrare difetti di colorazione soprattutto nella parte distale del grappolo.
Vinificate in purezza, le uve di Avanà danno un vino fresco e fruttato, leggero di corpo, poco serbevole. Il colore, sempre scarico, ha inizialmente ottima tonalità che vira però presto all’arancio. Oggi viene raramente vinificato in purezza, ma più frequentemente unito ad altre uve nere locali, come Becuet, Neretta cuneese e Barbera.
Becuet
Il grappolo a maturità è medio-piccolo, breve, conico o cilindrico con una o due ali. La maturazione è media o medio-precoce. L’acino, piccolo, di netta forma ovoidale ha la buccia di medio spessore, molto pruinosa, di colore blu.
Si tratta di un vitigno fertile e rustico che viene allevato in forme basse, ma le produzioni maggiori si ottengono con una potatura lunga.
Il vitigno è molto sensibile all’oidio e questa caratteristica ne ha ridotto la coltivazione. In Valle di Susa il Becuet fornisce corpo, struttura e colore all’Avanà , di cui a tutti gli effetti viene considerato un vitigno miglioratore.
Dal novembre 2002 è entrato nel mondo vinicolo uscendo dalla nicchia dei vitigni delle montagne della vecchia Savoia ed è più produttivo del barbera e del dolcetto. Se si riuscirà a farne durare nel tempo il colore e la struttura, si produrrà un vino rosso che potrà competere con i “mostri sacri”.
Baratuciat
Il grappolo a maturità è medio o medio piccolo, compatto, conico o cilindrico. La maturazione si ha intorno al 25 settembre.
È un’uva bianca ad acino ellittico con la buccia di medio spessore molto pruinosa, di colore verde giallo, dorato a maturità. Gli acini hanno la polpa poco consistente, succosa e non colorata.
E’ un vitigno precoce e vigoroso. I positivi risultati delle prime vinificazioni fanno ben sperare per il futuro valsusino del Baratuciat, primo vitigno autoctono bianco del territorio, salvato a fini anni ’90 in Almese da un’unica piccola vigna e oggi promettente realtà, entrato nel disciplinare solo a fine 2019.