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L'antico carnevale del Laietto ritorna, secondo la tradizione, nella domenica grassa. Si tratta di una celebrazione abbandonata negli anni '50 e rinata nel 2010 grazie all'Associazione Culturale "Le Barbuire", che da allora ripropone per le viuzze della piccola frazione un carnevale della tradizione, una festa per le genti della montagna che in un solo giorno concentravano un anno di fatiche e problemi.
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Nel giorno del carnevale del Lajetto (tradizionalmente la domenica successiva al martedì grasso), come per magia si risvegliano esseri misteriosi e imponenti, come il Pajasso che ricorda l’esistenza mitica dell’Uomo Selvatico. Lui vaga per i vicoli con il suo nodoso bastone cui ha legato il gallo, animale sacrificale e profondamente simbolico.
I protagonisti della manifestazione sono personaggi mascherati (le Barbuire) che intrattengono i partecipanti a suon di musica. Ricoprono ruoli diversi e si classificano in due categorie: i “belli” (il Dottore, il Soldato, gli Arlecchini, il Monsù e la Tòta) e i “brutti” (i Vecchi e le Vecchie e il Pajasso).
La Tòta e il Monsù.
Il Soldato scorta il Dottore sorreggendogli la valigia di pronto soccorso, mentre il Dottore visita le Barbuire e somministra loro una "medicina" contenente vino o grappa. I due Arlecchini, con un lungo cappello bianco a forma di cono ornato di nastri e fiori, indicano ai passanti la strada da seguire durante i festeggiamenti; si cimentano anche in un ballo, seguendo il ritmo della Banda Musicale.
Appartenenti alla categoria dei "belli" sono ancora il Monsù e la Tòta che, vestiti in modo elegante e raffinato, fanno da controparte a Vecchi e alle Vecchie mostrandosi seri e posati.
Il Dottore (con l'aiuto del Soldato) somministra la medicina al Vecchio.
Tra i "brutti" sono classificati invece i Vecchi e le Vecchie, personaggi brutti e animaleschi che commettono ogni sorta di scherzo ai presenti, in particolare alle ragazze; interviene il Dottore con la sua medicina qualora si sentano male. Protagonista indiscusso è poi il Pajasso, vestito di pelli e imbottito di paglia (in piemontese “paja”) e dall’aspetto di un selvaggio animale; tiene in mano un lungo bastone al quale è legato un gallo finto.
Momento fondamentale della rappresentazione è il ritrovo del corteo, dopo aver assistito agli scherzi ed agli spettacoli delle Barbuire, in un grande prato ad osservare il taglio della testa al gallo da parte del Pajasso. Un atto ricco di significato, che auspica la fine dell’inverno e l’arrivo della primavera ed augura una proficua stagione di raccolti.
Il taglio della testa al gallo da parte del Pajasso.
L'ultima edizione in cui l’antico Carnevale del Lajetto ha fatto sentire i suoi rumori (non le voci perché i personaggi sono muti) si è svolta domenica 23 febbraio 2020.
Nel corso di quest'ultimo decennio, dedicato alla riscoperta del Carnevale del Lajetto ed alla volontà di mantenere vive le tradizioni della gente di montagna, il Carnevale si è uniformato alle regole di sicurezza.
L’accesso alla borgata è infatti consentito solo a gruppi di persone accompagnate, alle quali un percorso per gli angusti vicoli del borgo farà conoscere tutti i personaggi di questo tipico carnevale. Al termine il pubblico ritorna sulla piazza della chiesa e nella via antistante, in attesa di partecipare, questa volta tutti assieme, al grande corteo delle Barbuire e raggiungere così i prati sottostanti alle case.
Cosa succederà qui, è un segreto che si potrà scoprire solo partecipandovi: di certo le Barbuire non fanno mai mancare l’effetto sorpresa e danno libero sfogo alla loro esuberanza trasgressiva e contro ogni regola.
Gli Arlecchini
Tutto questo per giungere al momento culminante della festa: il sacrificio del gallo (rigorosamente in gommapiuma), che auspicherà la fine anticipata dell’inverno e invocherà la protezione delle divinità della natura affinché la nuova stagione sia propizia e fortunata di raccolti e, magari, anche di nascite.
Come corollario alla manifestazione normalmente sono previste varie attività lungo la strada di accesso alla borgata, tra cui il solito mercatino di prodotti locali, la mostra fotografica delle edizioni precedenti, esposizione di sculture di legno, momenti musicali e il corroborante vin brulé.
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Per maggiori informazioni consultate la pagina Facebook dell'associazione ed il sito Le Barbuire del Lajetto.