Laboratorio Alte Valli - Cuore innovativo
Aprile dolce dormire, recita il detto. Non nell’orto. Nell’orto aprile è un turbinio di attività. La primavera finalmente è arrivata davvero e ci sono un sacco di cose da fare!
Innanzi tutto possiamo ancora raccogliere qualcosa di ciò che avevamo seminato l’anno scorso: bietole da costa, cavoli, spinaci, porri. Per non parlare degli asparagi che, ora che le giornate cominciano a scaldarsi, emergono dal terreno. Vanno raccolti ogni due o tre giorni, recidendoli in profondità.
Anche le erbe aromatiche cominciano a vegetare. Una frittata con la menta appena raccolta per me è il gusto della primavera.
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Per quanto riguarda le semine, verso fine mese, al riparo da possibili colpi di coda dell’inverno, si seminano direttamente a dimora fagioli, fagiolini, zucchini, cardi, ravanelli, cicorie, zucche e meloni. E non dimentichiamoci delle patate. Soprattutto in montagna, aprile è il loro mese.
In semenzaio, invece, cetriolo, anguria, indivia.
È anche il momento di trapiantare alcuni degli ortaggi che avevamo seminato in semenzaio in precedenza: cavoli precoci, sedani, lattughe, cipolle da seme, cicorie a palla, porri e, dalla seconda metà del mese, le solanacee quali pomodori, peperoni e melanzane.
E fuori dall’orto? Anche il prato dà da mangiare ad aprile. Molte sono le “erbacce” che trovano il loro posto in cucina. Le foglie e i fiori del tarassaco, i giovani getti del luppolo, le ortiche, i fiori di viole e pratoline sono solo alcuni esempi per insaporire e colorare i nostri piatti.
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Quelle riportate solo indicazioni di massima. L’estrema differenza climatica tra nord e sud Italia, i microclimi presenti nelle varie regioni e, non ultimo, il cambiamento climatico in corso impediscono di stilare un elenco di lavori definitivo e valido per tutti. La regola numero uno è sempre osservare ciò che abbiamo attorno.
Su questo argomento Simone Siviero ha scritto il libro L’orto da zero, Introduzione all’orticoltura naturale per principianti di buona volontà, Pentagora 2021.
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