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La Menta di pancalieri
Forse non tutti sanno che il 50% della produzione italiana di piante officinali, tra cui la menta piperita, è concentrata in un’area precisa del Piemonte: l’area di Pancalieri, un piccolo comune di circa duemila abitanti, tra Torino e Saluzzo.
La coltivazione della menta in Piemonte ha radici lontane. Già nella seconda metà dell’800, infatti, a Torino e nei comuni limitrofi si distillava la Menta bianca.
Poi, all’inizio del Novecento, la Menta Piperita diffusa in Inghilterra approdò in Italia grazie al francese Honorè Carles, che insieme a Giovanni Varino, fondatore dell’omonima distilleria di Pancalieri, nel 1870 ne iniziò la coltivazione.
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La distillazione della menta, coltivata a Pancalieri e comuni limitrofi, assunse così caratteristiche sempre più industriali: nel 1914 nel Pancalierese si contavano 17 distillerie, per un totale di 71 alambicchi. Nel 1924 le distillerie erano passate a 22 per raggiungere il numero di 70 nel 1926.
L'olio essenziale che da allora se ne ricava è riconosciuto come uno dei migliori al mondo per aroma e gusto.
Le ciliegie di Pecetto
Pecetto invece è, per antonomasia, il paese delle ciliegie.
La coltivazione del ciliegio è stata introdotta nella Collina Torinese presumibilmente dagli antichi Romani nella loro colonia di Carreum Potentia (l’attuale Chieri). Secondo gli storici locali sarebbero stati i Savoia e gli eremiti Camaldolesi a diffonderlo nalla zona di Pecetto: i primi come richiamo per gli uccelli per le loro cacce, mentre i secondi usavano le ciliegie per fare confetture, liquori (ratafià) e decotti con le foglie.
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Nel secolo XIX la coltivazione del ciliegio era una produzione secondaria ma importante per l’economia agricola nei comuni della collina di Torino: i ciliegi erano coltivati come tutori alle testate dei filari di vite e nei piccoli prati lungo i rii, in un paesaggio altrimenti tutto coperto da vigne.
La peronospera, una malattia fungina che distrusse una parte della viticultura a cavallo del ‘900, spinse gli abitanti del luogo ad affiancare alla monocoltura vinicola la coltivazione delle ciliegie che, in tempi in cui i trasporti erano a traino animale, potevano essere comodamente trasportate a Torino: un fattore molto importante per un frutto così delicato.
I campi esposti sulle colline a sud, riparati dai venti freddi settentrionali ed elevati sulla pianura umida, nebbiosa, con correnti e gelate tardive, costituivano un microclima ideale: la coltivazione delle ciliegie si sviluppò sempre di più ed all’Esposizione Internazionale di Torino del 1911 Pecetto presentò le ciliegie sotto spirito.
La “campagna delle ciliegie” (la stagione di raccolta) durava dai 20 ai 40 giorni e ad essa si dedicavano tutti i membri della famiglia coltivatrice, aiutati dagli altri abitanti del luogo ma anche dai ciresè, lavoratori stagionali che arrivavano in particolare dal cuneese.
Nel 1916 si istituì il Mercato delle Ciliegie pomeridiano e quando, a metà degli anni 20, la fillossera distrusse totalmente le vigne la strada era tracciata: una parte dei vigneti viene sostituita con ceraseti e Pecetto divenne “Il Paese delle ciliegie”.
L’incontro con il Gin della Valle di Susa
Sempre attenta ai sapori ed alle tradizioni del territorio, la Distilleria Erboristica Alpina di Susa ha realizzato due nuove ricette che prevedono l'unione del classico distillato di ginepro italiano con i prodotti tipici del Piemonte:
- La menta piperita di Pancalieri, che regala una intensa nota di freschezza ed un profumo selvatico
- Le ciliegie di Pecetto, che aggiungono al gin una fragranza dolce e delicata.
“In questo modo - ci dicono i due titolari Alberto e Maurizio - si ottiene una bevanda adatta a nobilitare e rendere originali i cocktails ma che si può ugualmente gustare da sola o ancor meglio accompagnata da qualche cubetto di ghiaccio”.
Non ci resta che provarli!