Laboratorio Alte Valli - Cuore innovativo
Sin dalla preistoria l'uomo ha imparato ad apprezzare la deliziosa dolcezza e le virtù curative del miele.
In una pittura rupestre nella Grotta del ragno, vicino a Valencia e risalente al 5000 a.C. è rappresentato un uomo vicino ad un nido d’api con in una mano un recipiente e nell’altro alcuni favi. Un’altra pittura rupestre scoperta sempre in Spagna, raffigura un gruppo di persone in attesa della spartizione del miele che alcuni uomini con una scala stanno raccogliendo da un favo sito fra i rami di un albero.
Inizialmente l'uomo non allevava le api per produrre il miele, ma si limitava a raccogliere quello che trovava nei favi costruiti dalle api selvatiche; i primi “apicoltori” della storia furono gli Egizi: avevano inventato un sistema di arnie artificiali di argilla che trasportavano su larghe chiatte e che percorrevano avanti e indietro il Nilo, allo scopo di seguire la fioritura delle piante. In un graffito, databile al 1100 a.C il faraone Ramsete III è rappresentato mentre rende omaggio al dio Nilo con alcune migliaia di giare ricolme di miele.
Il primo documento scritto sul miele compare su alcune tavolette di argilla ritrovate a Ninive, in Mesopotamia, e documentano l’utilizzo del miele sia come cibo (contenuto in piccole focacce di farina, sesamo e datteri) sia come medicamento. Gli Assiro-Babilonesi usavano il miele anche come cosmetico unito ad argilla e olio di cedro.
I Greci e i Romani erano molto ghiotti di miele e lo usavano per legare le salse e addolcire i vini. I Celti e i Merovingi usavano il miele come merce di scambio o come forma di pagamento: Carlo Magno ordinò ai suoi contadini di allevare api e nei monasteri medioevali i frati curavano col miele praticamente tutto, dalla febbre alla depressione alle scottature.
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Perché scegliere il miele dei piccoli produttori
Il miele oltre ad essere un ottimo dolcificante, da sempre utilizzato anche in sostituzione dello zucchero, possiede numerose virtù salutari, ma per godere appieno di tutti questi benefici è necessario fare attenzione all’origine del prodotto.
Gran parte del miele che arriva sugli scaffali di negozi e supermarket è diluito e pressoché del tutto privo di polline e nutrienti in quanto sottoposto a procedure di filtraggio che avvengono ad altissime temperature.
Il miele prodotto artigianalmente è il frutto del lavoro, della passione e della dedizione di piccoli produttori locali, ed è quindi garanzia di genuinità e bontà del prodotto.
Che la mielicoltura sia una tradizione delle valli è testimoniato anche dallo stemma della città di Avigliana, nel quale compaiono delle api, e secondo alcuni l'etimologia stessa del nome Avigliana deriva dalla parola ape.
La produzione del miele nelle nostre valli inizia con le prime fioriture, in genere tarassaco e ciliegio, e prosegue con il miele di acacia, erica, eucalipto, lavanda... Più prelibato, ma più raro, il miele di millefiori alpino, ottenuto grazie alla pratica del nomadismo che nei periodi estivi porta le api in montagna. Il miele di castagno è invece il più indicato per chi non ama i sapori molto dolci.
Assolutamente squisito, il miele di rododendro ha invece un sapore delicato, piccante in gola, poco persistente. Si produce in un periodo limitato di tempo spostando le api in montagna a quote tra i 1500 ed i 2000 m. nel periodo di fioritura della pianta, tra fine giugno e inizio di luglio.
Oltre alla produzione di mieli legati alle tipiche fioriture di montagna, alcuni produttori si sono specializzati nelle produzione di derivati quali: melata, pappa reale, propoli, cera grezza, nocciole, mandorle, cacao e caffè con miele, idromele, creme spalmabili al miele e altre prelibatezze.
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