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Nell’estate del 1919 il Capitano Arturo Andreoletti fonda, con un piccolo gruppo di amici e commilitoni, l'A.N.A., Associazione Nazionale Alpini. È convocata un'assemblea costitutiva e il relativo statuto viene approvato da una sessantina di persone, in gran parte Ufficiali degli Alpini in congedo: è l'8 luglio 1919.
Il capitano Andreoletti, collocato in congedo il 30 marzo 1919, dopo 51 mesi in zona di guerra e soprannominato “Capitano Padreterno”, ne è il primo Presidente: rimane in carica per circa 10 anni.
Lo statuto dell'Associazione prevede che ogni anno gli Alpini si ritrovino, organizzando una manifestazione, per celebrare il sacrificio dei caduti.
I Convegni, come sono chiamate queste adunanze, sono complessi e articolati: trasferimenti e marce in varie località, escursioni alpinistiche, pernottamenti in campeggio: gli “alpinopoli”, cerimonie celebrative, messe al campo e dibattiti congressuali. La durata è variabile: da un minimo di tre giorni a un massimo di dieci.
Nel 1920 l'Andreoletti organizza la prima grande adunanza sull'Ortigara con l'erezione della Colonna Mozza “per non dimenticare”. I partecipanti non sono autorizzati a indossare il cappello alpino: è un esclusivo uso degli Alpini in servizio.
Sorgono le Sezioni: la prima a Torino, a gennaio. Fra i promotori il più attivo è il Colonnello Arnaldo Bianco che da capitano, Comandante della 36esima Compagnia del Susa, ha preso parte alla conquista del Monte Nero. Nei mesi e negli anni successivi si costituiscono numerose altre Sezioni in Italia e all'estero: la prima di queste ultime nel 1928 in Inghilterra.
All'adunata del settembre 1921, a Cortina d'Ampezzo, nasce l'idea di ricostruire la “Contrinhaus” di Forcella Ciadin, perché diventi la prima casa degli Alpini. Il rifugio era stato realizzato nel 1897 e durante la Grande Guerra aveva ospitato il Comando austriaco di zona. Lo stesso “Capitano Padreterno” lo ha distrutto: il 6 settembre 1915 l’edificio, fatto segno dei colpi di cannone da montagna da 70 mm, è saltato in aria.
Nel dopoguerra, i ruderi passano alla SAT, Società degli Alpinisti Tridentini, da cui il capitano li ottiene in dono.
Nel 1922 il Convegno si svolge a Trento, con una solenne cerimonia alla presenza di Vittorio Emanuele III: si festeggiano i cinquant'anni delle truppe alpine.
L'Associazione viene ribattezzata, dallo stesso Re, “10° Reggimento Alpini”: il Sovrano sostiene che si aggiunge ai nove già esistenti. Tale denominazione rimane fino alla Seconda Guerra Mondiale.
Nel 1929 i Convegni si trasformano in Adunate. Nell'aprile la ricorrenza è celebrata a Roma alla presenza delle massime autorità laiche e religiose: per la prima volta si sono abbandonate le montagne. I partecipanti da allora sono autorizzati a indossare il cappello con penna e invitati a calzare gli scarponi.
Intervengono oltre 25mila Alpini, alloggiati gratuitamente in caserme e scuole, che per la prima volta sfilano organizzati per Sezioni, ognuna con la propria fanfara, con gli alfieri con labaro sezionale e gagliardetti dei gruppi. In tutto sfilano 53 fanfare e 480 alfieri.
Con l'avvento del fascismo Andreoletti si oppone tenacemente alle ingerenze politiche sull'Associazione e proprio nel 1929 si dimette da Presidente: in futuro non assumerà mai più cariche nella stessa. Morirà il 24 gennaio 1977, a 93 anni.
L’A.N.A. in Valle di Susa
Nel 1922 nasce la Sezione A.N.A. Valsusa. Nello stesso anno si costituisce il gruppo di Giaglione, il più vecchio della valle.
La Sezione, i cui promotori sono in gran maggioranza reduci della Prima Guerra Mondiale, è costituita a Susa. Presidente è eletto il maggiore Mario Girotti, allora comandante del battaglione Susa.
Nel 1932, con l'interessamento del presidente della Sezione, il generale Carlo Alberto Federico Ferretti, viene costituita la prima fanfara sezionale, formata da alpini in congedo di vari Gruppi, sotto la direzione del maestro Luigi Girotti di Bussoleno. Il gruppo raggiunge le 70 unità, raccogliendo consensi ovunque e partecipando ad Adunate nazionali e sezionali.
Nel periodo post-bellico, dal 1945 al 1953, la Sezione non ha alcun Presidente ed è gestita collegialmente dal Consiglio che si prodiga a ridar vita anche alla fanfara.
Il ripristino della fanfara è deliberato dal direttivo della Sezione nel giugno 1975: la prima esibizione è, nell'aprile 1977, a Sant'Antonino in occasione del 50° anniversario di fondazione del locale Gruppo ed è seguita dall'Adunata nazionale di Torino.