Laboratorio Alte Valli - Cuore innovativo
Come testimonia il Museo Nazionale del Cinema, allestito presso la Mole Antonelliana di Torino, la capitale sabauda fu la culla dei primi grandi kolossal italiani, tra cui il più celebre è Cabiria, di Giovanni Pastrone, con l’intervento alle didascalie di Gabriele D’Annunzio.
Fra il 1911 e il 1915 erano infatti attive in città oltre venti case di produzione, tra cui la più nota era l’Ambrosio; anche dopo la prima Guerra Mondiale ne rimasero una dozzina.
Realizzavano documentari (tra i primi in assoluto in Italia, quello sulla corsa automobilistica Susa-Moncenisio) e lungometraggi; si trattava di film muti in cui la musica aveva grandissima importanza, suonata dal vivo, e la storia era narrata tramite immagini intervallate da didascalie scritte. In tutti i quartieri di Torino sorgevano aziende legate alla Settima Arte, grazie anche all’entusiasta supporto di capitali della classe dirigente dell’epoca.
La popolazione era abbagliata dalla magia dell’invenzione dei fratelli Lumière, i cinema erano sempre pieni e le pellicole prodotte erano tantissime.
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Trana diventa un "set" del cinema muto
A Trana tra il 1910 e il 1921 vennero girati molti esterni di alcune produzioni torinesi: per ricordare quegli anni la Pro loco di Trana ha realizzato una serie di pannelli, dislocati laddove possibile proprio sui luoghi ritratti nelle foto di scena.
A Trana c’erano luoghi naturali che mancavano in città: la cava sul monte Pietraborga, il Monte Cuneo, il letto del Sangone, la Torre con intorno i suoi ruderi. Il Sangone in particolare era molto ambito come location per le riprese: molti film furono girati sulle sponde del torrente nella zona di Stupinigi.
La passerella sul Sangone, dal film "Epopea Napoleonica".
Le mura di via Gillia, da "Il pellegrino".
L'arco di via Gillia, da "Il piccolo vandeano".
Anche altri fattori influenzarono la scelta: innanzitutto il paese era facilmente raggiungibile con la linea del tramway, “il trenino”, su cui si potevano caricare attori, operai e attrezzature. Poco distanti, i Laghi di Avigliana offrivano altri scorci interessanti.
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Gli abitanti si dimostrarono entusiasti della novità, pronti a collaborare come comparse o a fornire animali da soma e attrezzi, e le molte maestranze che giravano intorno alla realizzazione dei film portarono ulteriori benefici economici alle osterie ed alle trattorie del paese.
Per realizzare le scenografie erano diversi i carpentieri al lavoro: purtroppo le opere temporanee venivano poi distrutte e non ne è rimasta traccia.
Sono rimaste però delle fotografie, e proprio una di queste, di proprietà del Museo del Cinema, riguardante la lavorazione del film “Il ponte dei sospiri” del regista Domenico Gaido, girato nel 1921 sia a Venezia che a Trana, ha permesso di riconoscere la centralissima via Roma fare da sfondo agli attori.
Nella ricerca condotta da alcuni appassionati, in particolare Gianna Chiapello, con la collaborazione del Comune e della Pro loco, dalla collezione del Museo sono emerse diverse altre fotografie che riguardavano il paese.
Ciò ha permesso di ricostruire questa avvincente storia anche recuperando vecchi articoli di giornale, in cui si ironizzava sul fatto che in un paese prima così tranquillo potesse succedere di incontrare Annibale, Spartaco, Napoleone, Giulio Cesare e diversi altri personaggi storici.
Questa è la foto che ha permesso a Gianna Chiapello di scoprire il coinvolgimento di Trana nella storia del cinema italiano. È tratta dal film "Il ponte dei sospiri" del regista Domenico Gaido, prodotto dalla Pasquali Film (Coll. Museo del Cinema di Torino).
Le ricerche effettuate hanno individuato almeno otto film in cui vi sono riprese effettuate a Trana nel periodo compreso tra il 1909 e il 1921. In particolare il regista Domenico Gaido dovette amare molto il paese della Val Sangone, girandovi “Albania ribelle” nel 1909; “Salambò” nel 1914 e “Il ponte dei sospiri” nel 1921.
Nelle fotografie si distinguono la Torre, il campanile del Santuario di Nostra Signora della Stella e altri scorci tranesi, riconoscibili anche per il profilo delle montagne.
La mongolfiera con cui il protagonista di "Zavorra umana" salva la sua amata rapita e nascosta in una torre,...
...la Torre di Trana!
Trana sullo sfondo di questa inquadratura di "Il ponte dei sospiri", girato nel 1921 a Venezia ed a Trana.
Ai giorni nostri diversi Comuni hanno sottoscritto accordi di collaborazione con la Film Commission Torino Piemonte, per proporre nella “location guide” luoghi suggestivi da consigliare alle produzioni per eventuali riprese.
Il comune di Sangano mette a disposizione il castello, l’acquedotto, l’ex polveriera e il salone polivalente. Il Comune di Giaveno il Museo Alessandri, gli uffici comunali, la biblioteca e una ex scuola. Altri comuni che hanno intrapreso questo percorso nel territorio delle Alte Valli sono Avigliana, Bardonecchia, Pinerolo, Usseaux. A Exilles si sono effettuate le riprese della fiction di Rai Uno “Fuochi d’artificio”.
Chissà che un giorno si torni a girare anche sulle rive del Sangone?
Bibliografia:
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“Trana - frammenti di storia e di vita” di Stefano Barone e Ezio Capello, Lazzaretti editore, 2008 (da cui sono tratte le foto di scena della Collezione del Museo Nazionale del Cinema).
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3confini.it, storia e cultura a Trana, Sangano e Piossasco