Laboratorio Alte Valli - Cuore innovativo
I cieli delle nostre montagne, specie negli angoli privi di inquinamento luminoso, nelle notti serene ci permettono di godere di uno degli spettacoli più belli dell'universo: lo spettacolo delle stelle. Ma, senza dover troppo aguzzare la vista rivolti al cielo, il nostro territorio ospita delle stelle ugualmente affascinanti: stiamo parlando delle stelle alpine, fiori che crescono spontaneamente ad alta quota e sono ritenuti il simbolo per eccellenza delle Alpi.
Appartenente alla famiglia delle Asteraceae, la stella alpina, il cui nome scientifico è Leontopodium (che significa piede di leone), per la sua forma può in effetti ricordare l'impronta del re della foresta. In tedesco, invece, è chiamata Edelweiss, che significa nobile candore e sta ad evidenziare la purezza di questo fiore.
La stella alpina domina le cime delle nostre montagne (si trova su tutte le Alpi dai 1500 ai 2600 metri di altitudine), dove cresce spontaneamente nelle zone aride. Per evitare di disperdere acqua preserva il suo patrimonio idrico con foglie di dimenisioni contenute, ricoperte da un rivestimento peloso che riflette le radiazioni solari intense, quasi come fosse uno specchio.
Sboccia tra luglio e settembre, è molto gradevole alla vista ed è un potente antiossidante naturale. Essendo una specie protetta, per il suo utilizzo a livello industriale non viene raccolta in quota ma viene coltivata appositamente, in modo da utilizzarla in cosmesi per le sue proprietà anti radicali liberi. Contenendo un polifenolo chiamato acido clorogenico, oltre a flavonoidi e acido leontopodico, preserva la pelle dall'invecchiamento cutaneo e protegge dai danni causati dal sole.
Pianta perenne, in Italia ne esistono due sole specie. La nostra, quella delle Alpi, può raggiungere i 15-20 centimetri di altezza (ma solitamente si attesta ad 8-10). Quella che cresce sugli Appennini centrali, tra 2300 e 2800 metri sul livello del mare, è invece più piccola, e misura tra 1 e 5 centimetri.
La pianta e il fiore della Stella Alpina (Foto Wikipedia)
Numerose sono le leggende che ruotano attorno alla stella alpina, così come le sue raffigurazioni nei paesi montani.
Una di esse narra che, tanto tempo fa, un’alta montagna si dispiacesse della sua solitudine. La sua sofferenza veniva percepita dalla flora, ma nessuna pianta o fiore poteva consolarla, perché essendo radicata al suolo non poteva avvicinarsi in altro modo a lei. Fu una stella a prendere coraggio, scendendo dal cielo ed andando a collocarsi tra le rocce. Faceva molto freddo e la stella tremava, non avendo nulla per ripararsi. La montagna pensò di esprimere la propria gratitudine avvolgendo la stella di una peluria bianca protettiva. Era nata la prima stella alpina.
Stelle Alpine ai Denti di Chiomonte (Cristina Gulivetto)
Un’altra leggenda, che arriva dalle Dolomiti, racconta di un giovane che, recatosi in montagna a raccogliere erbe e a caccia di marmotte non fece più ritorno a casa. La moglie, preoccupata, dopo alcuni giorni si recò alla ricerca del marito, e lo ritrovò morto, tra due lastroni di ghiaccio. Non potendolo raggiungere rimase a piangerlo per tutto il giorno e per tutta la notte, tanto che la mattina successiva i suoi capelli e le ciglia erano ricoperti di brina, come una peluria argentata. Chiese allora al Signore di poter restare per sempre vicino al suo amore: il suo desiderio fu esaudito e fu trasformata nel bel fiore che è il simbolo delle Alpi.
Che crediate o meno nella leggenda, evitate comunque di raccogliere una stella alpina qualora la incontraste sul vostro cammino: essendo specie protetta, la sua raccolta è infatti assolutamente vietata. Altrimenti, anche voi potreste versare lacrime amare, dopo aver ricevuto una sanzione per aver disatteso il divieto.
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