Laboratorio Alte Valli - Cuore innovativo
La fase più intensa ed emozionante del cammino verso la Chiesa Abbaziale della Sacra di San Michele è lo Scalone dei Morti. Si sale lungo uno rampa ancora più ardita di quelle incontrate in precedenza, fino ad una porta coronata da un arco a tutto sesto, aperto su una luce che irrompe abbacinante nel contrasto violento con la semioscurità dell’antro da cui si proviene.
È il Portale dello Zodiaco, vero fulcro dei simbolismi della Sacra che ci offre una serie di enigmi da decifrare. Lo sguardo è attratto dalle sculture dei capitelli che in doppio ordine corrono intorno agli stipiti della porta proponendoci storie bibliche e figure allegoriche ispirate ai fantastici bestiari medievali.
Il Portale dello Zodiaco visto dallo Scalone dei Morti (le foto che corredano questo articolo sono di Franco Borrelli).
L’originaria collocazione del Portale, è dubbia; oggi essa costituisce un transito intermedio prima dell’ingresso vero e proprio alla Chiesa.
Sugli stipiti a destra sono raffigurati i segni zodiacali e a sinistra le costellazioni. Questi elementi sono segnati da abrasioni di vario tipo, che stanno a testimoniare una prolungata esposizione alle intemperie, ma sono anche dovute alla mano dell’uomo: in un’epoca che non è facile precisare infatti il portale subì almeno uno smontaggio e un rimontaggio, durante il quale i pezzi cambiarono collocazione e vennero risistemati in un nuovo contesto, assieme ad altri forse scolpiti appositamente.
Eccezionale è il corredo di iscrizioni incise lungo i profili delle lesene, iscrizioni che in parte commentano il senso delle figure esortando i fedeli alla riflessione, in parte rendono omaggio al loro artefice che qui si firma con il nome di “Nicholaus”.
Su una lesena infatti troviamo la scritta:
“ VOS QUI TRANSITIS SURSUM VEL FORTE REDITIS
VOS LEGITE VERSUS QUOS DESCRIPSIT NICHOLAUS”
Nicholaus per la sua natura itinerante e per la singolarità del suo stile è da considerarsi una delle personalità più importanti della scultura romanica padana. La sua presenza nella Porta dello Zodiaco (1128-1130), per gli echi del suo stile pone la questione dei suoi legami con la terra francese, e dei suoi possibili viaggi a Tolosa.
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Le sculture della Sacra sono di alto interesse iconografico in quanto rappresentano il più antico ciclo romanico dello Zodiaco, a cui si aggiunge una serie di 12 costellazioni, ma in realtà ne sono state effigiate ben 19.
Nicholaus è un temperamento eclettico, con una vasta bottega e molteplici collaborazioni, si esprime anche con un linguaggio di influenza bizantina e “firma” anche il portale maggiore del Duomo di Ferrara, fondato nel 1135, il portale del Duomo di Piacenza e, forse, anche la “Porta Speciosa” della Chiesa di San Michele Maggiore di Pavia e San Zeno a Verona.
Particolare (Foto di Sergio Gioberto).
Ma Nicholaus non è l’unico scultore all’opera sul portale, altre mani si dividono le parti di quest’opera: Pietro da Lione e il Maestro di Rivalta.
Pietro arrivava da Lione dove la tradizione classicista era fortissima; di lui è noto un altare conservato nella cattedrale di San Giusto a Susa che riporta la sua firma. Il “Maestro di Rivalta” è invece un nome provvisorio e legato all’attribuzione di alcuni capitelli provenienti con certezza dal chiostro dell’Abbazia di Rivalta.
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Fonti:
La Sacra di San Michele, Storia Arte e Restauri, Enrica Pagella
Dal Piemonte all’Europa. Esperienze monastiche nella Società Medievale, Saverio Lo Martire