Laboratorio Alte Valli - Cuore innovativo
Tra i diritti ereditati nel periodo rivoluzionario per l’abolizione dei beni feudali della Sacra di San Michele, Sant’Ambrogio se ne ritrovò uno particolarmente importante: il pedaggio sul traghetto della Dora in tutto il tratto di fiume confinante con il territorio comunale; questo diritto venne acquisito dal borgo nel 1801, quando il “porto” si trovava ancora nei pressi di cascina Bertini e collegava Sant’Ambrogio con Caprie.
A causa dell’accresciuta necessità di comunicare tra le due rive per l’intensificazione dei traffici commerciali e l’aumento della popolazione, venne deciso nel 1819 di sostituire il traghetto con un ponte di barche, sempre in località cascina Bertini.
Sul nuovo ponte, come già era stato per l’attraversamento in barca, venne stabilito un pedaggio: la gestione di questa tassa era appaltata dal Comune a privati, come avveniva da secoli per il traghetto. Le tariffe stabilite nel 1820 prevedevano il pagamento di un soldo a persona o capo di bestiame, due soldi per un cavallo o un mulo, quattro per una vettura: questi denari venivano riscossi in un apposito casotto di legno.
Era per il Comune una buona entrata: si comprende quindi come gli amministratori fossero contrari a qualsiasi progetto per il nuovo ponte varato dalle comunità circonvicine, come accadde nel 1834, quando l’idea di un ponte tra Chiusa e Caprie fu bloccata proprio dalla municipalità di Sant’Ambrogio.
Nel 1849 fu proposto il trasloco del ponte nel sito sottostante Torre del Colle, luogo che permetteva migliori contatti con i paesi di Villardora e Almese; i vecchi legami con Caprie, territorio abbaziale, a differenza degli altri due comuni, erano ormai superati dal nuovo assetto politico-economico del territorio.
Nella mappa sono evidenziati la zona del "porto" antico, che collegava Sant’Ambrogio con Caprie, e, a destra, quella del ponte più recente, rivolto verso Villar Dora e Almese (elaborazione Laboratorio Valsusa).
Il nuovo ponte fu costruito in legno tra il 1850 ed il 1853 e collaudato nel gennaio 1854; i tempi così lunghi vennero imposti dalle difficoltà che si ebbero per reperire le 28.180 lire che costituirono la spesa finale. Solo nel 1857 si estinsero le ipoteche contratte per l’occasione.
Per far fronte alle spese il Comune propose, nel 1874, di aumentare il pedaggio di 5 centesimi, anche considerando che le tariffe erano ferme dal 1820; ma pochi anni dopo, su istanza dei Comuni di Villardora, Caprie, Novaretto e Almese, tale pedaggio veniva totalmente abolito: si era nel 1882.
Terminato il suo utilizzo per la riscossione del pedaggio, il casotto in legno venne trasformato in ristorante.
Il ponte di legno, che veniva chiamato “ponte nero”, venne sostituito nel 1896 da uno in muratura, costruito a cura della “ Società Anonima per la condotta delle acque potabili a Torino”, con una luce di 4 metri; essendo questo poco stabile venne rifatto, sempre in muratura, nel 1914.
(Fonte: “Sant’Ambrogio. Storia di un paese all’ombra della Sacra”, Luigi Marchitelli).
Quella del "ponte" è una zona molto amata dagli abitanti del paese, che la ricordano con affetto e nostalgia. Ho raccolto, da alcune persone molto disponibili a rivivere questi ricordi, e che ringrazio per la loro grande disponibilità, alcuni momenti di vita di quel periodo:
“Quanti ricordi del “porto; profumo di acciughe al verde, odore di sigari, litri di vino rosso; ...quella frescura dei faggi altissimi… e quante partite alle bocce...”
“Dietro al ristorante c’era una stradina che portava all’isola, un posto carino dove le donne andavano a lavare la biancheria portata con un carretto e noi bambini giocavamo tutti insieme; c’era un fiumiciattolo che andava nella Dora e si andava lì a risciacquare dopo che le lenzuola erano rimaste a mollo nella cenere. Non c’erano detersivi!!!”
“Le mamme lavavano e noi cercavamo di prendere i pesci con le mani, poi si andava nei prati dove c’erano le piante di pesche e si faceva merenda.”
Il ponte in muratura.
L'articolo sul sito Monastica Novaliciensia Sancti Benedicti era di Emerenziana Bugnone.