Laboratorio Alte Valli - Cuore innovativo
L’escursione consente di vedere e visitare tutti i cinque forti che costituiscono la Barriera dell’Esseillon, una serie di fortificazioni costruite nel XIX secolo su uno sperone roccioso che sbarra l'alta valle dell'Arc, sul comune di Aussois (Valle della Maurienne).Essa comprende quattro forti e una ridotta, che portano i nomi di membri della famiglia Savoia e proteggevano il Piemonte da un'eventuale invasione francese.
Curiosa invece è la denominazione Pont du diable, che collega i due versanti del profondo canyon sul fiume Arc, profondo più di 100 metri. Costruito nel 1858 e ricostruito nel 1991, fu realizzato per collegare la Ridotta Maria Teresa con gli altri forti dell’Esseillon.
Il pont du Diable ha suscitato diverse leggende, una delle quali racconta che il costruttore del ponte, incapace di finire la sua opera in tempo, si appellò al diavolo in cambio dell’anima del primo passante sul ponte. Fece allora passare un caprone e da quel giorno il ponte ricorda il costruttore che si fece gioco del diavolo
L’intera area è caratterizzata dalla presenza di numerose vie ferrate di diverse difficoltà, da quelle percorribili anche dai bambini a quelle riservate ai rocciatori più esperti.
Ridotta Maria Teresa 1274 m - forte Vittorio Emanuele 1354 m - Forte Maria Cristina 1470 - Forte Carlo Felice 1508 m - Forte Carlo Alberto 1487 m - Cimitero Sardo - Ridotta Maria Teresa
Il Pont du Diable.
Accesso: Torino-Susa-colle del Moncenisio. Si continua sulla RN 6 fino a Lanslebourg. Di qui si prosegue a sinistra, si supera Bramans e si posteggia di fronte alla Ridotta Maria Teresa.
Dislivello: 650 m
Difficoltà: T/E
Tempo complessivo: 3.30-4 ore
Periodo consigliato: luglio-ottobre
Cartografia: Didier Richard 1:50.000 f.11, Vanoise massif e parc National
Dal piazzale, dopo avere visitato la Ridotta Maria Teresa, si scende nella pineta all’indicazione Pont du Diable - Sentier des Batisseurs, che si raggiunge a quota 1180.
La ridotta Maria Teresa.
Di qui si procede sulla bella mulattiera, segnalata ad ogni bivio, e si raggiunge il forte Vittorio Emanuele. Di qui si gode un vasto panorama sulla Dent Parrachée, il Rateau d’Aussois, il Gran Roc Noir e tutta la valle dell’Arc fino al Moncenisio con il Monfroid e la Pointe de Bellecombe. In primo piano la cava di gesso della Moutte, all’inizio del vallone d’Ambin, mette in rilievo l’asperità del vallone.
L'ingresso del forte Vittorio Emanuele.
Si scende sulla mulattiera che porta alla strada asfaltata dove a quota 1354 si trova il parcheggio Fort Victor Emanuel, per coloro che arrivano da Arvieux.
Si attraversa il parcheggio e si prende il sentiero che porta al Forte Carlo Felice a 1370 m, pressoché diroccato e mai ricostruito.
Il Forte Carlo Felice.
Il sentiero scende sotto un grande palo della luce, si prende a destra fino al col de l’Esseillon, a quota 1330, da dove si prosegue per il forte Marie Cristina, su sentiero ripido, ma molto ben segnalato, fino a quota 1470.
Una volta visitato il forte si prende la strada asfaltata che conduce all’ultimo forte della Barriera dell’Esseillon, il forte Carlo Alberto.
Cimitero Sardo.
Di qui, con alcuni tornanti in discesa e qualche taglio, si passa davanti al Cimitero Sardo, dove si trova la lapide dei soldati italiani e francesi deceduti nell’ospedale militare del forte dell’Esseillon durante la II Guerra d’Indipendenza italiana del 1859, e si ritorna al parcheggio. Si risale fino al forte Vittorio Emanuele, poi si scende al Pont du Diable e di qui si risale al parcheggio della Ridotta Maria Teresa per completare il giro.
La Polveriera.
Qui Cavour trascorse due anni di servizio militare
Camillo Benso di Cavour prestò due anni del suo servizio militare proprio al forte dell’Esseillon. Aveva 18 anni e veniva da Ventimiglia, dove era in servizio nel forte della valle Roya, e conduceva una vita mondana piacevole, “nel dolce clima della Costa Azzurra”.
"Il cambiamento fu brutale, per il clima dell’inverno savoiardo e per il contrasto che regnava al forte dell’Esseillon, a causa delle tradizionali rivalità tra gli ufficiali del Genio e gli ufficiali di Artiglieria".
Così ironicamente scriveva in francese, lingua di corte sabauda, alla nonna Filippina di Sales, pronipote di San Francesco di Sales, ma calvinista.
Le carceri.
Aveva sposato Giuseppe Filippo Cavour diventando così Marchesa di Cavour. Fu una savoiarda combattiva, protagonista della storia del XVIII e XIX secolo. Dedicò la sua vita al prestigio della famiglia Cavour, di cui divenne il capo morale. Camillo le scriveva lunghe lettere amorevoli e la chiamava Marina (seconda mamma), nonna “nobile e giacobina”.
Il 5 giugno 1829 aggiungeva altri particolari: “Vi ho già dato un’idea del luogo affascinante che abito, dal clima delizioso proprio dell’Esseillon... ma siccome voi avete la direzione generale della cucina, io vi dirò che noi abbiamo un cuoco abbastanza accettabile che ci cucina un pasto accettabile: finora ho sempre solo sentito parlare di tordi (grives in francese) di Maurienne, senza mai averne avuto uno nel piatto!”