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Elogio del Piccolo Bosco di Salbertrand
Se c’è un Gran Bosco significa che c’è anche un Bosco Piccolo. Grande e piccolo sono l’uno all’altro legati: mancando il piccolo il grande ne soffrirebbe…
Mi piace pensare che sia questa la regola anche nel Gran Bosco di Salbertrand, la foresta che, come un grande mantello, si stende sul versante all’envers dell’alta Val di Susa, fra Sauze d’Oulx e Chiomonte. Un esempio importante di biodiversità forestale, giustamente tutelato da un parco naturale.
Dai 1000 metri di Salbertrand ai 2500 metri del crinale divisorio con la Val Chisone, vi si incontra infatti tutta la gamma di specie arboree dell’area alpina, dalle latifoglie della bassa quota, al pino cembro, signore delle altezze. Ed è proprio il cembro al centro dell’elogio.
Pinus cembra era un tempo sovrano incontrastato di questa porzione di Alpi. Una specie di grande robustezza e frugalità, ben rodato a vegetare nelle valli interne a clima continentale, con forti escursioni termiche. In Alevé, il grande bosco di pino cembro della Val Varaita, si incontrano esemplari di cembro a 3000 metri di quota.
Il Nostro ha però un “difetto”: mal si adatta alle esigenze del pascolo. Per questa ragione, in molte zone è stato sacrificato in favore del larice, specie più idonea alla pastorizia. Con il venir meno di tale pratica, in molte zone delle Alpi Pinus cembra sta però riconquistando lo spazio che gli spetta per diritto naturale.
Nel Parco naturale del Gran Bosco di Salbertrand il fenomeno si osserva in particolare nella zona denominata ”Piccolo Bosco”. Che in realtà piccolo non è, occupando l’intero settore fra la radura della Montagna Seu e il limite orientale del parco.
Cembri centenari, e altri appena germogliati, occupano spazio a scapito del larice. Contribuisce alla diffusione la nocciolaia, corvide simbiotico con il Nostro.
Una simbiosi naturale, come è naturale che sia.
Consigli di viaggio
Per la mancanza di sentieri e morfologia poco favorevole alla fruizione, il Piccolo Bosco è il settore più integro del parco. Il percorso suggerito consente di accedere al margine occidentale di tale settore, sopra alla radura della Montagna Seu.
Un altro viaggio misto pedalata+passeggiata. Meta della pedalata è la Montagna Seu, con le omonime grange. La strada (chiusa al transito motorizzato) è ben pedalabile e in buone condizioni non necessita di mezzo tecnico (la bici da sterrato è comunque consigliata).
Percorrendola si attraversa tutta la conca boschiva sopra Salbertrand. Un viaggio di resine e d’ombra, ma una volta usciti dalla macchia si comprende la ragione del toponimo Seu: sole e, in effetti, grazie all’esposizione la zona beneficia di luce e tepore.
Il regolamento del parco limita la fruizione in bicicletta alle strade. Dalle Grange di Seu, con un mezzo adatto si può proseguire in bici fino all’Alpe Le Selle (2000 m). Tuttavia, per una buona osservazione dell’ambiente è bene proseguire a piedi.
L’anello sentiero GTA-pista dell’Alpe Selle consente con piacevole cammino di accedere ai margini del Piccolo Bosco e di osservare begli esemplari di pino cembro (vietato uscire dai sentieri!).
Percorso: Serre Blanche (oppure Sauze d’Oulx o Oulx) – Grange di Seu (Rifugio Daniele Alraud) – Grange Selle – Piccolo Bosco – Sentiero GTA – Grange di Seu - Serre Blanche.
In estate l’area di sosta di Serre Blanche (pedaggio estivo) è sovente affollata, per cui può essere conveniente partire da Sauze d’Oulx, o addirittura da Oulx (stazione ferroviaria). L’impegno aumenta, ma si può approfittare dell’accogliente Rifugio Daniele Arlaud per concedersi una notte nel cuore del parco.
Una notte fra Grande e Piccolo Bosco.
L’itinerario è visualizzabile:
sulla piattaforma digitale di mappe e percorsi online "bikemap.net"
sul sito cuboviaggiatore.net, curato da Max Ubicini, a questo link: Elogio del Piccolo Bosco di Salbertrand.
Qui trovate anche tutti i percorsi localizzati su Google maps.La guida completa “Elogi di Piemonte”si può acquistare in libreria e sul sito dell’editore Atene del Canavese