Laboratorio Alte Valli - Cuore innovativo
Ci sono luoghi che vedi da lontano e dici: “prima o poi ci vado”. Le Canne d’organo del Truc Peyrous ad esempio!
La prima volta vidi la zona dall’alto percorrendo la cresta Vallonetto - Peyrous e pensai che fosse difficilmente raggiungibile.
Poi vidi le Canne dal basso, una prima volta andando a Casses Blanches e altre volte percorrendo Via Rusa (Via Rossa): anche in questi casi l’impressione che ne ebbi non mi stimolò all’approccio.
Pochi giorni fa un’amica mi scrive: hai visto le foto delle Canne viste da vicino? Guardo le foto decidiamo di andarci: eccole lassù imbiancate dalla prima neve caduta durante la notte.
Siamo partiti dalle Grange Hubert e qui abbiamo appena attraversato il Rio Geronda. Al centro della foto si vedono alcuni tornanti del sentiero di Via Rusa, lo raggiungiamo e lo percorriamo sino al punto 1. Un po’ più a destra dei tornanti (punto 2) si nota ancora una chiazza di neve residua delle copiose precipitazioni primaverili.
Proprio per questo luogo, sino al secolo scorso, il Comune di Salbertrand metteva all’asta il diritto di prelievo estivo della neve che veniva poi venduta in città… allora non c’erano ancora i frigoriferi!
Poi dal punto 1 abbandoniamo il sentiero e saliamo a ruota libera su cotica erbosa sino a raggiungere un’ampia conca abbastanza pianeggiante ma ricca di massi.
Un caldo sole autunnale ha già sciolto quasi tutta la neve e noi ci stiamo avvicinando alla meta: il pianoro che troveremo un po’ più in alto sulla destra.
È una zona di accumulo dei detriti di falda: ci sono rocce di vario genere, alcune provenienti dalle Canne sono carbonati di origine sedimentaria, altre sono metamorfiche, ma quello che mi ha colpito è questo piccolo masso che ha tinto di rosso-marrone la pietra sottostante.
Giunti al pianoro in pieno sole ci rendiamo conto che giù in Valle sono immersi nelle nuvole. Semicoperta dalla persona, la punta di Casses Blanches.
Forse si potrebbe ancora proseguire nella salita ma noi siamo già più che soddisfatti, le Canne viste da così vicino sono veramente uno spettacolo!
(Più avanti il percorso è scosceso e può essere pericoloso: nel caso qualcuno fosse interessato, l'itinerario completo andrebbe affrontato con l'aiuto di una guida).
Volgendo lo sguardo a Ovest possiamo vedere alcuni dei tanti torrioni del Monte Seguret e sotto alla nuvoletta il Colle dell’Argentera. Qui termina Via Rusa dopo aver attraversato quei bricchi che ci sono tra il punto 1 e il Colle.
Un’altra curiosità della zona: proprio sotto alla mia mano c’è il Passo del Ghiaccio, da qui transitavano con le lese (slitte)i cavatori che trasportavano a valle i blocchi di ghiaccio strappati all’allora ricco ghiacciaio del Galambra, per poi venderli a Torino.
Ecco la targa posta al Passo del Ghiaccio per ricordare quegli intrepidi valligiani.
leggi anche: La storia del ghiaccio di Salbertrand, e del trasporto dal Galambra alla stazione
Ancora uno sguardo in alto per riempirci gli occhi e la memoria ed è ora di scendere, per fortuna hanno già inventato la fotografia!