Laboratorio Alte Valli - Cuore innovativo
Vi proponiamo di “sconfinare” in Francia, per scoprire il Parco nazionale des Ecrins ed il lago glaciale dell’Echauda. L’escursione non presenta particolari difficoltà, e con poca fatica si può raggiungere la conca del lago, abbastanza grande e di colore particolare.
Una volta al colle il panorama è molto esteso: il Pic de l'Echauda sul lago, a nord-ovest il Pic des Agneaux e sotto la valle della Guisane con di fronte la Tête Noire e il Grand Aréa.
Chalets de Chambran 1712 m - Lac de l'Echauda 2515 m - Col des Grangettes 2684 m
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Dislivello: 920 m
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Difficoltà: E
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Tempo salita: 3 ore
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Periodo consigliato: fine giugno-metà ottobre
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Cartografia: IGN f.6, Massifs et Parc national des Ecrins
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Accesso: Torino - Susa - Monginevro - Briançon. Si prosegue sulla strada per Gap e al bivio appena dopo Prelles si devia a destra per Les Vigneaux. Si prosegue per Vallouise, si continua fino a Le Sarret e si imbocca a destra la strada asfaltata per l'Echauda. Qui, dopo 9 Km la strada asfaltata termina, ma volendo si può ancora proseguire sulla sterrata per un altro chilometro.
Il Vallone dell'Echauda.
Si prosegue sulla strada sterrata costeggiando il torrente nell'ampio vallone di Chambran. Alla capanna del Berger, a quota 1940, la mulattiera diventa sentiero e ci si immette nel Parco Nazionale dopo avere attraversato un ponticello in legno. Di qui il sentiero prosegue con ampi e regolari tornanti che attraversano dapprima un ghiaione e poi delle balze erbose, conca di contenimento del lago, sulla destra del torrente che scende dal lago dell'Echauda.
Tenendo sempre la destra il sentiero giunge quasi improvvisamente nella conca del grande lago posto sotto il Pic de l'Echauda e contornato dalla Crête des Grangettes a 2515 m.
Lac de l'Echauda.
Nel lago è frequente vedere grandi iceberg galleggianti all'inizio della stagione. Il sentiero prosegue sulla riva orientale del lago e, attraversando la morena, raggiunge il col des Grangettes.
La discesa si effettua seguendo l’itinerario di salita.
Il Parc national des Ecrins
Già nel 1913 vi fu un primo tentativo di creazione del "Parc national de la Berarde", ma fu solo nel 1973 che il Parc national des Ecrins fu creato ufficialmente. Sotto l’impulso di alpinisti, delle associazioni naturalistiche e del Club Alpin Français, sostenuti dall’allora deputato sindaco di Briançon Paul Dijoud, primo presidente, il parco divenne il primo parco nazionale francese per superficie.
L'altitudine del parco è compresa tra gli 800 metri di Entraigues, nel dipartimento dell'Isère, e i 4102 metri della Barre des Ecrins. Questa estensione in altezza rende la zona molto varia: dalle foreste di latifoglie e conifere alle piane ed alpeggi, dai ghiaioni, laghi e ghiacciai alle pareti rocciose. È delimitato dalle valli della Romance a nord, dalla Durance a est e dalla valle del Drac a sud ovest, sul triangolo Grenoble-Gap-Briançon.
Il territorio è diviso in tre zone concentriche: le "riserve integrali", il cui accesso può essere regolamentato, il parco vero e proprio e la zona periferica, o preparco, nella quale è previsto un programma di realizzazioni e di miglioramenti a carattere economico, sociale e culturale. Quest'ultima zona è un mezzo di risarcimento per gli abitanti locali, privati di certi diritti dell'uso del proprio territorio e, nello stesso tempo, zona di gestione del Parco.
Vero punto di incontro climatico e biologico, il Parco des Ecrins tiene una posizione centrale nelle Alpi francesi e sotto la spinta di influenze diverse il suo territorio può essere diviso in quattro grandi zone: a nord, la presenza dell'abete rosso testimonia l'influenza settentrionale, a ovest, i venti carichi di perturbazioni atlantiche portano precipitazioni abbondanti che favoriscono l'incremento di foreste ad alta percentuale di umidità come il faggio e l'abete, a est, le Alpi interne beneficiano di aria fredda e secca che favorisce la crescita del larice e a sud le influenze mediterranee risalgono la valle della Durance e condizionano i versanti sud del Haut-Champsaur e della zona di Embrun con lavanda e pini.
Pur senza particolarità floristiche o faunistiche, il parco annovera le specie alpine fondamentali, mentre le tradizionali attività rurali ed artigianali sono mantenute ed incoraggiate. Le zone boschive occupano meno del 5% della zona centrale, di contro i rododendri ed i ginepri, con i pascoli alpini, sono largamente rappresentati e nell'insieme, per il prevalere di versanti ripidi ed il tipo di ricchezza vegetale, costituiscono un ampio dominio pastorale destinato maggiormente agli ovini.
La gestione del Parco è affidata ad un ente pubblico a carattere amministrativo le cui risorse provengono dal Ministero dell'Ambiente.