Laboratorio Alte Valli - Cuore innovativo
L’escursione si sviluppa in un ambiente singolare e selvaggio. La strana denominazione di “Via Rossiccia” rende giustizia alle belle guglie che sovrastano il vallone di Casse Blanches (bianca pietraia), con i suoi “Fourneaux” e i pendii delle cime Vallonetto e Séguret.
Il vallone è ben noto agli abitanti di Salbertrand per lo sfruttamento delle miniere di ferro che venne effettuato fin dopo la seconda guerra mondiale ed altrettanto conosciuto dai cacciatori perché nei suoi meandri e nelle forre laterali si raccolgono branchi di camosci e di cervi. È tanto impervio quanto redditizio, al punto che in passato si traeva vantaggio perfino dalle valanghe che venivano messe all’asta per la vendita del ghiaccio.
Questa via militare, tenuta aperta dagli Alpini fino alla Seconda guerra mondiale, in alcuni tratti è ancora stupendamente conservata, purtroppo un breve tratto esposto nella parte finale, la più spettacolare,non consente più di arrivare al colle dell’Argentera.
Da sempre franato, nel settembre 1999 il sentiero fu ripristinato nella sua forma essenziale, ma le intemperie e la mancanza di manutenzione lo hanno nuovamente distrutto. Era parte del cosiddetto “Sentiero dei 2000” costruito alla fine del secolo scorso per consentire il transito delle salmerie delle casermette e dei forti in quota da Bardonecchia a Giaglione.
GRANGE HUBERT 1837 m - “VIA RÙSA” - I GALILEI 2278 m
-
Dislivello: 450 m
-
Difficoltà: E
-
Tempo salita: 2 ore
-
Periodo consigliato: metà luglio – metà settembre
-
Cartografia: I.G.C. 1:50.000 f. 1-Valli di Susa, Chisone e Germanasca
-
Accesso: Torino-Exilles-tornanti di Serre de la Voute. All’indicazione Pramand-Mariannina Levi si devia a destra e si supera Fenils fino a un nuovo bivio per Grange della Valle. Si svolta a destra ancora e, superata la borgata Eclause, si prosegue fino alla prima sterrata a sinistra che si segue per 5 Km. circa, fino alle Grange Hubert.
Poco prima delle grange Hubert si prende il sentiero 541, a destra con segnale bianco e rosso, che sale ripido per raggiungere il vallone del Rio Geronda. Lo si segue tralasciando le tracce di sinistra che portano dentro la forra del rio.
Giunti in un ampio e dolce ripiano, invaso del rio Geronda, chiamato Clot du Vallon, dove non crescono alberi per le frequenti valanghe, con tracce di sentiero si raggiunge l’ampia mulattiera che proviene da destra dalla caserma di Casses Blanches e si collega alla Via Rossa a quota 2480.
Il vallone del Rio Geronda.
Si tiene la sinistra e si entra nel vallone del rio Secco seguendo i tornanti regolari che conducono alla lapide di un soldato, Tabarrini Clemente, di 21 anni, che nel 1897, mentre lavorava con altri soldati proprio costruendo questa strada, morì “a causa di un grosso masso, staccatosi dalla parete soprastante al luogo dove stava lavorando" che lo ridusse "all’istante cadavere”. Così risulta dagli archivi della Parrocchia e del Comune di Salbertrand.
Finalmente giunti all’ultimo tratto, il più aereo e interessante, a quota 2778 (si faccia attenzione ai branchi di camosci e di stambecchi e a non lasciarsi intralciare dallo zaino nelle pareti), con precauzione sullo stretto sentiero proprio sotto un dente di roccia giallastra, chiamata “i Galilei” ci si arrestaproprio sotto le belle guglie calcaree, perché proseguire sarebbe troppo pericoloso.
Questo sentiero un tempo conduceva ad una larga mulattiera, caratterizzata da bei paracarri in pietra, che si collegava con il colle dell’Argentera a 2796 m, di poco al di sotto le cime del Seguret, ma le valanghe e le piogge l’hanno distrutta ed è molto pericolosa.
È un vero peccato fermarsi lì, anche se l’ambiente è davvero spettacolare e misterioso.
La discesa si effettua seguendo l’itinerario di salita.