Laboratorio Alte Valli - Cuore innovativo
L'ermellino (Mustela erminea) è un simpatico mammifero carnivoro che d'inverno solo un occhio particolarmente attento riesce a scorgere mentre sbuca nella neve, perfettamente mimetizzato grazie al candore del suo manto.
Più grande di una donnola, cui è molto simile, ma più piccolo di una puzzola, appartiene alla famiglia dei Mustelidi e si caratterizza per il colore che la sua pelliccia assume a seconda delle stagioni. D'estate ha tonalità bruno rossastra, mentre la parte inferiore è bianca con sfumature giallastre e nere. D'inverno la pelliccia diviene totalmente bianca, eccezion fatta per la punta della coda, di colore nero, che mantiene questo colore tutto l'anno (le foto di copertina sono di J. Blanc - ermellino in tenuta invernale - e Paolo Marre)
Il salto dell'ermellino (Rosellino, Wikipedia).
Di lunghezza variabile tra i 22 e i 32 centimetri, con una coda che va dagli 8 ai 12 centimetri, l'ermellino ha zampe corte e corpo lungo e affusolato. Diffuso un po' ovunque nell'emisfero settentrionale fino a raggiungere la regione artica, in Italia è presente su tutto l'arco alpino.
Animale territoriale e piuttosto solitario, denota grande capacità predatoria. Lo ha dimostrato in nuova Zelanda, dove era stato incautamente inserito per fronteggiare l'eccessiva proliferazione dei conigli ed ha invece fatto scempio di molte uova di uccelli di specie diverse, venendo così inserito tra le 100 specie invasive più diffuse al mondo.
Abitudini e alimentazione
L'ermellino osserva una dieta carnivora e si nutre di roditori selvatici, uccelli, rettili e invertebrati, che individua grazie a vista, udito e olfatto molto sviluppati. Rapido nell'attacco, afferra la sua preda all'altezza della nuca, provocandone il decesso immediato e divorandola subito dopo, a meno che non decida di portarla nella sua tanta come riserva alimentare.
Grazie a questo metodo di caccia ed al suo istinto predatorio particolarmente spiccato, l'ermellino riesce a uccidere prede di dimensioni considerevoli, anche fino a 5 volte la sua taglia.
Ermellino (Giuseppe Pinin Becchio).
Diffuso prevalentemente nel bosco, l'ermellino si adatta facilmente alla vita nella brughiera, in prateria o lungo le siepi. Sceglie il suo habitat sulla base della disponibilità di rifugi: lo si trova nelle pietraie o dove ci sia un sottobosco ricco che offra ampia scelta di nascondiglio. Marca il territorio con feci ed urina e non costruisce tane nuove, ma occupa quelle abbandonate da topi e conigli.
Attivo in orario diurno e notturno, essendo molto curioso al primo incontro scappa ma poi ricompare per osservare con attenzione i movimenti di chi ha invaso il suo terreno.
Si riproduce sia in primavera che d'estate. La gestazione primaverile dura circa due mesi, mentre quella estiva ha durata variabile tra gli 8 e i 12 mesi, sulla base delle condizioni ambientali.
Ermellino curioso (Dante Alpe, Parco Orsiera-Rocciavrè).
Ogni nidiata, che viene alla luce in cavità di rocce, alberi o negli angoli nascosti di ruderi abbandonati, ha in media 5 o 6 piccoli. Ma, in annate eccezionali, si sono verificati parti con addirittura 18 nati.
Così come la puzzola anche l'ermellino, se si sente minacciato, si difende emettendo dalle ghiandole anali un odore muschiato, forte e sgradevole. Abitualmente vive 4 o 5 anni, sempre che non incontri prima uno dei suoi nemici naturali: volpi, gatti (selvatici e non), poiane, aquile, civette e gufi reali.
Un animale simbolo di potere e regalità
Fin dai tempi più antichi l'ermellino è stato accostato alla regalità e potere: la sua pelliccia ha infatti adornato polsini e mantelli di regnanti, nobili, rappresentanti del clero, togati e rettori universitari, tanto che Il numero di ermellini presenti in natura si è notevolmente ridotto nel tempo a causa della caccia indiscriminata.
Ancora oggi, per indicare i giudici della corte di Cassazione, si usa il termine "ermellini", derivante dal fatto che essi indossano una lunga toga rossa su cui spicca la bianca pelliccia. Una scelta non dettata dal caso, perché nel Medioevo all'ermellino si attribuiva il significato simbolico di rappresentazione della purezza e incorruttibilità.
L'animale affascinò anche Leonardo da Vinci, che volle ritrarlo in braccio ad una donna nel suo celebre dipinto "La dama con l'ermellino". Alcuni critici tuttavia, dato il carattere selvatico dell'animale, ipotizzano che in realtà quello raffigurato nel quadro fosse un furetto.
Ermellino al Monte Seguret (Marco Gorlier).