Laboratorio Alte Valli - Cuore innovativo
L’insetto colibrì (Macroglossum stellatarum) sbatte le ali al ritmo di 90 battiti al secondo, grazie ad una muscolatura addominale particolarmente sviluppata. Ciò gli consente di praticare l’hovering, tecnica che consiste nel restare a lungo sospeso in volo, librandosi nell’aria senza alcun bisogno di supporto sul quale appoggiarsi.
Un’altra sua particolarità curiosa è il fatto di possedere una spiritromba particolarmente lunga: si tratta di una sorta di proboscide ripiegata, usata a mo’ di cannuccia per succhiare il nettare dai fiori. Il fatto di potersi alimentare senza necessità di appoggiarsi alla corolla è un vantaggio che gli evita litigi con altre specie: nessuna farfalla od ape con cui competere, solo la preoccupazione di estrarre il massimo nutrimento.
Queste caratteristiche rendono l’insetto molto simile al colibrì, benché si tratti di due specie completamente distinte: il colibrì infatti è un uccello, mentre l’insetto colibrì, noto anche come Sfinge colibrì o sfinge del galio è un lepidottero, ovvero una farfalla.
Insetto colibrì (Maria Laura Verdoia).
L’associazione alla sfinge, oltre che dalla famiglia di appartenenza (Sphingidae) deriva dalla posizione che, nello stadio larvale, il bruco assume quando riposa; un’abitudine che mantiene anche una volta divenuto farfalla, coprendo le ali posteriori con quelle anteriori, in una fase che sembra quasi di preghiera. Il galio (o gallio) è invece pianta erbacea dai piccoli fiori gialli di cui questi lepidotteri sono particolarmente ghiotti in stadio larvale.
Molto utile per l’impollinazione, sembra abbia la coda
Diffusa in tutta l’Eurasia, questa falena di colore bruno chiaro ha abitudini diurne e crepuscolari, quindi non è difficile osservarla mentre si nutre durante la giornata. Predilige in particolare i fiori dal calice lungo e sottile, nei quali può introdurre la spiritromba e raggiungere facilmente il nettare zuccherino di cui, data la profondità, gli altri insetti non riescono ad alimentarsi.
Lungo da 4 ai 6 centimetri, l’insetto colibrì ha corpo tozzo e peloso; le ali hanno forma triangolare con fascia di colore arancione e raggiungono un’apertura che va da un minimo di 5 ad un massimo di 10 centimetri. Tuttavia, ciò che incuriosisce particolarmente osservando l’insetto colibrì è il suo addome, che nella parte posteriore diventa affusolato, dando vita a quella che, ad un primo colpo d’occhio, potrebbe sembrare una piccola coda.
Insetto colibrì (Batti Gai).
Se volete vedere questo lepidottero giungere nei vostri giardini piantate primule, gelsomini, verbene, gerani ma anche salvia, rosmarino e cardo, di cui ama i fiori.
Durante il giorno l’insetto colibrì è particolarmente attivo, si sposta con estrema velocità da un fiore all’altro restando sempre in aria (può raggiungere anche i 50 km orari). Piuttosto abitudinario, raggiunge le distese di fiori in genere negli stessi orari quotidiani.
Valida impollinatrice, la sfinge colibrì è in grado di procurarsi il nettare da diversi fiori in contemporanea, senza tregua, ricordando perfettamente dove sia già stata in precedenza. Si riposerà soltanto a conclusione della giornata, nascondendosi nella vegetazione boschiva.
Larva di Sfinge colibrì (A. M. Liosi - Wikipedia).
Depone le uova due volte l’anno, se vive in luoghi particolarmente caldi talvolta ciò accade con maggior frequenza, anche quattro volte in un solo anno. D’inverno si ripara dal freddo rifugiandosi negli interstizi offerti da alberi, immobili e rocce, salvo uscirne per cibarsi nelle giornate particolarmente tiepide.
Le sue uova sono sferiche e ricordano molto le gemme del galio su cui è solito deporle in grandi quantità, anche 200 per volta. Si schiuderanno dopo una settimana dalla deposizione: le larve inizialmente sono gialline; soltanto dopo la muta diventeranno verdi, con due strisce laterali di tonalità chiara.
Questo stadio larvale perdurerà per circa 3 settimane, dopodiché avverrà la trasformazione in pupa protetta dalla crisalide da cui uscirà la farfalla.