Laboratorio Alte Valli - Cuore innovativo
L’itinerario è piuttosto insolito, forse dimenticato nel tempo a favore di escursioni più classiche in Valle Stretta, vale quindi la pena di riscoprirlo per il panorama sul Thabor e i Seru e la bella fioritura in giugno-luglio.
Si ha inoltre l’opportunità di vedere la miniera del Banchet che da sessant’anni si chiama Maison des Chamois che ora ospita i ragazzi del Lingotto, di Mirafiori Sud e di Nichelino. La data, 1875, incisa su una pietra della facciata, è l’anno in cui l’edificio venne ricostruito sulle rovine di uno preesistente, perché l’insediamento della miniera è molto più antico. Quasi certamente la miniera era attiva nel XV secolo come attestano documenti in cui si parla dell’acciaio che serviva a costruire le allora rinomate “spade di Névache”.
La Maison des Chamois
Pare che i primi a insediarsi nel sito per sfruttare i giacimenti ferrosi fossero addirittura i Saraceni prima dell’anno Mille! Ipotesi che dimostrerebbe perché al fondo dell’altro versante del Colle di Valle Stretta si trova il paese di Fourneaux, sobborgo di Modane. Forni e fonderie dunque. L’antico motto latino nello stemma del Comune è “apud fornellos”, cioè “presso i forni”.
La vallata dove si trova Modane, che si chiama Maurienne, nel medioevo, tra il 920 e il 950, venne occupata dai “Mori”, ossia dai Saraceni provenienti dal Massif des Maures in Provenza. È probabile che risalgano a quel periodo le origini di Fourneaux: le fonderie dei Saraceni, per il ferro che portavano giù dalla Valle Stretta.
La Dora e i Seru
Nell’Ottocento l’attività estrattiva aveva avuto un certo impulso: un certo Giovanni Battista Bonetti aveva avviato una società mineraria e ripreso, senza grande successo, filoni abbandonati, sperando di trovare altro ferro … e magari anche argento e oro.
L’attività cessò definitivamente prima dell’ultima guerra. Il sito minerario era passato in concessione alla Fiat, che vi aveva installato anche una teleferica per trasportare il materiale ferroso fino a Pian delle Fonderie. Alcuni macchinari vennero abbandonati sul posto e qualche resto è visibile ancora oggi.
Nel 1940 la Valle Stretta fu teatro di operazioni belliche, in occasione dell’attacco dell’Italia fascista alla Francia, con l'unico risultato che alla fine delle ostilità, nel 1947, in virtù del Trattato di Parigi la Valle Stretta divenne territorio francese sotto il Comune di Nevache. Così la Casa e la Miniera furono abbandonate poiché per raggiungerle dall’Italia occorreva passare la frontiera, mentre dalla Francia, da Nevache, all'epoca soltanto una mulattiera attraversava il Colle della Scala, mentre Modane era collegata solo da impervi sentieri.
Roche de l'Enfouran
Rifugio III Alpini 1769 m - Testa di Cane 2427m
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Dislivello: 700 m
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Difficoltà: E/EE
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Tempo salita: 2 ore
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Periodo consigliato: fine giugno-fine settembre
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Cartografia: IGC 1:50.000 f. 1-Valli di Susa, Chisone e Germanasca
Dal rifugio III Alpini in Valle Stretta si segue la strada che conduce al Pian della Fonderia, dove, appena prima si prende a sinistra il sentiero o la strada che conduce sopra la Maison di Chamois.
SCOPRI DI PIÙ: Valle Stretta
Di qui si prende il sentiero ripido contrassegnato giallo e rosso che sale i contrafforti erbosi della Testa di Cane e conduce ad una sella prospiciente il Grande Adritto, i Seru e sullo sfondo, al centro, il Thabor (nella foto sotto).
Si continua a mezzacosta sempre su terreno ripido e sassoso fino ad un casotto diroccato sulla destra, poco prima di raggiungere il vallone del col du Vallon. Qui, sulla sinistra su un masso, si trova il segno bianco-rosso-blu.
Si segue la traccia di sinistra che attraversa il ghiaione tra rari segni e si giunge sul colletto della Testa di Cane di fronte alle Roche de l’Enfouran. Il panorama è sconfinato sulla imponente pareti dei Re Magi e della valle Stretta fino alla Guglia Rossa.
La discesa si effettua seguendo l’itinerario di salita.
Cima Testa di Cane