Laboratorio Alte Valli - Cuore innovativo
Siamo saliti da Val della Torre su comodi sentieri: se avessimo proseguito ci avrebbero portati al Col Lunella o a quello della Portia ma ci siamo limitati a fare un lungo anello che taglia a mezza quota, e ne è valsa la pena!
Bellissima la conca della Val Casternone: davanti a noi ci sono il Musinè e il Mon Curt da un’insolita prospettiva, nel fondovalle le tante borgate che costituiscono il paese di Val della Torre.
Qui mi sovviene l’aneddoto che voglio raccontare. Nei primi decenni del secolo scorso, per gli abitanti delle borgate di Col San Giovanni (oggi frazione di Viù, allora capoluogo di comune autonomo) era d’uso recarsi al mercato di Val della Torre per vendere i prodotti dell’agricoltura montana, sfruttando il fatto che qui c’era meno concorrenza rispetto ai mercati di Viù e di Almese e Rubiana
Per giungervi partivano che era ancora notte, illuminando il percorso con lanterne a petrolio e portando sulle spalle pesanti gerle piene di tome, burro, castagne, ecc.
Passando per il Colle della Portia ed il Col Lunella scendevano a valle percorrendo le stesse mulattiere che noi abbiamo calpestato andando a spasso. Naturalmente il ritorno non era fatto a gerla vuota, anzi sovente si era più carichi che all’andata poiché con il ricavato della vendita si comperavano farina, sale, vino, zucchero, caffè e tutto quanto non era possibile auto produrre.
Ed ecco l’aneddoto: quell’anno la produzione agricola era stata buona e siccome la gerla pesava più del solito mio nonno aveva deciso di partire il pomeriggio precedente il giorno di mercato e, per una volta, di dormire nella Locanda del Mulino di Punta.
Dopo cena venne accompagnato dalla proprietaria alla camera. Prima di allontanarsi la signora disse “sopra la testiera del letto ci sono due interruttori a pera, quello di destra serve per la luce, l’altro per il campanello se avesse bisogno di qualcosa.”
Stanco, mio nonno si mise presto a letto e quando pensò di spegnere la luce gli venne un dubbio: quale dei due era quello giusto? Per non disturbare, e per paura di fare una brutta figura, dormì pochissimo, con la luce accesa per tutta la Notte!
una rarità geologica
Ed ecco l’aspetto geologico di questo giro: le montagne che coronano la Val Casternone fanno parte del Massiccio Ultrabasico di Lanzo che inizia nei pressi del Colle del Lys, scende sino al Musinè e prosegue verso Lanzo e oltre
Esse costituiscono una della maggiori masse di rocce di mantello esistenti al mondo, le peridotiti. Ospitano un'eccezionale concentrazione di 157 block stream e block field (Colata di pietre/Campi di pietre), costituiti da coltri detritiche a grossi blocchi prive di matrice organizzata che formano lingue che in alcuni casi con il fronte giungono a sfiorare il fondovalle.
Nell'arco alpino e appenninico non sono riscontrabili altri esempi di block stream confrontabili per numero, dimensioni e morfologia. Le peridotiti sono rocce femiche (ferro e magnesio), affioramento del mantello terrestre avvenuto durante la formazione delle Alpi.
Da ricordare che mediamente la crosta terrestre ha uno spessore di circa 30 km prima di incontrare il mantello, pertanto queste rocce hanno fatto un bel viaggetto prima dell'affioramento in superficie. (Informazioni scientifiche tratte da Vallesoana.it, I Block srteam del Massiccio Peridotitico di Lanzo).
Nel tragitto abbiamo incontrato gli amenti del salice montano. È una specie pioniera molto rustica, che vegeta dalla pianura fino all'alta montagna (1600 m), costituente sia di formazioni riparie che di aree forestali (bordi e chiarie).
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Quando viene riscontrata all'interno di boschi, è sicuro indice di una pregressa attività antropica (stalle, fienili, baite). Preferisce suoli freschi, solitamente argillosi, pur adattandosi anche a condizioni di moderata aridità come i versanti di queste montagne. L’infuso della corteccia veniva utilizzato prima dell’avvento degli analgesici.