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Il Frassino maggiore (Fraxinus excelsior), in piemontese noto come frassu, è un albero appartenente alla famiglia delle Oleaceae che può raggiungere altezze fino a 30 metri. Caratterizzato dal fusto slanciato e dalla corteccia grigio verdastra che tende a fessurarsi longitudinalmente negli esemplari adulti, ha una chioma a forma di cupola.
Non è un albero longevo, al massimo raggiunge i 150 anni. Capita con frequenza che, in età ormai avanzata, si schianti al suolo, per cui molti ipotizzano che il suo nome sia da attribuire al verbo frangere, che significa appunto spezzare.
Fa eccezione il frassino del Moncenisio, riconosciuto albero monumentale nel 2002, esemplare maestoso che pare sia stato messo a dimora in occasione della costruzione della limitrofa canonica, risalente ad circa 4 secoli fa. Questo esemplare ha una circonferenza del tronco di 5.70 m e un’altezza di 10 m, ed è uno degli esemplari più vecchi della specie.
Il frassino monumentale del Moncenisio (da Google Street Wiew) e la targa che lo descrive.
Il frassino ha foglie opposte, ovato lanceolate, che in autunno, prima di seccare e cadere a terra, assumono un colore giallo pallido. Diffuso sull’arco alpino piemontese, è meno frequente incontrarlo sull’Appennino proseguendo verso sud.
Si tratta di un albero che sopravvive anche in zone cosiddette “difficili” a causa di problematiche ambientali quali inquinamento, salsedine o forte vento e non teme le temperature troppo basse o, al contrario, decisamente elevate. I frassini hanno buono spirito di adattamento, tant’è che crescono addirittura tra i muri e nei ruderi.
Non va confuso con il Fraxinus ornus, tipico della Sicilia, noto anche come Orno, Orniello o frassino della manna, che viene appunto impiegato per la produzione della manna.
Il frassino ha frutti allungati, raggruppati in grappoli penduli che il vento contribuisce a disseminare ovunque, favorendone la riproduzione insieme agli insetti che si occupano dell’impollinazione. I suoi fiori, privi di petali, sono poco vistosi: quelli maschili sono scuri, di forma a globo. Quelli femminili, che spuntano ad aprile, prima del fogliame, sono allungati e violacei.
I frutti del frassino.
Un legno molto utilizzato, e considerato magico
Il legno del frassino è molto elastico, di colore chiaro, facilmente lavorabile; viene impiegato per la realizzazione di mobili ma anche per produrre manici di attrezzi da lavoro. In passato veniva utilizzato per la costruzione dei raggi delle ruote dei carri agricoli e di archi, racchette da tennis e da neve. La sua resistenza lo rende idoneo alla fabbricazione di sci, eliche d’aereo, strumenti musicali e negli U.S.A. trova largo impiego per la produzione di mazze da baseball.
Ha una buona resa come combustibile, anche in virtù della sostanza infiammabile contenuta nelle specie giovani. Importante è il suo impiego anche in fitoterapia, dove frutti, foglie, radici e corteccia vengono impiegati a fini medicamentosi, trattandosi di una specie febbrifuga, astringente, lassativa, sudoripara e tonica con proprietà antiartritiche antireumatiche e antiinfiammatorie.
Se si decide di piantare un frassino è bene sapere che la pianta ama l’esposizione in pieno sole o mezz’ombra e che non richiede terreni particolari, è sufficiente siano profondi e freschi.
Gemme e foglie del frassino (disegno di Elio Giuliano).
I celti lo ritenevano un simbolo di rinascita e gli attribuivano il merito di guarigioni miracolose, mentre i berberi erano convinti che fosse la prima pianta creata da Dio. I popoli dell’Europa del Nord sostenevano che fosse l’albero che reggeva la volta celeste e, nella mitologia norrena, il primo essere vivente di sesso maschile prende vita proprio da un tronco di frassino.
Per gli slavi il frassino era l’arma ideale per uccidere un vampiro, mentre i celti affidavano ai guerrieri una lancia in legno di frassino che li avrebbe aiutati a superare le avversità. I druidi lo usavano durante i loro rituali e i pastori lo impiegavano per allontanare i serpenti dai dintorni delle greggi al pascolo.
Per i guerrieri celti il frassino era il pilastro centrale dell’Irlanda e i confini delle 5 province erano identificati da 5 alberi magici, di cui tre erano proprio frassini.
Benché sia ritenuto un albero magico, il frassino ha comunque dei nemici: le sue foglie possono essere intaccate da insetti e larve, la corteccia può essere scavata da coleotteri, foglie e rami possono venire colpiti da una malattia fungina chiamata Oidio o mal bianco, mentre il legno può essere danneggiato dai funghi della carie del legno.
Frassini alla Mura (Vaie).