Laboratorio Alte Valli - Cuore innovativo
La spettacolare fioritura delle orchidee spontanee, che inizia nei primi giorni di maggio e si conclude tra luglio ed agosto, ci affascina per l'esplosione di colori e la grazia che contraddistingue questi fiori. L'Erbario Pedemontano conserva 270 esemplari raccolti in valle, attribuiti a 47 specie diverse: un numero considerevole raffrontato alle circa 120 specie italiane, e che potrebbe ulteriormente espandersi grazie a nuove ricerche.
Le orchidee spontanee europee, tra cui figurano le valsusine, appartengono alla famiglia delle Orchidacee, distribuite su tutto il globo ad eccezione dei deserti e delle aree ricoperte da ghiaccio. Il loro fusto è sempre eretto e non ramificato, variabile da 10 centimetri (Chameorchis alpina) al metro di alcune Epipactis. Il fiore, simmetrico bilateralmente, è detto zigomorfo in virtù della sua irregolarità, con una forma particolare del petalo mediano, chiamato labello.
Orchis Sambucina. Particolare del fiore e, sopra al titolo, una spettacolare fioritura in alta valle.
Le orchidee si riproducono per impollinazione, che può essere incrociata quando il polline viene trasportato sullo stigma di un'altra pianta della medesima specie o per autoimpollinazione, quando il polline passa dall'antera allo stigma dello stesso fiore.
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Gli scatti fotografici che corredano questo articolo e che spesso proponiamo sulla nostra pagina portano la firma di Antonio Dalla Valle di Oulx, che sui social si definisce "escursionista botanico scarso", ma vanta in realtà una ottima competenza in materia. "Da anni vado alla ricerca di orchidee selvatiche. Nel periodo buono esco praticamente quasi tutti i giorni in escursione, munito della mia macchina fotografica compatta con la quale documento le mie scoperte. Ho un repertorio che vanta migliaia di immagini, catturate nelle zone xerotermiche più esposte della valle di Susa. Sono località molto calde, dove la fioritura abbonda.
Ne ho trovate di ibride, apocromatiche (ovvero caratterizzate da riduzioni totali o parziali della colorazione), alcune con variazioni di colore incredibili, addirittura ne ho rinvenute anche a 2 mila metri di altitudine. Al momento, ne ho catalogate 39 specie, tutte individuate in alta valle, dove risiedo. Non mi sono mai spinto a cercarle in bassa valle di Susa, dove so comunque che sono presenti".
Come ogni cercatore che si rispetti, Dalla Valle non fornisce indicazioni precise sui territori abitualmente battuti, generalizzando con un vago "da Salbertrand a Bousson". Lo scatto più ambito, che ormai manca all'appello da tre anni, è quello che immortala la Scarpetta di Venere (Cypripedium calceolus), una specie piuttosto rara, diffusa in Francia ma difficile da scovare in Italia, che Dalla Valle aveva individuato anni addietro proprio a Bousson. "In questi giorni tornerò a vedere, ma non credo di fare chissà quale scoperta. So che il consorzio forestale ha disboscato intorno all'area interessata, per permettere una maggiore arieggiatura, ma non sono molto fiducioso. Negli ultimi tre anni ho trovato solo le foglie, nessun fiore".
Cypridium calceolus (Scarpetta di Venere), una delle orchidee più rare e spettacolari. A destra Anacamtys Pyramidalis.
La passione di Dalla Valle per questa fiore è cresciuta nel tempo, contagiando anche le persone che gli stanno vicine. "Mio fratello 30 anni fa faceva la guarda forestale, molte orchidee le ha scoperte lui. Io ho iniziato ad andare in montagna come accompagnatore di gite del Cai e lì mi sono imbattuto in fioriture stupende che mi hanno impressionato. Mi limito sempre e solo a scattare foto, perchè le orchidee selvatiche sono specie protette, ma mia moglie ha il pollice verde e a casa nostra è lei a coltivare con successo quelle che si trovano abitualmente in commercio. Io, comunque, sono appassionato anche di altre fioriture, nonché di insetti e farfalle".
Se Dalla Valle si avventura prevalentemente in quota, il taccuino edito dal Parco localizza con maggiore dettaglio la distribuzione delle orchidee su tutto il territorio, offrendo inoltre 5 itinerari botanici per andare alla loro scoperta. Ci si può avventurare nei dintorni di Foresto, intorno al lago del Moncenisio, nei pressi delle cave di magnesio di Caselette, in valle Argentera oppure a Pierremenaud, sopra Oulx.
Le segnalazioni di orchidee sono comunque molteplici e contemplano anche i dintorni di San Giorio e Condove, le aree paludose dei laghi di Avigliana, senza dimenticare il Pirchiriano, habitat dell'Orchis Pallens, (nome volgare Orchidea Pallida), l'unica orchidea alpina italiana dal fiore completamente giallo.
Nei boschi di latifoglie, nei prati a sfalcio e nelle pinete, da zero a oltre 2 mila metri, le orchidee adornano la valle di Susa e molte altre aree italiane. Per custodire questo immenso patrimonio spontaneo, minacciato dalle variazioni climatiche e dai pascoli, è stato lanciato un progetto, inserito nel programma Life dell'Unione Europea e nella rete Natura 2000. Si chiama "LifeOrchids" ed è volto ad individuare persone che si facciano carico di preservare la riproduzione e l'habitat delle circa 55 tipologie di orchidee selvatiche che crescono in Piemonte, evitandone l'estinzione.
L'intento è quello di raggiungere, entro il 2023, la custodia di 500 ettari di terreno con la sottoscrizione di 100 accordi con volontari interessati a tutelare questi ambienti (per maggiori informazioni: Cercasi custodi di Orchidee nei parchi piemontesi, Piemonte Parchi).
Bibliografia
Maggiori informazioni sulle orchidee in Valle di Susa le trovate in una pubblicazione del 2003 curata dal Parco Orsiera Rocciavrè: "Taccuino n. 3: Le orchidee spontanee della Valle di Susa", di Amalita Isaja e Lorenzo Dotti. Gli stessi autori nel 2021 hanno pubblicato, a cura delle Ed. Boreali, un aggiornamento, "Orchidee del Piemonte", giunto alla seconda edizione.