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Pochi lo sanno ma il pungitopo (Ruscus aculeatus), arbusto di cui nel periodo natalizio vengono utilizzati i rami a fini decorativi, è talmente versatile che, in passato, i suoi semi tostati venivano impiegati per preparare una bevanda alternativa al caffè.
Cespuglio sempreverde con estremità pungenti cui deve il nome, il pungitopo appartiene alla famiglia delle Asparagaceae e si caratterizza per minuscoli fiori verdastri che si schiudono in primavera.
D'inverno, invece, maturano i frutti, molto gradevoli a vedersi: sono bacche di un rosso acceso, delle dimensioni di una piccola ciliegia. Insieme al vischio, il pungitopo, noto anche come rusco, nel periodo natalizio decora confezioni regalo e porte di casa.
Diffuso nel sottobosco di pini, lecci, querce e faggi, si caratterizza per essere dioico, ovverosia avere fiori unisessuali in due piante diverse. Quella su cui crescono le bacche è la pianta femminile.
Una pianta dalla protezione beneaugurale
I suoi rami, ricchi di foglie acuminate e pungenti, avevano in passato uno scopo protettivo: venivano infatti collocati nelle cantine oppure disposti a corona ai piedi delle piante, per evitare che provviste e frutti degli alberi venissero rosicchiati dai topi.
Questo intento protettivo è stato tramandato nel tempo e regalare un ramo di pungitopo per il nuovo anno ha un significato benaugurale. Toccare il pungitopo senza particolari accortezze rischia di farci incappare in qualche puntura, ma peggio ancora potrebbe essere il volerne assaggiarne le bacche. Esse infatti, pur essendo alla vista molto invitanti, non sono commestibili ed il loro consumo può causare intossicazione.
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Nella medicina popolare le sue doti diuretiche vengono utilizzate per favorire l'eliminazione dei liquidi in eccesso. Inoltre, essendo ricco di vitamina P, aumenta la resistenza delle pareti dei capillari ed è quindi impiegato per fronteggiare patologie che riguardano le varici venose, come emorroiodi e flebiti. Essendo un vasocostrittore naturale ha proprietà antireumatiche ed antiinfiammatorie.
I suoi germogli, che possono essere raccolti in primavera, entrano a far parte di alcune preparazioni culinarie quali minestre e frittate, alla stregua degli asparagi (famiglia cui appartiene). L'abitudine di raccogliere il pungitopo, tuttavia, ne sta riducendo la presenza sul territorio, tanto che alcune regioni italiane hanno emanato particolari disposizioni per impedire il depauperamento della specie.
Pungitopo e agrifoglio sono simili, ma non confondeteli
Il pungitopo non va confuso con l'agrifoglio, cui assomiglia parecchio, tanto che la pianta dell'agrifoglio viene chiamata alloro spinoso o pungitopo maggiore. Entrambi pungono, hanno bacche rosse e simboleggiano il Natale, ma mentre l'agrifoglio (Ilex Aquifolium) appartiene alla famiglia delle Acuifoliacee e può raggiungere i 10 metri, il pungitopo è un cespuglio che al massimo si eleva fino ad un metro di altezza.
Entrambe sono piante benaugurali, simboli portafortuna di abbondanza e fertilità oltre che di buon auspicio per l'anno nuovo, cui sono legate molte leggende.
Osservando un cespuglio di pungitopo o un ramo di agrifoglio immersi nel candore di una nevicata, potremo scorgere in esse anche un certo legame patriottico. Il manto bianco, accostato alle foglie verdi ed alle bacche rosse, altro non è che una rappresentazione naturale dei colori della nostra bandiera.