Laboratorio Alte Valli - Cuore innovativo
Fondato a Torino nel 1856, Cirio è il consorzio italiano di fama internazionale specializzato nelle conserve alimentari, in particolare nel settore del pomodoro. L’ideatore fu Francesco Cirio, imprenditore piemontese che dedicò la sua vita al commercio e alla sperimentazione di un metodo che garantisse una lunga conservazione dei cibi.
Francesco Cirio nacque a Nizza Monferrato il giorno di Natale del 1836 e trascorse la sua infanzia nel piccolo comune di Fontanile. Intraprendente e determinato fin dai primi anni della sua vita, si appassionò all’arte del commercio osservando il lavoro del padre Giuseppe, proprietario di un modesto negozio di pasta, olio e pane.
Fece il suo ingresso nel mondo della negoziazione quando, all’età di undici anni, iniziò a vendere a Fontanile gli ortaggi che acquistava al mercato di Nizza Monferrato. Un’attività che continuò anche quando si trasferì a Torino intorno al 1850: era sua abitudine recarsi al mercato di Porta Palazzo all’orario di chiusura e comprare verdura a poco prezzo, per poi rivenderla nei quartieri periferici della città.
Fu proprio frequentando il celebre mercato torinese che si rese conto dell’esigenza che avevano i venditori di conservare i loro prodotti a lungo. Così nel 1856, a soli vent’anni, sperimentò un metodo inventato nel 1795 dal cuoco francese Nicolas Appert, detto appunto “appertizzazione”. La tecnica consisteva nella sterilizzazione di cibi cotti in contenitori chiusi ermeticamente.
Un’idea vincente che lo condusse all’apertura a Torino, in Via Borgo Dora 34, della sua prima fabbrica di conserve in scatola, la “Cirio Società Generale Conserve Alimentari”. L'azienda iniziò ad occuparsi della conservazione delle verdure locali, partendo dai piselli, ma ben presto la sua attenzione si spostò sul pomodoro, l’ortaggio più rappresentativo della cultura alimentare mediterranea, di cui i “pelati Cirio” divennero un vero e proprio simbolo. Presentando i suoi prodotti all’Esposizione Universale di Parigi del 1867, Cirio sancì la fama internazionale del marchio e l’apertura di stabilimenti in Italia e in Europa: Milano, Berlino, Londra, Bruxelles, Parigi, Belgrado e Vienna.
Nel 1880 la produzione di conserve Cirio superava i 10.000 quintali, ed i 49.000 quintali l’esportazione di prodotti ortofrutticoli all’estero (resa possibile grazie alla collaborazione con le Ferrovie Italiane e all’uso di appositi vagoni refrigeranti). Francesco Cirio non volle operare in un'unica direzione, e diede vita anche ad altre attività imprenditoriali, non tutte coronate da successo. Così lo si vide nei panni di esportatore di uova, imprenditore agricolo in società col Principe Enrico d'Olanda, coltivatore di tabacco in provincia di Lecce e pioniere nella bonifica dell'Agro Pontino.
Poco prima della morte di Francesco, la Ditta Cirio-Società Generale Conserve Alimentari venne spostata da Torino a San Giovanni Teduccio (vicino a Napoli) ed il pacchetto azionario passò a Pietro Signorini, allora socio dell’azienda. Francesco Cirio morì a Roma il 9 gennaio del 1900, all’età di 63 anni e fu sepolto nel Cimitero Monumentale di Torino.
Monumento a Francesco Cirio in Piazza della Repubblica a Torino