Laboratorio Alte Valli - Cuore innovativo
Le pietre rotolanti più note, se ci si riferisce al XX secolo, sono senza dubbio i Rolling Stones. Ma non è di rock che vogliamo parlarvi, bensì di ròch, che in piemontese significa appunto roccia, masso.
I massi erratici sono grandi blocchi di roccia trasportati a fondovalle dai ghiacciai. Le loro dimensioni sono spesso considerevoli: una volta che il ghiacciaio si è ritirato, restano fermi su luoghi pianeggianti, per la gioia dei boulderisti, ovverosia quegli arrampicatori che si cimentano a raggiungerne la sommità.
I massi erratici, il cui nome deriva dal latino erràre, ovverosia vagare, sono spesso noti anche come massi delle streghe o "trovanti". In Italia sono disseminati nelle valli alpine ed appenniniche, e stanno ad indicare l'esistenza di aree occupate dai ghiacciai.
Massi trasportati dal ghiacciaio Athabasca, in Canada
In alcuni casi sono stati usati come altari sacrificali: prova di questo impiego è il rinvenimento, su alcuni di essi, di coppelle, ossia incisioni semisferiche, simili ad una scodella, scavate nella roccia.
In valle di Susa e zone limitrofe troviamo numerose testimonianze di massi erratici, che hanno un alto pregio paesaggistico, naturalistico e storico, tanto da aver spinto la Regione Piemonte, nel 2010, a promulgare la legge regionale n. 23 per la loro valorizzazione e conservazione.
Uno di essi è posizionato sul territorio di Buttigliera Alta dove, dinnanzi all’omonima Abbazia, è presente il masso erratico di Sant'Antonio di Ranverso, alto circa 2 metri.
Ben più imponente quello intitolato al geologo Bartolomeo Gastaldi, che svetta per 14 metri a Pianezza ed è sormontato da una cappella dedicata al culto di San Michele Arcangelo. Qui, trascinato dal ghiacciaio valsusino, si è fermato insieme al più piccolo Roc d'le Masche. Sempre a Pianezza, ma all'interno di un muro di cinta privato, si trova il masso di San Pancrazio, nei pressi dell'omonimo santuario.
Masso Gastaldi a Pianezza (foto Luigi Motta)
Gastaldi fu il primo, a metà del XIX secolo, a comprendere l'importanza dei massi erratici nell'interpretazione di molti fenomeni geologici: studiò infatti le striature glaciali rinvenute sulle rocce montonate del Pirchiriano, a Sant'Ambrogio, e sulla Pera Piana di Montecapretto, ad Avigliana.
Sul Comune di Caselette sono invece posizionati, oltre ad alcuni massi erratici minori, Pietra Alta e Pietra Grossa, noto anche come masso Sacco.
Lungo la dorsale morenica tra Rosta e Reano svetta, su una strada di campagna, Pera Grossa, che ha un volume di circa mille metri cubi. Nella zona ad ovest di Reano si trovano il Pera Morera, il Roc d'le tume, la cui denominazione deriva dalla somiglianza con una pila di forme di formaggio e i massi di Valchersa o Vacarezza.
A Trana suscita curiosità il masso Cà del Roc, su cui poggia una casa, così come sul Pera Ussa della zona a nord di Villarbasse è appoggiata una costruzione rurale. Singolare, per la sua conformazione, il Roc d'le Sacoce, posto tra Reano e Sangano: si caratterizza infatti per degli incavi di origine naturale, simili a delle tasche. Alcuni massi erratici amano viaggiare in coppia, come testimonia il Roc d'Pera Maiana di regione Preile di Villarbasse.
Pera Majana a Villarbasse (fotografia di Patrizia Mussa © MuseoTorino)
Talvolta, addirittura, si spaccano in più parti: è il caso di Pera d'la Vulp, lungo la carrozzabile che da Avigliana conduce alla Sacra, in località Villaggio Primavera, diviso in tre. Ma anche del Roc Monciavrè, posto sulla sponda settentrionale del Lago Grande di Avigliana, noto anche come Roc Belitrand.
Un masso erratico si trova anche all'interno delle mura del Castrum Capriarum, tra Caprie e Condove (nella foto sopra al titolo). Una frase dipinta sul masso ricorda l'evento storico più importante verificatosi sul territorio: la battaglia delle Chiuse tra Carlo Magno e i Longobardi.
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Attorniato da un alone leggendario è invece il masso erratico posto dinnanzi all'ingresso di Cascina Roland, a Villarfocchiardo. Diviso nettamente in due, si dice, dal colpo di spada infertogli dall'Orlando furioso per la perdita dell'amata Angelica.
Masso di Cascina Roland, secondo la leggenda diviso dalla spada di Orlando
L'elenco dei massi erratici della collina morenica tra Avigliana e Rivoli è lungo ed articolato: dall’area Fisp del lago piccolo di Avigliana, in borgata Sada, parte un percorso dei massi erratici, percorribile in mtb, lungo 29 km, che offre la possibilità di incontrarne parecchi. Nella stragrande maggioranza questi giganti di pietra sono composti da serpentinite, ma alcuni si caratterizzano per essere enormi blocchi di prasinite e anfibolite.
Con tutta probabilità, comunque, quello disceso dalla valle di Susa e giunto più lontano è il Roc di Rivoli. Ma non vi inganni il nome, perché si trova già sul territorio di Grugliasco, in prossimità dello svincolo della tangenziale di Corso Allamano.