Laboratorio Alte Valli - Cuore innovativo
Non chiedete a Yari Ghidone, torinese, dove si trovi in questo momento. Vi risponderebbe vagamente: "in camper". Da quasi 4 anni, infatti, la sua casa è su 4 ruote e il paesaggio circostante cambia con frequenza. Yari non rivela dove si trovi anche per evitare incontri con malintenzionati, ma soprattutto per quella sua esigenza di libertà cui ha finalmente dato spazio.
Il 3 febbraio 2017 Yari, che, dopo un diploma al liceo scientifico tecnologico ed alcuni impieghi differenti da ormai 5 anni lavorava in un negozio di fumetti con lo zio, è salito sopra al camper e non ne è più sceso. "Mi ero stufato di stare in casa, e così lavoravo in negozio ma vivevo e dormivo sul camper. Tutte le sere, appena potevo, partivo ed andavo in montagna. Poi, quando ad agosto 2018 l'attività ha chiuso, ho deciso che avrei potuto continuare a condurre quella vita".
Certo, da Torino quella che lui definisce "montagna" era più semplicemente la collina del Castello di Rivoli oppure la cima di Superga. "La città mi stava stretta. Sono fatto così: anche ora, più gente c'è e più io sto male. Questi posti per me erano già un respiro, sapere di poter dormire la sera attorniato dai cinghiali era una piccola valvola di sfogo".
Yari ha iniziato a passare lunghi periodi in montagna, sostenendosi economicamente con l'indennità di disoccupazione e con piccoli lavoretti di fotografia, passione che lo accompagna dal 2008. Fedele compagna di tutti questi anni di isolamento volontario è sempre stata Chérie, il cocker spaniel regalatogli da un'amica della mamma che non lo poteva più tenere. "Doveva stare con noi solo un giorno, ma si è talmente ben abituata che mi ha seguito ovunque".
La prima avventura con Chérie risale ad aprile 2014, in Corsica. "Quattro giorni in tenda in cui mi sono innamorato dell'isola, tanto da tornarci 9 volte in 5 anni. In Corsica la montagna più alta è 2700 metri, ma trovi laghi, fiumi, paesaggi diversi, montagna e mare, tutto a poca distanza. Vorrei viverci un paio d'anni. Lì ho capito che avevo bisogno di qualcosa in più".
Quel qualcosa si chiamava probabilmente libertà. Un pensiero fisso che non ha più abbandonato Yari, fino a farlo arrivare dove è ora. "Il mio van, un Ducato 540 piccolo e agile, unisce l'avventura alla comodità. Ha una stufa ed un boiler, l'ho ben accessoriato. E se voglio stare fuori, la tenda comunque c'è e si può usare. Nelle amicizie e nei rapporti sociali sono selettivo, non mi accontento, il mio motto è meglio solo che mal accompagnato, e in questa vita scelgo io chi voglio incontrare. Ora, mentre mi intervisti, sono in Piemonte, ma è troppo rischioso dire dove. Ti dico solo che non sono tanto distante dalla valle di Susa da cui mi chiami tu".
Prima a Yari mancava il coraggio di dire mi licenzio e me ne vado, ma la chiusura del negozio è stata un'opportunità. "Ora sono soddisfatto di come va la mia vita e non mi pento assolutamente di ciò che ho fatto finora, è tutta esperienza. Continuo a fare una serie di lavori legati al mondo della fotografia (Yari Ghidone Photograpy), ma le mie entrate derivano principalmente dal canale You tube ed Amazon, cui sono affiliato".
Nel luglio scorso Yari è anche stato protagonista di una trasmissione sul canale DMAX: "Vado a vivere nel camper".
In valle di Susa Yari non capita spesso, perchè la valle è troppo stretta per i suoi gusti e non c'è possibilità di campeggiare in libertà e fare fuochi all'aperto come piace a lui. "Ma è un posto ideale per volare. Ad aprile di due anni fa mi sono iscritto al The Fly Club Valsusa, ho fatto parapendio tra Giaveno e Chianocco. Anche lì mi serve poco: la sacca, l'imbragatura, la vela e puoi volare da 5 minuti a tre ore, anche se io dopo mezz'ora in aria sono già più che contento".
Ma una vita in tutta libertà può essere programmata? Ad esempio, dove si vede Yari tra 10 anni? "E chi lo sa. Io non mi vedo, io vivo alla giornata. Chissà, magari potrei essere in una casa con moglie e figli o ancora su un camper, dipende da cosa mi piacerà in futuro. Quando si viaggia si conoscono un sacco di persone, ma io non penso a quando avrò 70 anni, non ne ho ancora compiuti 30, è un'idea troppo limitante".
Piuttosto che come e dove vivrà a 70 anni, Yari ci può dire dove ha vissuto i 70 giorni di lockdown dovuti alla pandemia mondiale. "Ho trascorso la quarantena in cima ad un colle, ma non ti dico dove. Sono stato in compagnia dei miei pannelli solari e di un generatore che mi sono fatto prestare per l'occasione. Possiedo un buon impianto fotovoltaico e sono autonomo quasi sempre: anche se dormo o non sono nel van, l'energia c'è".
Quanto basta per scegliere cosa fare senza vincoli di orario o di luogo, cambiando itinerario a piacimento, addirittura impastando la pizza per poi cuocerla sulla pietra osservandola lievitare davanti alle fiamme. "Amo molto l'Italia, che ha posti diversi e molto belli. Ci sono italiani che per essere contenti vanno dall'altra parte del mondo, ma io non li capisco. Quello che serve per stare bene non è così lontano".
Yari nelle sue giornate si occupa anche di fare pulizia dove gli altri hanno sporcato, raccogliendo rifiuti per preservare quell'ambiente che dovrebbe essere incontaminato e che lui tanto ama (nella foto sotto 14 sacchi raccolti lungo il Pellice). E si gode la vita anche senza le tante comodità delle quali tutti noi siamo convinti di non poter fare a meno.
"Non nego che d'inveno mi piacerebbe fare una doccia di 20 minuti od un bel bagno caldo, ma nelle mie condizioni si impara a risparmiare acqua, perchè 10/12 litri per una doccia possono bastare. L'acqua sembra infinita se sei abituato a vederla scorrere dal rubinetto, ma quando sai di doverla razionare ti rendi conto che non è così. D'estate faccio il bucato e lavo tutto nel lavello del camper, d'inverno qualche volta faccio un salto da mia madre. Comunque ho sufficienti cambi, per fortuna godo di buona salute e non ho mai avuto bisogno del medico. Chi lo sa, magari è anche merito di questa vita all'aria aperta che ti tempra e fortifica".
Isolato a metri d'altitudine, lontano dalle comodità, in compagnia di Chérie, del buio e delle stelle. Possibile che non faccia mai capolino un po' di paura? Yari risponde risoluto. "Mai. Certo, puoi trovare qualcuno con idee diverse dalle tue, magari discuti, ma cerco di non dare e creare problemi. Ho imparato ad adattarmi a questa vita da bambino. I primi anni ho fatto le vacanze standard, ma dai 12/13 anni in poi andavo in tenda in montagna. Non sono mai stato scout, che è quello che mi chiedono in molti, ma ho imparato ad arrangiarmi". Niente paura, ok, ma nemmeno lo spauracchio della solitudine o della monotonia? "Non la temo, anzi. Parlo con Chérie, che mi capisce meglio di tante altre persone. Ci sono posti dove resto una sera e altri dove mi fermo 10 giorni. Ho amicizie di ogni età, spesso i miei spostamenti sono anche legati alle persone che incontro o che voglio andare a trovare. So dove dormo stasera, ma non so se sarà lo stesso posto in cui dormirò domani".
Uno dei limiti che Yari incontra è dovuto al fatto che il campeggio libero in Piemonte non sia così facile da attuare. "Se fai un fuoco, anche se è nascosto, vengono subito a stanarti e corri il rischio di incappare in una sanzione. Io non voglio sentirmi costretto, ci tengo alla natura, all'ambiente, ma anche alla mia vita, diciamo così, un po' selvaggia. Eppure so di dare nell'occhio, per questo cerco spazi isolati. Pensa che in città mi hanno fermato sei volte perchè mi trovavo nei pressi della casa di persone importanti della Torino bene e temevano fossi un delinquente. Ma io sono una persona che cerca solo un posto in cui stare tranquillo".
Tranquillo ma non proprio sconosciuto, perchè ormai il suo profilo youtube ha superato i 91 mila iscritti e dopo l'imminente trasmissione televisiva la popolarità potrebbe aumentare. "Vero, in montagna ormai mi capita spesso di trovare persone che hanno sentito parlare di me e mi riconoscono". Ma Yari resta semplice, un viaggiatore itinerante alla ricerca del panorama ideale, che non ha assolutamente nulla di pretenzioso: "Un bel prato vicino al fiume, una vista sulla montagna sopra ai 3 mila metri ed un cielo azzurro. Così io mi sento a casa". E non fa differenza se quella casa, al posto delle fondamenta, ha 4 ruote.