Laboratorio Alte Valli - Cuore innovativo
Il rifugio "Stellina" spicca sulla Punta Carolei, in ambiente ancora molto selvaggio, sotto i passi di Novalesa e Marmottere che adducono all’elegante sagoma del Rocciamelone.
Fu dedicato a Giulio Bolaffi, comandante della 4ª divisione alpina GL Stellina, operante in Val di Susa e, nel dopoguerra, presidente dell'omonima società torinese di collezionismo. Il nome Stellina, dedicato alla figlia che si chiamava Stella, ricorda l'omonima divisione partigiana comandata da Giulio Bolaffi conosciuto come Aldo Laghi, che su questi monti si distinse per la lotta per i diritti di libertà, giustizia e democrazia.
Il Rifugio Stellina con sullo sfondo il Monviso.
Il rifugio è stato costruito dai volontari di Novalesa su di un costone panoramico da cui si domina tutta la Val Cenischia. L’escursione richiede un certo allenamento per lo spostamento e la lunghezza, più che per il dislivello.
La strada si snoda tra le guglie di calcescisti del Lamet, uno spesso strato formato da gessi teneri e calcari dolomitici, e attraversa diagonalmente la valle Cenischia, partendo dal basso versante del Rocciamelone per salire progressivamente al passo delle Finestre.
Calcescisti del Lamet.
Il lungo sentiero balcone offre un panorama veramente vasto su tutte le montagne della valle di Susa fino allo Chaberton e, a mano a mano che si sale, della val Chisone. Sullo sfondo ci sono il Monviso e il Pic di Rochebrune.
Il Rocciamelone, con il Lamet e la punta Tour dominano tutto il percorso sulla sinistra e il Giusalet e la cima di Bard sulla destra con lo sfondo della cresta Niblé-Ferrand.
Cippo di confine e Rocciamelone.
Cava Paradiso 2000 m - Alpe Tour 2126 m - Rifugio Stellina 2610 m
-
Accesso: Torino-Susa-posto dogana francese. Si prosegue per qualche centinaio di metri, si superano i tornanti della Scala e la Grand Croix e sulla destra si prende una strada sterrata che in breve conduce nei pressi della caserma dove si posteggia.
-
Dislivello: 800 m.
-
Difficoltà: T/E/EE
-
Tempo salita: 3.30 ore
-
Periodo consigliato: luglio – metà ottobre.
-
Cartografia: I.G.C. 1: 50.000 - f. 2, Valli di Lanzo e Moncenisio.
Dalla caserma Paradiso si prosegue a piedi per circa 7 Km, perché la strada in buone condizione è vietata alle auto in quanto parco. Verso ovest è possibile notare l'enorme sbancamento nella roccia eseguito negli anni '60 per creare il muraglione di sbarramento della diga del Moncenisio, dove era situata anche la batteria Paradiso sull'omonima altura.
Proseguendo ci si dirige su strada sterrata verso la batteria La Court e il passo delle Finestre, dove poco distante, affacciata sul pendio roccioso che volge verso il comune di Moncenisio, si trovano i resti della teleferica in caverna Ferrera - Passo delle Finestre, costruzione del 1933 percorsa da una lunga galleria nella roccia dove una grande scalinata scende per osservare a picco Moncenisio, il paese sottostante.
Si prosegue sulla sterrata fino al bivio con l'indicazione Baracun des Chamois che si lascia a sinistra. Poi la strada scende, passa davanti all’alpe Lamet e fino all’alpe Tour perde circa 150 m di dislivello.
Alpe Lamet
Alpe Tour
Sulla destra il cippo Italia/Francia delimita il confine. Seguendo i segni si giunge ad un primo cartello che indica rif. Stellina-Alpe Tour, ma lo si ignori e si segua il secondo, poco prima dell’alpeggio.
Di qui parte il sentiero per il rif. Stellina, già visibile in lontananza, che sale nel prato contrassegnato da ometti, paletti e segni rossi. Il sentiero piega a destra in direzione di un cartello, su un colletto di sfasciumi, attraversa la forra su traccia sempre evidente, ma da effettuare con un po’ di attenzione per l’esposizione, poi compie un ampio semicerchio e riprende a salire decisamente sullo scosceso pendio culminante con lo spalto dove è stato costruito il Rifugio Stellina.
La discesa si effettua seguendo l’itinerario di salita.
Lago e Segnale del moncenisio.