Laboratorio Alte Valli - Cuore innovativo
L'itinerario è molto interessante perché si possono visitare due fortificazioni in un paesaggio spettacolare che, per la loro posizione strategica, non mancano di scorci suggestivi.
Il panorama è molto vasto sopra il lago del Moncenisio, contornato dalle cime della Nunda, Roncia e Lamet e tutto il crinale fino al Rocciamelone. Sul versante francese spuntano i ghiacciai della Vanoise e in primo piano il Signal du Petit Moncenis (o Punta Clairy) che, col passo della Beccia, delimitano la conca del Piccolo Moncenisio. Molto interessante è la strada che si percorre sugli ampi e regolari tornanti costruita con grande maestria dai militari italiani.
Signal du Petit Moncenis (Punta Clairy)
I Forti di Pattacreuse e Variselle
Il Forte di Pattacreuse (Ancien fort de Pattacreuse), venne costruito sulla sommità del monte Pattacroce, successivamente all'edificazione dei forti del Moncenisio, Cassa, Roncia e Varisello, per contrastare un'eventuale avanzata nemica proveniente dal colle del Piccolo Moncenisio. Lafortificazione è posta ad un'altezza tale da sovrastare tutte le altre che allora erano presenti in zona, sia dal versante italiano che da quello francese, allora completamente privo di difese stabili.
I suoi tiri potevano raggiungere il colle del Piccolo Moncenisio, il col Sollières e il colle della Beccia. Era servito dalla strada militare Gran Croce-Bivio Varisello-Pattacroce, realizzata nel 1887 al riparo dal tiro nemico. Fu costruito dal Regio Esercito Italiano nel 1891, disarmato nel 1915 e riattato negli anni 30.
La vita della batteria fu molto breve, in quanto già pochi anni dopo la sua costruzione l'esercito francese, edificando i forti Mont Froid e Petit Turra, rese alquanto vulnerabile la sua struttura: i due forti francesi, infatti, costruiti ad un'altitudine superiore, potevano distruggere con un bombardamento di poche ore l'intera batteria italiana del Pattacroce.
Per tale motivo nel 1904-1905 l'esercito italiano decise di smantellare l'armamento della batteria e trasferirlo alla Batteria Paradiso, di nuova costruzione e concezione; tuttavia il sito della batteria Pattacroce restò presidiato militarmente per il ricovero delle truppe. Al posto della batteria ottocentesca venne costruita, nell'ambito delle fortificazioni del Vallo Alpino Occidentale, una batteria in caverna, scavata sotto la batteria originaria.
A causa della sconfitta dell'Italia nella Seconda guerra mondiale, la Place du Moncenis venne ceduta alla Francia e, di conseguenza, anche la batteria, oggi in pessimo stato di conservazione.
Poco rimane se non il fossato e qualche cimelio perché il forte è mimetizzato nel terreno e la visita all'interno è molto interessante. Non bisogna però entrare da soli: le scale sono molto ripide ed i bivii sono frequenti, occorre perciò munirsi di una torcia potente.
Il forte Variselle è ancora ben conservato, nonostante le brecce causate dall'artiglieria italiana. Nel 1910 infatti venne utilizzato come bersaglio per test d'artiglieria e rivelò una struttura non più in grado di sopportare l'impatto con i nuovi proiettili. Il Forte, a struttura pentagonale, è ispirato all'architettura di Montalembert ed è la più grande opera della piazza militare del Moncenisio.
Fu realizzato tra il 1877 e il 1880, all'incirca negli stessi anni del Forte Cassa, oggi scomparso in seguito ai lavori per la realizzazione della diga, e rappresentava il cardine della difesa dell'altopiano di confine. Sorge proprio a picco sulle acque blu intenso della diga, a circa metà dell'itinerario, e vale una visita.
L'nterno del Forte di Variselle
Diga del Moncenisio 1974 m - Fort Variselle 2106 m – Ancien fort de Pattacreuse 2357 m
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Dislivello: 500 m.
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Difficoltà: T/E
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Tempo di salita: 2-2,30 ore (+la visita ai forti).
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Periodo consigliato: giugno-ottobre.
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Cartografia: 1.G.C. 1: 50.000 - f. 2 - Valli di Lanzo e Moncenisio; Didier Richard 1:50.000-f.11, Vanoise massif et parc national
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Accesso: Torino-Susa-frontiera del colle del Moncenisio. Si prosegue in direzione del colle e all’altezza della diga in terra si posteggia, poiche la sterrata che scende alla diga non è delle migliori, con un 4X4 si arriva alla diga in auto e si posteggia ai cartelli sotto il forte Variselle.
Dalla base della diga si sale in direzione della palazzina dell'EDF, poi si segue la sterrata e tagliando qualche tornante si arriva in breve al fort Variselle. Una volta visitato il forte, dove sono ben visibili le brecce causate dall'artiglieria italiana, si ridiscende alla diga e si prende a sinistra sulla strada militare sotto il forte Variselle.
Si ignora la deviazione a sinistra che sale al forte Malamot e si prosegue lungo il lago in falsopiano, fino ad una seconda deviazione a sinistra, da cui parte uno sterrato piuttosto sconnesso. Si risalgono i tornanti che, in modo regolare e deciso, conducono sullo spalto erboso per giungere, quasi improvvisamente, al forte di Pattacreuse e al fossato mimetizzato nell'erba.
La discesa si effettua sull'itinerario di salita.