Laboratorio Alte Valli - Cuore innovativo
L’escursione non è molto lunga ma non è da sottovalutare perché il sentiero è molto ripido, sia in salita che in discesa. L’ambiente però è molto interessante dal punto di vista ambientale per la varietà di piante che si incontrano alle diverse altitudini fino ai pascoli che circondano le antiche baite Seu, recentemente ristrutturate e mantenute in efficienza.
Il pianoro su cui sorgono gli alpeggi è molto aereo e panoramico. Il nome stesso deriva dal celtico ser, che significa altura e luogo elevato (sierra, in spagnolo) ed in effetti la vista sul gruppo d'Ambin è molto vasta. Il villaggio accolse i Valdesi durante la “Glorieuse Rentrée” del 1689 , reduci dallo scontro con una guarnigione francese sul Ponte Chènèbières.
la ghiacciaia
All'inizio dell'escursione, inserita nello splendido ambiente del Parco Naturale del Gran Bosco di Salbertrand, si noterà una costruzione tipo 'bunker' nei pressi del laghetto di Pinea. È una ghiacciaia, costruita ad inizio ‘900, che, sfruttando le acque del rio Gorge, serviva per la produzione e la conservazione del ghiaccio.
I blocchi venivano tagliati dal laghetto artificiale gelato che si trova a monte della ghiacciaia. Una volta segato, il ghiaccio veniva fatto scivolare nell’edificio sottostante attraverso tre aperture praticate a livelli diversi sulle tre pareti semi interrate dell’edificio. Quella sorta di caverna conteneva circa 70 metri cubi di ghiaccio, che si conservava da un anno all'altro e che veniva poi trasportato a valle prima in carrozza e poi in treno dalla vicina stazione di Salbertrand fino a Torino. Per la maggior parte veniva acquistato dalle Ferrovie dello Stato per i carri frigorifero.
La fabbrica del ghiaccio funzionò fino agli anni '50, quando i frigoriferi ne eliminarono la necessità, ma intanto la ghiacciaia vide il lavoro di ben tre generazioni della famiglia Favre di Oulx, comproprietari con la famiglia Raymond. Dal 1994 la ghiacciaia appartiene all’Ente Parco.
La battaglia dei valdesi
L'itinerario ha inizio dopo aver attraversato il ponte che fu costruito sui resti di quello di legno, che i valdesi incendiarono dopo la battaglia dell'agosto del 1689; per commemorarla è stata posta una targa che recita così: «A tre secoli dal ritorno dei Valdesi in patria, nel luogo della battaglia decisiva, il comune di Salbertrand e la Società di Studi Valdesi, memori delle lotte che si resero necessarie per costruire un'Europa democratica aperta a tutte le fedi e a tutte le idee, posero. 3 settembre 1989».
Che cosa avvenne la sera del 24 agosto a Salbertrand? Dopo aver avvistato i Francesi accampati al Pont Ventoux, i Valdesi compresero che dovevano battersi. Non avevano altra via per attraversare la Dora e raggiungere il colle di Costapiana per arrivare alle loro valli. I Francesi, trincerati di guardia al ponte, erano circa 2500, comandati dal marchese di Larray.
Alle 10 di sera, stanchi ed affamati, i Valdesi recitarono le loro consuete preghiere prima della battaglia, poi attaccarono. In poco tempo i Francesi furono sbaragliati e il loro comandante, ferito, si fece condurre a Briançon. Poche centinaia di uomini, armati in modo approssimativo, avevano battuto 2500 soldati. Dopo il rifornimento di munizioni, al chiaro di luna, i Valdesi risalirono ancora la montagna del Gran Bosco fino nei pressi delle Grange Seu, o più ad ovest, nei pressi di Monfol, dove si riposarono. La via verso Pragelato era dunque aperta.
PINEA - SEU - GRANGE D'IMBERT - PINEA
Gran Bosco di Salbertrand (parcheggio di Pinea) 1054 m - Buissonière 1309 m – Montagne Seu (rifugio Arlaud) 1770 m – Grange d’Himbert 1394 m - Parcheggio di Pinea
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Dislivello: 850 m
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Difficoltà: E/T
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Tempo complessivo: 4 ore
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Periodo consigliato: aprile-novembre
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Cartografia: I.G.C. 1:50.000 f. 1–Valli di Susa, Chisone e Germanasca
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Accesso: Torino-Susa-Salbertrand. Qui si prende a sinistra il viale della stazione, poco prima si attraversa il ponte sulla Dora e, prendendo la strada sterrata di destra, si segue il segnale del Parco Naturale Gran Bosco fino ad un altro ponte. Si svolta a sinistra e si posteggia dopo poco al parcheggio di Pinea.
Per vedere il monumento dedicato al Glorioso Rimpatrio dei Valdesi occorre invece girare a destra dopo il ponte e proseguire per qualche centinaio di metri dove su un masso è stata apposta una targa commemorativa vicino a un cartello indicatore.
Si segue l'indicazione "Ghiacciaia" e in pochi minuti si perviene al laghetto da cui il ghiaccio veniva fatto scivolare nella costruzione sottostante per essere conservato da un inverno all'altro. A destra del lago si prende il sentiero in ripida salita contrassegnato dal segnavia Gran Bosco n. 2 e ci si inoltra nel fitto bosco, caratterizzato da una varietà di pini silvestri, abeti bianchi e abeti rossi.
Si attraversa il rio Gorge e si prosegue, seguendo sempre il segnavia n. 2, fino ad arrivare a una baita con tetto in lose, muri di pietra a secco e grondaia in legno, la Buissonière, a quota 1309. Si lascia a destra una mulattiera più larga, e non segnata sulla carta, e si prosegue su sentiero fino alla baita Cuin, 1382 m. Dopo una cinquantina di metri di dislivello si segue il percorso indicato "Seu" per entrare nel nucleo principale del Gran Bosco, costituito dall'abete bianco cui si associa l'abete rosso.
Si prosegue sempre su sentiero molto ripido e, a quota 1700 circa, si interseca una mulattiera: ci si tiene a sinistra per congiungersi, dopo circa un'altra cinquantina di metri di dislivello, alla strada, costruita nel 1926 dall'Ispettorato delle Foreste, che da Monfol porta alle Grange Seu.
La si segue andando a sinistra e in 30 minuti si raggiungono le Grange Seu, 1770 m, che sorgono tra pascoli ancora utilizzati dai pastori d'estate. Si passa davanti al cartellone che celebra il passaggio dei Valdesi durante il Glorioso rimpatrio e si giunge al rifugio Daniele Arlaud.
Di qui, in discesa, seguendo la bella mulattiera a tornanti, contrassegnata con la V dei Valdesi, si raggiungono le Case Berge a quota 1551 con splendida vista sul Séguret. Si prosegue poi per le grange d'Himbert a 1394 m, ormai diroccate ma testimoni dell'intensa attività che era esercitata su questo versante di sfruttamento di miniere di pirite (elemento base per la produzione di dinamite) per conto della Società Dinamite Nobel di Avigliana. Nel 1935, concessionaria la FIAT, fu aperto un cantiere per lo sfruttamento di minerali sulfurei, inviati con quelli estratti dal Séguret alle fonderie di Torino.
Si prosegue poi per le Case Pinei, anch'esse diroccate, a quota 1346. Tenendo la sinistra si prosegue fino ad un punto a quota 1200 circa, dove è già possibile vedere la ghiacciaia di Salbertrand. Scesi ancora nel fitto bosco si incrocia un primo cartello del Sentiero dei Franchi e poi finalmente la strada carrareccia che porta a Pinea. Una breve digressione porta a vedere la targa dei valdesi e poi, tornati al ponte, si raggiunge il ponte della stazione e l’auto.
Vista sul Galambra.
Seguret e Casses Blanches.