Laboratorio Alte Valli - Cuore innovativo
Nei pressi del laghetto di Pinea, che si incontra all'inizio dell'escursione inserita nello splendido ambiente del Parco Naturale del Gran Bosco di Salbertrand, si nota una costruzione simile ad un “bunker”. Si tratta di una ghiacciaia, costruita nell'Ottocento per la produzione e la conservazione del ghiaccio.
Questo sito, individuato nel punto di confluenza tra le acque dei rii Gorge e Ourettes, nei pressi della strada carrozzabile per il Col Blegier, venne ritenuto adatto per la qualità dell'acqua e perché si trova sul versante in ombra.
Si ricavò un laghetto artificiale con una superficie di circa 1100 mq ed una profondità di circa 1,30 m e si costruì un locale in grado di garantire la conservazione del ghiaccio fino al periodo estivo, quasi completamente interrato.
A fine settembre, compatibilmente con l'irrigazione dei coltivi a valle, si iniziava a riempire l'invaso. Tra fine dicembre e inizio gennaio avveniva il primo prelievo di ghiaccio, che era molto pregiato, perché naturale e quindi privo di acidi.
Con l'ausilio di seghe, asce e picconi venivano ricavati blocchi squadrati che, attraverso uno scivolo di legno, venivano trasportati alla finestra bassa della ghiacciaia per lo stivaggio.
Per il trasporto a Torino si utilizzava la linea ferroviaria, trasportando i blocchi alla stazione di Salbertrand. Se si avverava il proverbio "al crescere del giorno il freddo aumenta”, e se lo spessore del ghiaccio lo consentiva, in caso di ulteriori richieste del mercato si procedeva ad un secondo raccolto. La produzione poteva raggiungere i 500 metri cubi all'anno, pari ad una ventina di carri ferroviari.
La fabbrica del ghiaccio funzionò fino agli anni '50, quando i frigoriferi ne eliminarono la necessità, e vide il lavoro di ben tre generazioni della famiglia Favre di Oulx, comproprietari con la famiglia Raymond della ghiacciaia, che dal 1994 appartiene all’Ente Parco, che l’ha inserita nell’Ecomuseo Colombano Romean.
La ghiacciaia di Salbertrand (foto Alexia Panizza).
Prima della costruzione della ghiacciaia, resasi necessaria per l'aumento della richiesta della città di Torino, a cavallo tra il 1800 e il 1900, il ghiaccio veniva trasportato dagli abitanti di Exilles e di Salbertrand giù dal ghiacciaio Galambra, oggi completamente scomparso. Le slitte cariche di ghiaccio attraversavano il Pasau du glà fino a Frenée, seguendo il corso del Rio Geronda, e conseguentemente alla stazione di Salbertrand.
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Curiosa è l'intraprendenza degli amministratori di Salbertrand che, pur di realizzare qualche introito per le misere casse comunali, erano disponibili ad appaltare anche le valanghe.
Il sindaco Arlaud Giuseppe il 29 marzo 1910 dichiarava l'asta di aggiudicazione della massa nevosa accumulatasi allo sbocco del rio Chanteloube con un prezzo minimo di partenza di L.10. Dopo numerose offerte fatte proprio da uno dei proprietari della ghiacciaia, la ditta Favre di Oulx, si arriva all'acquisto per un importo pattuito di L. 115 da parte di Serafino Rey di Salbertrand.
Non andò così per la seconda, del luglio 1912: questa infatti situata, nei pressi del Rio Secco, in una zona più impervia e a quota più elevata, fu disertata in quanto troppo onerosa. Fu così che la valanga si sciolse al sole senza recare vantaggio alcuno.
Testo tratto da: Oreste Rey, L’istuara du gla ‘d Salbertrand, Ecomuseo Colombano Romean.
Pinea 1054 m - Forte Bergà 1300 m
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Dislivello: 250 m
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Difficoltà: facile (1 pila per la visita del forte Bergà)
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Tempo salita: 1 ora +visita del forte
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Periodo consigliato: maggio-ottobre
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Cartografia: Fraternali Editore 1: 25.000 Alta Val Susa Alta Val Chisone
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Accesso: Torino – Susa - Salbertrand. Qui si prende a sinistra il viale della stazione, e si attraversa il ponte sulla Dora. Al bivio si svolta a destra seguendo il segnale del Parco Naturale Gran Bosco. Si seguono poi le indicazioni per Pinea, area attrezzata dove si posteggia.
L’escursione è breve. L’ambiente è molto interessante perché si sviluppa nel Parco Naturale di Salbertrand con alti abeti bianchi e alberi di ogni specie. Il panorama è ampio sul Niblé, sul Pramand e sul versante sud del Seguret.
La strada procede con ampi tornanti nella bella e luminosa abetaia fino al bivio con Bergà. Si compie una digressione dalla strada principale voltando a destra e si procede in falsopiano fino ad una radura dove spesso si trovano cervi e camosci.
Poco prima della radura, al di sotto, nei pressi di un bel muraglione in curva e di un trincerone appena dopo, si trova l’ingresso del forte Bergà (molto difficile da identificare) che consisteva di postazioni e gallerie militari della Seconda Guerra Mondiale. Una volta entrati nello stretto passaggio le gallerie, che controllavano la conca di Salbertrand in caso di invasione francese, sono molto ampie.
La discesa si effettua seguendo l’itinerario di salita.