Laboratorio Alte Valli - Cuore innovativo
La Batteria Pampalù fu costruita tra il 1891 ed il 1894 sul monte Pampalù, allo sbocco della Val Cenischia sulle falde del Rocciamelone.
Aveva il compito di controllare la strada che da Susa conduce al Colle del Moncenisio, fra il forte della Brunetta e la zona di Molaretto. Era composta da tre distinte sezioni e lo scopo era di intervenire in caso di superamento del colle da parte delle truppe nemiche.
La struttura è servita dalla strada militare Susa-Monte Pampalù, lunga circa 15 km e classificata come strada minore carrellabile, attualmente ancora percorribile poiché si trova sulla strada ex militare che conduce al rifugio della Riposa.
Era costituita da 2 postazioni in barbetta posizionate a quota differente, la Batteria Superiore e la Batteria Inferiore. Nel 1915 il forte venne disarmato per utilizzare i pezzi sul fronte austriaco mentre, al termine della guerra, venne destinato a deposito di esplosivo.
Nel 1920 però un'esplosione accidentale lesionò parte dell'opera, provocando due morti ed alcuni feriti, ma ancora durante la seconda guerra mondiale vi operò la G.a.F. (Guardia alla Frontiera).
La batteria è conosciuta anche per la simpatica canzone di Mario Piovano intitolata: Quand i j'ero a Pampalù.
L'ingresso del forte di Pampalù.
L’escursione ha poco dislivello, ma una relativa lunghezza su una bella strada che attraversava una luminosa pineta, a balcone sulla valle Cenischia con il Giusalet e il massiccio d’Ambin in primo piano. Il bivacco è intitolato ai fratelli Chiaberto, margari dell’alpe Monio, alpeggio dal quale fu ricavato il bivacco, oggi in perfette condizioni.
Di qui si percorre la valle Cenischia dall’alto e non è un caso che di qui transitassero da Pampalu coloro che durante il fascismo espatriavano in Francia per non essere controllati dalla Milizia che era al confine con la Piana del Moncenisio.
Purtroppo la bellissima pineta di pino d’Aleppo bruciò nel 2017 ed ora ci vorranno anni prima che riprenda la sua bellezza.
L'incendio della pineta nel 2017.
Batteria Pampalù 1624 m - Bivacco Fratelli Chiaberto 1685 m - Grangia Pendente 1784 m
La cappella nei pressi del bivacco.
Dislivello: 350 m
Difficoltà: T
Tempo complessivo: 2.30 ore
Periodo consigliato: maggio-giugno/ottobre-novembre
Cartografia: IGC f.2, Valli di Lanzo e Moncenisio
Accesso: Torino - Susa - Mompantero. Di qui si segue la strada che conduce al Rocciamelone e si supera Urbiano con il caratteristico acquedotto romano. Dopo una dozzina di km si raggiunge la Batteria superiore di Pampalù e si posteggia all’inizio della sterrata.
Dopo un breve tratto si tralasciano i due bivi di sinistra per prendere a destra il sent. 584 per Alpe Monio e si segue il segno bianco e rosso del GTA.
Giunti al piazzale a quota 1790 circa, la strada scende decisamente e perde quasi 200 m di dislivello, si tralascia a sinistra il Sentiero dei Monaci, e si continua a scendere fino ad un piazzola con tavolino e il segnale del percorso 584.
Grange Moine.
Di qui si lascia a destra la strada che si percorrerà al ritorno e si segue l’indicazione con segnale bianco e rosso verso le grange Moine.
La mulattiera diventa sentiero relativamente stretto, attraversa il torrente e risale leggermente verso le grange e il bivacco Fratelli Chiaberto, con la bella cappellina in punto panoramico.
Si sale alla chiesetta e, seguendo il segnale bianco e rosso, si raggiunge grangia Pendente.
Per il ritorno si segue la strada fino alla piazzola, per poi risalire il crinale e raggiungere il Forte e l’auto.