Laboratorio Alte Valli - Cuore innovativo
Queste pesche sono chiamate di 'vigna' perché fin dall’antichità è stata coltivata in consociazione assieme ai filari delle viti (come dice il nome): non a caso la Pesca della Vigna matura tardivamente, quasi nello stesso periodo dell’uva.
Fino a pochi decenni fa era uso metterle a dimora in vigna per alleviare la sete dovuta alla fatica del lavoro; oggi questo pesco come 'cultivar' non esiste, ma anche un bambino se lo può creare con facilità.
Ecco le istruzioni:
Mangia una qualsiasi pesca autunnale di vigna, conservane il nocciolo e dopo 15 gg mettilo in vaso o in piena terra ad una profonditá di 5/8cm. In primavera ti ritroverai la pianticella pronta per il trapianto.
Quella sará il tuo pesco di 'vigna', che è poi semplicemente un pesco a piede franco (cioè ricavato da seme e non innestato su portainnesto come sono tutte le cultivar).
Il tipo di pesca che ti darà lo saprai solo quando la vedrai e mangerai. Non ci sono regole fisse sulla pezzatura, colore, maturazione ma un comune denominatore sarà sempre la resistenza alle malattie (non necessita di trattamenti con fitofarmaci), la veloce deperibilità, la facilità di spaccarla a metà con i due pollici, le dimensioni mediopiccole.
L'interno è prevalentemente a pasta bianca, il gusto è dolce con un retrogusto leggermente amarognolo che sa di gheriglio di pesca finemente tritato, come quello che le nostre nonne usavano aggiungere in piccolissime quantità (perché velenoso) alla farcia delle loro gustosissime pesche ripiene alla piemontese.
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Giuliano Bosio, ex sindaco di Almese con tradizioni famigliari nell'agricoltura ed un passato lavorativo nel settore dell’industria automobilistica, nel 2004 ha fondato Agriforest, un'azienda agricola che produce vino e olio.
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