Laboratorio Alte Valli - Cuore innovativo
Qualche anno fa Jovanotti cantava, in una sua celebre canzone,"son tornate le lucciole a Roma, nei parchi del centro l'estate profuma". Fortunatamente però questo curioso coleottero non è tornato solo in centro, né soltanto nella capitale: in tutta Italia infatti le notti estive sono nuovamente caratterizzate dal suo bagliore intermittente.
Anche nelle nostre zone, dopo periodi di particolare riduzione della specie dovute alla cementificazione e al massiccio utilizzo di pesticidi, si assiste negli ultimi anni a un progressivo aumento della loro presenza. Lo testimonia la foto sopra al titolo, scattata da Valerio Minato: "La danza nel bosco: immerso tra migliaia di lucciole".
La lucciola è un coleottero appartenente alla specie dei Lampiridi (Lampyridae): nel mondo ne sono state classificate circa duemila specie differenti. Questo animaletto è una vera e propria cartina di tornasole dell’ambiente, che predilige sano, pulito ed incontaminato. È molto difficile, infatti, riscontrarne la presenza in spazi soggetti a massicce concimazioni, poiché le lucciole sono molto sensibili all'inquinamento.
Lucciola in volo (foto tratta da www.lifegate.it).
Inoltre amano il buio profondo, tipico dei boschi o della campagna. Più facile, pertanto, scorgerle a rischiarare le zone nelle quali l'illuminazione pubblica è pressoché assente o fortemente ridotta: aree montane, grandi distese erbose aperte, parchi cittadini non illuminati.
Di giorno la lucciola si riposa nell'erba alta, mettendosi al riparo dal caldo. Nel buio, invece, il maschio si avventura alla ricerca delle femmine, volando con un'illuminazione intermittente che ha lo scopo di attrarle.
Il fenomeno della "bioluminescenza"
Questo fenomeno, definito bioluminescenza, favorisce l'accoppiamento: i maschi emettono luce per pochi istanti, alternando fasi "di spegnimento". Le femmine, che li attendono a terra, hanno invece il lumicino fisso per un tempo che può raggiungere anche le due ore.
La luce è insomma lo strumento che i due sessi utilizzano per individuarsi. È da sempre uno dei piccoli spettacoli che la natura ci offre, ed è assai raro trovare un bambino che non resti a bocca aperta dinnanzi a questa meraviglia e non voglia catturare una in un bicchiere per osservarla con attenzione e cercare di capirne di più.
Femmina di "Lampyris noctiluca", una specie di lucciola che presenta una grande differenza tra maschio e femmina.
Già perché abitualmente, per noi umani, la luce è emessa da una lampadina tramite alimentazione elettrica. E ci pare strano che la natura ci riservi simili sorprese. Ma come viene prodotta questa luce? Le lucciole assimilano ossigeno che, all’interno delle cellule, unito ad una sostanza chiamata luciferina, genera una reazione chimica che determina la loro "accensione", un fenomeno che non comporta quasi dispersione di calore da parte dell'insetto.
Le lucciole depongono uova (anch'esse bioluminescenti per un certo periodo), di forma sferica ed incolore, nell'erba o sotto le pietre in zone umide, e le loro larve sono particolarmente utili nel contrastare l'invasione da parte delle lumache. Nonostante le lucciole siano di dimensioni notevolmente inferiori, riescono infatti a fronteggiare con successo l'invasione di questi dannosi animali, e contribuendo così ad evitare l'utilizzo di sostanze chimiche per debellarle.
Lucciola (foto National Geographic).
Che siate romantici o no, un bosco o un giardino al buio, privo di inquinamento luminoso e con lo sfavillio delle lucciole, è uno spettacolo davvero impareggiabile. Uno spettacolo senza dubbio ben dipinto da Jovanotti, ma ancora più bello se osservato dal vivo, invece che soltanto immaginato ascoltando il ritornello di una canzone.
Per viverlo basta poco: una passeggiata serale in zone poco illuminate...