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Il colle del Moncenisio, dove si trova la diga, è un ambiente di notevole bellezza e mistero, molto frequentato da motociclisti, automobilisti ed escursionisti poichè il lago nasconde sotto le sue acque i resti di un passato ormai lontano. Resti che, a causa del basso livello delle acque dovuto alle condizioni climatiche unite allo svuotamento del lago, riemergono solo per qualche settimana, per poi essere nuovamente sommersi fino all’anno successivo.
Tra la fine di maggio e l'inizio di giugno, alla riapertura del colle dopo la stagione invernale, il livello dell’acqua normalmente è bassissimo, così, se la diga ha cancellato la storia, questa escursione consente di riviverla quasi ogni anno.
In questi anni ultimi due anni il livello è rimasto alto
Fanno eccezione gli ultimi due anni: nel 2023 lo svuotamento dell'invaso è stato meno evidente, per motivi di prudenza legati alla crisi idrica, mentre nel 2024 le abbondanti piogge primaverili hanno tenuto alto il livello delle acque. La passeggiata è comunque possibile, ma non consente di raggiungere le vecchie dighe, che sono rimaste sommerse.
Vale comunque la pena programmare una visita al lago in questo periodo, sapendo che le condizioni variano di anno in anno. Il momento più spettacolare arriva ogni 10 anni in occasione dello svuotamento totale, una manutenzione completa imposta dalla legge con cadenza decennale: la prossima sarà nel 2026.
Ovviamente occorre prestare attenzione poiché talvolta il fango è profondo e c’è il rischio di scivolare, ma, con la giusta attrezzatura, è un’esperienza che vale la pena fare.
Il Ponte Rosso e il vecchio Ospizio sono sicuramente i simboli più significativi di questo passato che riemerge dalle acque. Un tempo la strada italiana, la S.S 25, proseguimento del "Corso Francia" costruito da Vittorio Amedeo II nel 1711 con inizio a Torino da Porta Segusina, era proprio al livello dell’attuale lago.
Il Ponte Rosso superava le vecchie dighe e conduceva all’Ospizio, ormai poco identificabile, mentre la strada è ancora ben visibile. L’Ospizio fu fondato da Ludovico il Pio tra il secondo ed il terzo decennio del IX secolo, con lo scopo di dare ospitalità a pellegrini e viandanti. Napoleone lo fece ricostruire poiché fu danneggiato dalla guerra tra francesi e piemontesi, e ne destinò una parte a caserma. Nel 1837 i monaci lo abbandonarono del tutto, lasciandolo così solo ad uso civile.
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Con la costruzione della diga negli anni ’60 fu raso al suolo e i resti furono annegati nell’invaso; nelle vicinanze permangono ancora alcuni resti dell’antica foresta di larici, piantati dai monaci nell’800. Unica zona alberata presente sul piano del Moncenisio, il lariceto venne abbattuto dai tedeschi durante la Seconda guerra mondiale, per essere utilizzato come combustibile.
Escursione nell'invaso della Diga del Moncenisio
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Accesso: Torino-Susa–statale del Moncenisio. Superato il confine si posteggia al Plan des Fontainettes.
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Dislivello: 50 m
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Difficoltà: T
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Tempo complessivo: 2 ore
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Periodo consigliato: ultima settimana di maggio-inizio giugno (a seconda della stagione nevosa)
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Cartografia: 1.G.C. 1: 50.000- f. 2, Valli di Lanzo e Moncenisio
Si scende nell’invaso fangoso del lago dal Plan des Fontainettes (dove ci sono i ristoranti e la caratteristica chiesetta piramidale) e si incontra una prima diga, di più recente costruzione, vicino ai resti del Ponte Rosso e del fossato anticarro fatto costruire durante gli anni della guerra.
Negli anni e nei periodi in cui è possible si prosegue poi verso una seconda diga, sempre in calcestruzzo, fino alla terza, la più spettacolare. Di forma semicircolare è statala la prima ad essere costruita, in muratura a secco. Qui emergono gli argani per l’apertura delle saracinesche, di cui si riesce ancora a leggere il nome della ditta costruttrice: “Officine Savigliano”.
Insieme a queste opere civili si trovano i fortini da cui i soldati presidiavano il valico, i bunker utilizzati durante la seconda guerra mondiale, il forte Gatto costruito da Napoleone e i resti, ormai pochi, dell’Ospizio, che accoglieva i viandanti dalla tormenta.
Riemergono anche i resti dello sbarramento anticarro, bunker ed opere incomplete che appartennero al "Caposaldo Ospizio” preservate dalla distruzione, in cui altrimenti sarebbero incorse, se non fossero state conferite alla Francia dopo il trattato del 10 febbraio 1947.
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Al termine della visita si risale sulla strada ormai denominata Route Nationale N. 6 per chiudere il giro, oppure si continua in direzione del forte Variselle (con 1 ora in più) per raggiungere la diga e di qui il Plan des Fontainettes.
Maggiori informazioni in: Rosanna Carnisio, Moncenisio valico dei Savoia, storie, paesaggi, percorsi, Susalibri 2020, dove troverete anche numerose altre escursioni.