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Si chiamava Jumbo l'elefante femmina protagonista, nel 1959, della British Alpine Hannibal Expedition, che provò a ripercorrere il tragitto di Annibale durante la seconda guerra punica. Nel 218 a.C, infatti, il condottiero cartaginese, insieme al suo esercito di oltre 50 mila uomini e 37 elefanti, dalla Spagna raggiunse l'Italia per condurre una campagna contro Roma che si protrasse per 15 anni.
Nel 1955 il Times, prestigioso giornale inglese, ospitò un dibattito circa il tragitto scelto da Annibale, in cui venivano ipotizzate versioni differenti del percorso. Il tema appassionò John Hoyte, studente di ingegneria all'università di Cambridge, che nell'estate del 1956 partì alla volta delle Alpi con un gruppo di amici per toccare con mano le difficoltà della spedizione.
Hoyte valutò i vari percorsi confrontandoli con i racconti storici e concluse che, con tutta probabilità, il varco che aveva condotto Annibale in Italia fosse quello del Col Clapier. Incoraggiato da un amico, alcuni anni dopo Hoyte decise di tentare l'impresa e portare un elefante attraverso il valico.
Mappa delle Alpi con i possibili percorsi di Annibale e la copertina che la "Domenica del Corriere" dedicò all'impresa.
La buona volontà non era però sufficiente, visto che mancava l'elemento fondamentale: l'animale. Hoyte scrisse lettere ai consoli britannici di Lione, Ginevra e Torino, chiedendo che gli venisse fornito un elefante per compiere l'esperimento, ma non ebbe fortuna. Fu il proprietario dello zoo di Torino, che aveva appena acquistato Jumbo, un esemplare di 11 anni addestrato come animale da circo, a metterlo a disposizione: era stato trovato il primo sponsor.
Con un team di 8 persone, supportato dall'esperienza che il colonnello John Hickman (che poi diventerà docente di chirurgia veterinaria a Cambridge) aveva conseguito durante la seconda guerra mondiale in Birmania, la spedizione poteva avere luogo. Jumbo fu assicurato dai Lloyd's di Londra e la rivista Life sponsorizzò l'impresa, garantendole ampio risalto con un reportage fotografico di 7 pagine che sarebbe poi uscito nel numero del 17 agosto.
Due pagine del reportage di "Life": Jumbo con gli stivali e mentre attraversa il confine con l'Italia.
Alla fine di luglio 1959 il gruppo partì da Montmelian, in Francia, e risalì il corso del fiume Arc diretto al Col Clapier, dove scoprì però che il percorso era ostacolato da una caduta di massi, che lo aveva ristretto e reso pericoloso. Si decise così di tornare indietro, per poi risalire dal Colle del Moncenisio, sul percorso che già Napoleone aveva ipotizzato essere quello scelto dal condottiero cartaginese.
Jumbo ed i membri dell'equipaggio raggiunsero Susa dopo 10 giorni di cammino, accolti da entusiasmo, striscioni e grande partecipazione dei valsusini. L'evento fu festeggiato con una torta ed una bottiglia Magnum di Chianti (l’epoca della riscoperta dei vitigni locali era ancora di là da venire...), tra il tripudio collettivo.
Jumbo a Susa, accolto da una gran folla e dal Gruppo Folkloristico.
L'elefante, che si era pensato di ribattezzare Hannibella ma rimase Jumbo per evitare che non rispondesse al nuovo nome, pesava in origine 5700 libbre, pari a 2,6 tonnellate. Era stato fornito di stivali di pelle e ginocchiere per affrontare i tratti più insidiosi, nonché di un cappotto per tenerlo al caldo.
Veniva alimentato quotidianamente con 68 kg di fieno, 23 kg di mele, 18 kg di pane, 9,1 kg di carote e vitamina B, ma lo sforzo fu immane: alla fine del viaggio Jumbo aveva perso 370 kg.
L'anno dopo Hoyte pubblicò un rapporto sulla spedizione ("Trunk Road for Hannibal: With an Elephant Over the Alps") ed uno dei membri del suo equipaggio, Cynthia Pilkington, nel 1961 narrò l'esperienza vissuta pubblicando il libro "Elephant Over the Alps".
Jumbo attraversa uno stretto ponte e si abbevera alla fontana di Modane.
Nel 2009 i comuni di Lanslebourg e Giaglione hanno invitato Hoyte e altri due membri dell'equipaggio a celebrare il cinquantennale dell'impresa. Una comitiva, partita dal vallone di Bramans e salita al piccolo Moncenisio, ha raggiunto il colle Clapier, per poi ridiscendere lungo il versante giaglionese, attraversando un sentiero ormai reso difficoltoso dalle slavine ma percorso dal gruppo britannico senza problemi.
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Quello del cinquantennale non è stato l'ultimo incontro con la valle di Susa: Hoyte, classe 1939, attualmente vive in California ma ha mantenuto un legame particolare con il nostro territorio. Nella sua vita ha stretto conoscenze importanti ed è molto attivo anche sul web: cura infatti un sito dove, tra ricordi, acqerelli e foto d’epoca, ha pubblicato un dettagliato resoconto dell'impresa.
Il team della spedizione.
Ogni quattro o cinque anni i membri della spedizione che ha portato Jumbo sulle Alpi organizzano un’escursione celebrativa fino al Col Clapier, il passo che, secondo la loro ipotesi, fu percorso da Annibale più di 2000 anni fa. L’ultima si è svolta nel 2018: “Sono a pochi giorni dalla salita - scrive sul suo blog - e sto cominciando a emozionarmi. Sembra che saremo una quarantina. Ci incontreremo all'Ostello della Gioventù di Lanslebourg, la città più vicina al passo, sul lato francese. Ci saranno molti familiari e amici, dall'Inghilterra, dai Paesi Bassi, dagli Stati Uniti, dalla Svizzera, dalla Francia e dall'Italia. Che grande riunione di famiglia!".
Hoyte cura i dettagli dell’organizzazione, suggerendo ad ogni gruppo il percorso più idoneo da affrontare per raggiungere il Col de Clapier sulla base delle condizioni fisiche e della propria attrezzatura. "L'obiettivo è raggiungere il passo per una breve cerimonia, con la lettura del famoso discorso di Annibale al suo esercito esausto ed un brindisi per il condottiero, per gli elefanti e soprattutto per Jumbo, che alla fine è tornato sano e salvo allo zoo, dopo un viaggio che non dimenticherà mai".
Gran parte delle informazioni e le fotografie sono tratte dal sito di John Hoyte, che ringraziamo.